martedì 8 dicembre 2015

SOLIMAN L'ELEFANTE CHE DIEDE NOME A UN HOTEL

Soliman l'elefante

 che a Bressanone 

lasciò un hotel 

a sua memoria

La storia affascinante dello storico hotel e del pachiderma
Soliman che qui sostò nel 1551
Il ristorante è famoso per il pantagruelico…
Nei giorni scorsi, in occasione dell'inaugurazione del mercatino di Natale e della “prima” assoluta dello spettacolo multimediale “Il sogno di Soliman” proposto durante le festività natalizie e di Capodanno al Palazzo Vescovile di Bressanone ho soggiornato, a distanza di qualche anno, al mitico Hotel Elephant di Via Rio Bianco. Locale storico d'Italia di proprietà della famiglia Heiss dal 1773, questo albergo testimonia da 450 anni la storia dell'ospitalità alberghiera di Bressanone. Per la precisione fin dal lontano 1551 quando (allora era una stazione di posta per i cavalli) l'oste brissinese Andrea Posch ospitò un elefante nelle stalle della sua locanda. L'arrivo dell'elefante (un dono del re del Portogallo Giovanni III al nipote l'ardciduca Massimiliano d'Austria) è documentato nei libri di storia: era partito da una colonia dell'India (oggi Sri Lanka) e affrontò un viaggio avventuroso dapprima via mare fino a Lisbona e poi a Genova e poi su su fino alle Alpi (era diretto a Vienna). Ovunque passava era accolto dagli appplausi della popolazione. A Trento (dove in quegli anni era in corso il Concilio Tridentino) fu omaggiato anche da vescovi e cardinali. A Bressanone l'elefante con il suo seguito rimase per 14 giorni fino al 2 gennaio 1552, giorno della partenza verso Nord. Fece tappa a Innsbruck e ad Hall. Arrivò a Vienna (su barca attraverso i fiumi Inn e Danubio) nel maggio 1552 e morì a Kaiserebersdorf nel dicembre 1553. Il suo ricordo è rimasto vivo nei secoli (le ossa del piede vennero usate per creare una meravigliosa sedia, oggi esposta al monastero benedettino di Krems, mentre i resti della mummia sono esposti al Museo nazionale bavarese). Il mitico Soliman, questo il nome dell'elefante, è immortalato in uno splendido affresco della facciata dell'Hotel Elephant realizzato dal pittore brissinese Lenhard Mair.

