martedì 8 dicembre 2015

CONTRO IL TERRORISMO RIBADIAMO I NOSTRI VALORI

Contro il terrorismo ribadiamo i nostri
valori, a partire dall’ospitalità e dal cibo


Se è vero, come sostengono molti leader occidentali,

che per battere alla radice il fanatismo dell’Isis non bastano le armi (indispensabili), ma occorre anche puntare sulla cultura e sui valori di fondo del nostro vivere quotidiano, allora anche il mondo dell’enogastronomia può e deve stare in prima linea. Ai terroristi bastardi che hanno massacrato i clienti di bar o ristoranti di Parigi dovremmo rispondere in massa popolando i nostri locali pubblici. Altro che disdette o abbandono delle cene con famigliari e amici, come sembrano segnalare alcune ricerche che mettono in luce la paura di italiani e stranieri. Per non parlare di imbecilli come il preside dell’istituto Garofani di Rozzano che ha vietato i canti natalizi a scuola per evitare “provocazioni”.

Ma di che provocazioni parliamo se andiamo a mangiare una pizza o i nostri figli o nipoti cantano “Tu scendi dalle stelle”? Ribadire il nostro stile di vita (quello delle persone comuni, non certo di chi fa sfoggio di sprechi, arroganza o razzismo) è il solo modo oggi per tenere testa a chi vorrebbe farci ripiombare ai tempi delle inquisizioni o della mancanza di libertà personali. Per quanto numerosi possano essere gli assassini imbottiti di droghe che non hanno alcun Dio alle spalle, non potranno mai piegare la nostra società che, sia pure imperfetta e magari un po’ corrotta, è sempre meglio del loro regime di paura e violenza.

La convivialità e il cibo sono elementi che ormai sono entrati fortemente a caratterizzare il nostro stile di vita occidentale. Un modo di intendere la vita che poi viene mutuato in un po’ tutto il mondo. Persino nei Paesi musulmani dove, a parte le limitazioni nel bere, la Cucina (e sempre più quella italiana) diventa status symbol. Pensiamo solo a Dubai (governata da principi islamici sunniti) e a ciò che rappresenta come città simbolo e miraggio per molti soprattutto per il livello di ospitalità di hotel e ristoranti.

Anche per l’esperienza positiva di Expo, ora dobbiamo più che mai puntare i riflettori sui valori di ciò che sta attorno al cibo, partendo dai valori e dall’impegno professionale. Nel nostro piccolo è quel che cerchiamo di fare da sempre con il nostro lavoro di informazione quotidiana. E fra le nostre iniziative c’è anche il nostro sondaggio annuale sul Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione, che è partito da poche ore. Il boom di votazioni che stiamo registrando non ci ha sorpreso più di tanto perché sembra confermare che in un momento pur così difficile la gente ha bisogno di certezze materiali e psicologiche. E cosa più del cibo e del buon bere può restituire serenità e la voglia di stare insieme?

Ai nostri 144 candidati-campioni in rappresentanza di un mare di professionisti in Italia e nel mondo è quindi affidato oggi più che mai il compito di tenere alta la bandiera del nostro modo di vivere, dando con ciò un contributo di positività alla battaglia che probabilmente dovremo combattere ancora per lungo tempo.

italiaatavola

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