Avicoltura,
un made in Italy
che vale
5,7 miliardi
“Dall’uovo alla gallina” è stato il tema dell’incontro organizzato negli spazi di Identità Golose Milano per annunciare l’edizione 2019 della Fiera Millenaria.
La manifestazione è in programma a Gonzaga (Mn) dal 31 agosto all’8 settembre.
«Il settore avicolo in Lombardia - ha ricordato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi di Regione Lombardia - conta oltre 2.100 allevamenti avicoli che rappresentano il 10% di quelli nazionali. I capi allevati sono circa 31 milioni (il 16% sul totale italiano, ndr) di cui il 46% orientato alla produzione di uova. Il 30% dei polli prodotti in Lombardia è “made in Brescia” con circa 13,5 milioni di capi, segue Mantova con 8 milioni, Cremona con 4 e Bergamo con 3,8».
Mario Crescenti, presidente del Distretto della Filiera avicola lombarda ha sottolineato il valore strategico di una filiera che a livello nazionale genera un fatturato di oltre 5,7 miliardi di euro e un valore condiviso di circa 8 miliardi. Nel 2018 la filiera di pollo e carni bianche ha infatti determinato ricadute economiche e occupazionali per 7,9 miliardi, pari a quasi mezzo punto del Pil 2018 (0,45%).
«L’edizione 2019 - ha sottolineato il presidente di Fiera Millenaria Giovanni Sala - intende inaugurare un nuovo importante percorso dedicato ad amplificare l’importanza strategica, i valori e la grande qualità della filiera avicola lombarda, in partnership con le aziende che hanno scelto di sviluppare un dialogo sempre più diretto con il pubblico».
L’avicoltura italiana ha un peso rilevante: conta 64 mila occupati e vale una produzione di carni avicole pare a 1,3 milioni di tonnellate per un consumo pro capite di 20,4 kg. L’universo uova si attesta a livello produttivo su 12,3 miliardi e su un consumo singolo di 208 unità annue.
L’avicoltura italiana - è stato puntualizzato - è l’unico comparto zootecnico che garantisce un prodotto e una filiera 100% made in Italy: dagli animali, nati e allevati in Italia, alla trasformazione, dalla logistica al prodotto finale.
In meno di 10 anni, inoltre, il settore ha fatto passi da gigante riguardo il benessere animale, la sicurezza e la riduzione degli antibiotici (-80% rispetto al 2011) e in soli sette anni l’utilizzo di farmaci nell’avicoltura italiana si è ridotto da 5 a 1. Questo mantenendo invariata la qualità e la sicurezza dei prodotti che arrivano al consumatore.
La carne di pollo è tra le preferite dagli italiani
Mario Crescenti, presidente del Distretto della Filiera avicola lombarda ha sottolineato il valore strategico di una filiera che a livello nazionale genera un fatturato di oltre 5,7 miliardi di euro e un valore condiviso di circa 8 miliardi. Nel 2018 la filiera di pollo e carni bianche ha infatti determinato ricadute economiche e occupazionali per 7,9 miliardi, pari a quasi mezzo punto del Pil 2018 (0,45%).
«L’edizione 2019 - ha sottolineato il presidente di Fiera Millenaria Giovanni Sala - intende inaugurare un nuovo importante percorso dedicato ad amplificare l’importanza strategica, i valori e la grande qualità della filiera avicola lombarda, in partnership con le aziende che hanno scelto di sviluppare un dialogo sempre più diretto con il pubblico».
Il comparto avicolo dà lavoro in Italia a 64mila persone
L’avicoltura italiana ha un peso rilevante: conta 64 mila occupati e vale una produzione di carni avicole pare a 1,3 milioni di tonnellate per un consumo pro capite di 20,4 kg. L’universo uova si attesta a livello produttivo su 12,3 miliardi e su un consumo singolo di 208 unità annue.
L’avicoltura italiana - è stato puntualizzato - è l’unico comparto zootecnico che garantisce un prodotto e una filiera 100% made in Italy: dagli animali, nati e allevati in Italia, alla trasformazione, dalla logistica al prodotto finale.
In meno di 10 anni, inoltre, il settore ha fatto passi da gigante riguardo il benessere animale, la sicurezza e la riduzione degli antibiotici (-80% rispetto al 2011) e in soli sette anni l’utilizzo di farmaci nell’avicoltura italiana si è ridotto da 5 a 1. Questo mantenendo invariata la qualità e la sicurezza dei prodotti che arrivano al consumatore.
