Ad agosto boom
di turisti in quota
Respirano i rifugi
Turisti al rifugio Tagliaferri |
Tanti i visitatori che hanno affollato le strutture nelle province lombarde e venete. Soddisfatto il presidente regionale di Assorifugi Guido Baccanelli: «Mai così tanta gente sulle nostre montagne».
Gino Baccanelli, presidente di Assorifugi Lombardia e gestore del Tita Secchi in Valcamonica, e Francesco Tagliaferri, storico rifugista della bergamasca Val di Scalve, concordano: «Tre turni a pranzo per mangiare, posti letto ridotti del 50%, rigoroso rispetto delle norme anti-Covid con mascherine e distanze di sicurezza: nonostante tutto questo, è andata bene e abbiano recuperato in luglio e agosto, il mese perso a giugno. Mai come quest'anno abbiamo visto tanta gente sulle nostre montagne. Siano soddisfatti».
Una stagione partita con le più pessimistiche previsioni, si sta invece risolvendo al meglio, nonostante qualche prescrizione difficilmente applicabile, come quella di garantire i servizi igienici in ogni camera. «Se poi il tempo tiene anche in settembre - ribadiscono - il bilancio sarà più che positivo».
Il turismo di prossimità ha favorito e salvato la stagione dei 300 rifugi sparsi lungo l'arco alpino. Francesco Tagliaferri è come sempre onesto e concreto: «È andata meglio del previsto, abbiano offerto un pasto a tutti e ospitalità per la notte a chi prenotava. Non possiamo lamentarci, con la disponibilità degli spazi esterni qui al Ninì Tagliaferri abbiamo garantito un buon piatto agli escursionisti». E che piatto! A quota 2.358 in alta Valle di Scalve, al passo del Venano, Francesco abbina - come abbiamo apprezzato a Ferragosto - ai formaggi e salumi locali, i più gustosi capunsei (verza ripiena) con gli imperdibili stufati e fiorentine di rara bontà. Da non perdere l'agnello al forno, l'imbattibile “regina” formaggella, e le grappe finali.
Insomma una giusta ricompensa, dopo una lunga camminata - tra le 3-4 ore - salendo da Ronco o dal Vò, di Schilpario. A gestire la struttura tutta la famiglia, con un impegno collettivo da giugno a metà ottobre, per una calda (e, quando serve, pure schietta) accoglienza, senza transigere sulle norme igieniche. La pulizia non è solo garanzia di igiene e salute, ma anche attenzione per chi arriva in quota dopo sudate escursioni.
Una stagione partita con le più pessimistiche previsioni, si sta invece risolvendo al meglio, nonostante qualche prescrizione difficilmente applicabile, come quella di garantire i servizi igienici in ogni camera. «Se poi il tempo tiene anche in settembre - ribadiscono - il bilancio sarà più che positivo».
Il turismo di prossimità ha favorito e salvato la stagione dei 300 rifugi sparsi lungo l'arco alpino. Francesco Tagliaferri è come sempre onesto e concreto: «È andata meglio del previsto, abbiano offerto un pasto a tutti e ospitalità per la notte a chi prenotava. Non possiamo lamentarci, con la disponibilità degli spazi esterni qui al Ninì Tagliaferri abbiamo garantito un buon piatto agli escursionisti». E che piatto! A quota 2.358 in alta Valle di Scalve, al passo del Venano, Francesco abbina - come abbiamo apprezzato a Ferragosto - ai formaggi e salumi locali, i più gustosi capunsei (verza ripiena) con gli imperdibili stufati e fiorentine di rara bontà. Da non perdere l'agnello al forno, l'imbattibile “regina” formaggella, e le grappe finali.
Le specialità culinarie del rifugio Tagliaferri
Insomma una giusta ricompensa, dopo una lunga camminata - tra le 3-4 ore - salendo da Ronco o dal Vò, di Schilpario. A gestire la struttura tutta la famiglia, con un impegno collettivo da giugno a metà ottobre, per una calda (e, quando serve, pure schietta) accoglienza, senza transigere sulle norme igieniche. La pulizia non è solo garanzia di igiene e salute, ma anche attenzione per chi arriva in quota dopo sudate escursioni.
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Renato Andreolassi
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