Un piatto ricco di ogni ben di Dio

Un piatto ricco di ogni ben di Dio
Ma torniamo a noi. In apertura dicevo che avevo soggiornato in questo hotel parecchi anni fa. Sono tornato con la moglie. Atmosfera romantica, sale e scalinate cariche di storia, arredi antichi (di un antiquariato di valore) con splendida collezione di ritratti alle pareti. Parcheggio interno a fianco del giardino, personale gentilissimo. Ho soggiornato due notti: stanza spaziosa e luminosissima con balconcino sulla piazza, letto king size a tre piazze meraviglioso, cuscini morbidosi che conciliano il sonno, bagno immacolato. Frutta fresca ogni giorno in stanza e mille altre coccole. Un plauso merita anche la cucina: il giorno del nostro arrivo il giovane chef Mathias Bochmann ci ha proposto un fantastico risotto con la zucca, le castagne e il rombo. Delizioso al pari della goulaschsuppe che riscalda sempre i cuori. Simpatica la provocazione dello strudel di mele servito nel bicchiere. Al mattino colazione continentale da standing ovation: dolce e salata. Squisiti i vari tipi di pane e i dolcetti della casa. Frutta a volontà. Prima di partire ho chiesto al direttore della reception Thomas Tettamanti se avevano ancora nel menu il mitico piatto Elefante ricco di ogni ben Dio (speck, affumicati, formaggi, carni lesse e arrosto, polli, riso, verdure in agrodolce, patate, pane “Vinschgerle”). Conservo ancora il ricordo di una cena pantagruelica (parlo di 30 anni o giù di lì) con alcuni amici. Allora il piatto Elefante portato in tavola su un immenso vassoio placava l'appetito di sei persone. Oggi è ancora inserito nel menu, ma  solo su prenotazione. Chissà che, alla mia prossima visita a Bressanone, non possa ripetere quella indimenticabile esperienza. 
 Alla Hofburg il sogno di Soliman
Quest'anno il tradizionale Mercatino di Natale (il più antico dell'Alto Adige) di Bressanone ha accolto gli ospiti che ogni anno accorrono numerosi nella splendida cittadina della Valle Isarco con uno straordinario spettacolo di luci, colori e musica. Uno show multimediale della famosa compagnia francese Spectaculaires ambientato all'interno della Hofburg, lo storico Palazzo Vescovile unanimemente considerato uno dei gioielli mitteleuropei dell'arte rinascimentale e barocca. Per 22 minuti (la durata dello spettacolo) le facciate del Palazzo Vescovile, con la Madonna in trono e le statue in terracotta degli Asburgo sullo sfondo, si illuminano di luci e di colori accompagnando l'itinerario del mitico elefante che nel dicembre del 1551 fece sosta - come detto - a Bressanone per due settimane per riprendersi dalle fatiche del lungo viaggio dall'India all'Italia prima di proseguire il viaggio con destinazione Vienna (dove morirà). In questo viaggio-rievocazione l'elefante Soliman incontra figure fiabesche e personaggi storici (Wolfgang Amadeus Mozart che soggiornò più volte a Bressanone, il poeta Oswald von Wolkenstein, l'artista Martin Rainer) il tutto in un'atmosfera incantata, da sogno appunto, come suggerisce il titolo dello spettacolo: dalle foreste dello Sri Lanka, la patria di Soliman, alle Dolomiti che appaiono in tutto il loro splendore, dagli oceani in burrasca ai templi buddisti che in Soliman suscitano vecchi ricordi d'infanzia, dalla scena delle nozze con marcia nuziale tra Soliman e la sua amata elefantessa nel Duomo di Bressanone alla sarabanda finale). Un spettacolo pirotecnico di luci, suoni e colori orchestrato con rara maestria dal regista parigino Benoit Quero. Lo spettacolo, una performance esclusiva, di livello internazionale, basata sulle nuove tecniche di “mapping”, cioè video proiezioni animate, immagini in movimento, fasci di luce ed effetti luminosi in sincronia con la musica, si ripeterà ogni giorno fino al 6 gennaio 2016 alle ore 17,18, 19. La compagnia Spectaculaires, fondata dal maestro della luce Benoît Quéro, ha ideato anche gli show di luci e suoni andati in scena alla cattedrale Notre Dame di Parigi, al Duomo di Chartres e nel Bundesplatz di Berna.

Splendida collezione di presepi e il Natale medievale di Chiusa per un soggiorno a Bressanone

Splendida collezione di presepi e il Natale…
Ricordiamo che il Palazzo Vescovile di Bressanone, oltre al Museo Diocesano (con splendide testimonianze dell'arte medievale, rinascimentale, barocca e preziosi oggetti di oreficeria), ospita anche una straordinaria collezione di presepi. Presepi di carta dipinti a mano da artisti locali, statuine di legno intagliate, statue di ceramica e terracotta riccamente abbigliate con stoffe pregiate provenienti dal Tirolo, da Napoli e dalla Sicilia. Un gigantesco presepe liturgico, risalente al 1.800, racconta la vita di Cristo attraverso un numero record di figure: ben 5 mila. Ecco perchè la collezione del Museo dei Presepi di Palazzo Vescovile di Bressanone è considerata una delle più importanti d'Europa non solo per il valore artistico delle statuette dipinte o intagliate, ma anche perchè attraverso queste rappresentazioni si può ricostruire la storia civile e sociale di un popolo e di un territorio.
Il Natale medievale di Chiusa
Da non perdere, infine, per chi in questo periodo soggiorna a Bressanone o in Valle Isarco, il Natale medievale di Chiusa, località ad un tiro di schioppo da Bressanone. Si tratta di una rievocazione storica particolarmente affascinante fra i vicoli e le viuzze del centro storico. Ogni venerdì, sabato e domenica si ricrea una suggestiva atmosfera medievale con personaggi in costume, giocolieri, mangiafuoco, saltimbanchi e musica medievale tra i banchetti di artigiani dove fare acquisti di manufatti in argilla, gioielli, pantofole in feltro e prelibatezze gastronomiche come speck e dolci natalizi.
Giuseppe Casagrande
vinoecibo.

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