Le fake news, che hanno avuto campo libero, vanno quindi contrastate veicolando un'informazione corretta, che diffonda messaggi chiari e trasparenti su come si produce il pollo in Italia e sull’elevato livello di qualità e sostenibilità raggiunto dal settore avicolo italiano. Persistono infatti ancora pregiudizi duri a morire. Sei sono le “verità inconfutabili” sul pollo italiano, e mai abbastanza rivelate, che il settore ha deciso di comunicare alzando il volume: non ha ormoni, è allevato a terra, crudo non va lavato, non cresce ad antibiotici, contiene ferro come la carne rossa, quello che consumiamo è solo made in Italy.
Il pollo rimane comunque la carne più amata dagli italiani, che lo scelgono per la leggerezza, l’alto valore nutrizionale e il basso apporto calorico. Con il 35% degli acquisti domestici delle carni fresche, le carni avicole sono le più consumate nelle case e registrano una crescita costante sia nei volumi che nella spesa (+0,6% i volumi e +3,6% sul 2017). Andrebbe però rispolverata la tradizione di proporlo al ristorante come titolare nei menu.
Tra i driver di consumo (domestico), la garanzia di acquistare sempre un prodotto 100% made in Italy, buono, sicuro e sempre freschissimo, grazie a una filiera integrata e ai controlli rigorosi in materia alimentare. A ciò si aggiunge la ricchezza nutrizionale delle carni bianche, salutari e adatte a ogni età consigliate dai nutrizionisti per l’apporto proteico e per i pochi grassi. «Carne molto versatile in cucina - ha ricordato la nutrizionista e specialista in Scienza dell’alimentazione Evelina Flachi - vanta una notevole quota proteica, apporti nutrizionali e alta digeribilità».
Il pollo rimane comunque la carne più amata dagli italiani, che lo scelgono per la leggerezza, l’alto valore nutrizionale e il basso apporto calorico. Con il 35% degli acquisti domestici delle carni fresche, le carni avicole sono le più consumate nelle case e registrano una crescita costante sia nei volumi che nella spesa (+0,6% i volumi e +3,6% sul 2017). Andrebbe però rispolverata la tradizione di proporlo al ristorante come titolare nei menu.
Tra i driver di consumo (domestico), la garanzia di acquistare sempre un prodotto 100% made in Italy, buono, sicuro e sempre freschissimo, grazie a una filiera integrata e ai controlli rigorosi in materia alimentare. A ciò si aggiunge la ricchezza nutrizionale delle carni bianche, salutari e adatte a ogni età consigliate dai nutrizionisti per l’apporto proteico e per i pochi grassi. «Carne molto versatile in cucina - ha ricordato la nutrizionista e specialista in Scienza dell’alimentazione Evelina Flachi - vanta una notevole quota proteica, apporti nutrizionali e alta digeribilità».
Per quanto riguarda le uova, il mercato italiano nel 2018 ne ha prodotte 12 miliardi e 253 milioni. Siamo il quarto produttore europeo dopo Francia, Germania e Spagna. Sempre in termini di volumi, le vendite di uova da allevamento a terra (pari al 45% dell’offerta) sono aumentate del 28%, mentre quelle da gabbie arricchite (42% dell’offerta) sono diminuite del 19%.
Le vendite delle altre due tipologie di uova sono cresciute del 12% (bio) e del 25% (da allevamento all’aperto).
«Dati che confermano quanto il pubblico si stia sempre più orientando verso un prodotto percepito come salubre e ottenuto nel rispetto del benessere animale. Dall’uovo in guscio all’ovoprodotto, il presidio dell’intera filiera produttiva garantisce i più alti standard qualitativi», ha fato notare Filippo Cerulli, responsabile relazioni esterne Eurovo, leader europeo nella produzione di uova e ovoprodotti.
Le vendite delle altre due tipologie di uova sono cresciute del 12% (bio) e del 25% (da allevamento all’aperto).
«Dati che confermano quanto il pubblico si stia sempre più orientando verso un prodotto percepito come salubre e ottenuto nel rispetto del benessere animale. Dall’uovo in guscio all’ovoprodotto, il presidio dell’intera filiera produttiva garantisce i più alti standard qualitativi», ha fato notare Filippo Cerulli, responsabile relazioni esterne Eurovo, leader europeo nella produzione di uova e ovoprodotti.
di Gabriele Ancona
vicedirettore
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