«Troppe lungaggini», Federalberghi
chiede il rinvio
del Dl Sicurezza
Ieri mattina l'audizione alla Camera, dov'è in corso la discussione del Decreto Legge. Gli albergatori contestano la riduzione dei tempi previsti per la comunicazione delle generalità degli ospiti alle questure. L'associazione propone di «di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa per avere il tempo di aggiornare le procedure».
Nel 2018 i 205mila esercizi ricettivi italiani hanno ospitato circa 128 milioni di turisti, per complessivi 429 milioni di pernottamenti; la quota maggioritaria si è diretta verso i 33mila alberghi. Con questi numeri imponenti alle spalle Federalberghi oggi è stata sentita dalle Commissioni I e II della Camera dei Deputati nell’ambito dell’audizione sul Decreto legge “Sicurezza bis”. L’incontro ha riguardato la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr'ore successive all'arrivo dei clienti, ai sensi dell’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Al centro del confronto l’articolo 5 del decreto-legge, che riduce sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che - nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle 24 ore - essa debba avvenire “con immediatezza”. Federalberghi, pur confermando la propria piena disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine, ha segnalato “la necessità di emendare il decreto-legge al fine di evitare di arrecare disagi ai turisti e di non imporre alle imprese adempimenti talvolta impossibili da realizzare”.
«Sino a oggi - ha spiegato nel suo intervento il direttore generale Alessandro Nucara - gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto».
Federalberghi propone quindi di emendare l’articolo 5 del decreto-legge “definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro e univoco, entro il quale effettuare la comunicazione e consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del ministero dell’Interno”.
Per informazioni: www.federalberghi.it
ll momento della registrazione degli ospiti
L'associazione ha chiesto «di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa, per dare al ministero dell’Interno il tempo necessario per aggiornare le procedure di acquisizione telematica dei dati e consentire il collegamento diretto e automatico tra il cervellone del Viminale e gli alberghi».Al centro del confronto l’articolo 5 del decreto-legge, che riduce sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che - nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle 24 ore - essa debba avvenire “con immediatezza”. Federalberghi, pur confermando la propria piena disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine, ha segnalato “la necessità di emendare il decreto-legge al fine di evitare di arrecare disagi ai turisti e di non imporre alle imprese adempimenti talvolta impossibili da realizzare”.
«Sino a oggi - ha spiegato nel suo intervento il direttore generale Alessandro Nucara - gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto».
Federalberghi propone quindi di emendare l’articolo 5 del decreto-legge “definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro e univoco, entro il quale effettuare la comunicazione e consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del ministero dell’Interno”.
Per informazioni: www.federalberghi.it
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