Italian Wine
& Food Institute
Il vino tricolore
cede il passo
negli Usa
Idati dell'Italian Wine & Food Institute confermano che il 2017 dei vini italiani negli Usa si è concluso, come ampiamente anticipato, senza particolari variazioni rispetto all’anno precedente. Da notare solo un lieve nominale incremento dello 0,9% in quantità e dell’1,4% in valore dovuto al cambio Dollaro-Euro.
Nel rendere noti i dati, Lucio Caputo, presidente dell'Istituto, ha sottolineato come, al blocco dell’espansione delle esportazioni italiane ha fatto riscontro un considerevole aumento delle esportazioni dei vini francesi che hanno fatto registrare un ben più consistente e considerevole incremento del 15,7% in quantità e del 16,9% in valore.La Francia si è saldamente installata al secondo posto in valore, fra i paesi esportatori verso il mercato Usa, tallonando sempre più da vicino l’Italia, nonostante esporti in quantità meno della meta dell’Italia. Alla situazione di stallo delle esportazioni italiane ha fatto riscontro anche il notevole incremento delle esportazioni dall’Australia, secondo paese fornitore del mercato Usa, che ha visto le proprie esportazioni aumentare in quantità di ben il 23,9% (anche se circa il 50% delle esportazioni australiane sono di vino sfuso) ed il buon andamento del totale delle importazioni vinicole americane salite del 7% in quantità e del 5,8% in valore.
Complessivamente, nel 2017, le importazioni statunitensi sono ammontate, secondo quanto reso noto dall’Italian Wine & Food Institute, a 9.423.690 ettolitri, per un valore di 4.215.662.000 $, contro gli 8.809.660 ettolitri, per un valore di 3.984.224.000 $, del 2016. Le esportazioni italiane, che rimane anche nel 2017 il primo paese fornitore del mercato statunitense, sono ammontate a 2.547.270 ettolitri, per un valore 1.351.114.000 $, contro i 2.525.110 ettolitri, per un valore di 1.332.350.000 $, del 2016 con un aumento dello 0,9% in quantità e dell’1,4% in valore. L’Italia detiene il 27% del mercato di importazione in quantità ed il 32% in valore.
L’Australia, secondo paese fornitore del mercato Usa in quantità e quarto in valore, ha esportato 1.774.150 ettolitri, per un valore di 358.868.000 $, contro i 1.432.180 ettolitri, per un valore di 349.058.000 $, del 2016. Il Cile, terzo paese fornitore del mercato Usa in quantità e quinto in valore, ha esportato 1.399.410 ettolitri, per per un valore di 270.102.000 $, contro 1.532.800, ettolitri, per un valore di 272.700.000 $, del 2016. La Francia, quarto paese fornitore del mercato Usa in quantità e secondo in valore, ha esportato 1.204.140 ettolitri, per un valore di 1.070.202.000 $, contro 1.041.100 ettolitri, per un valore di 915.595.000 $, del 2016.
Da sottolineare anche che il 73,5% del totale delle esportazioni vinicole in quantità è fornito da quattro paesi (nell’ordine: Italia, Australia, Cile e Francia, paesi che superano tutti il milione di ettolitri) ed il 72,3% del totale delle esportazioni vinicole in valore da altri quattro paesi (nell’ordine: Italia, Francia, Nuova Zelanda e Australia). Tali percentuali salgono rispettivamente all’86,9% ed all’88,3% se si aggiungono la Nuova Zelanda e l’Argentina. Sei paesi monopolizzano quindi il mercato vinicolo statunitense, lasciando poco spazio a tutti gli altri paesi produttori di vino.
Da sottolineare infine, sempre secondo la nota dall’Italian Wine & Food Institute, il continuo incremento, anche se a tassi molto più contenuti di quelli degli anni passati, delle esportazioni di spumanti italiani che nel 2017 sono ammontate a 695.040 ettolitri, per un valore di 381.595.000 $, contro i 622.540 ettolitri, per un valore di 347.997.000 $, del 2016 con un incremento dell’11,6% in quantità e del 9,6% in valore, contro il 30,8% in quantità ed il 36,4% in valore fatti registrare nel 2016. Da notare che l’Italia esporta poco più del doppio della Francia in quantità ma poco meno della metà in valore.
italiaatavola
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