Vino italiano,
il peso della Brexit
Si stimano tagli
per 52 milioni l'anno
L'impatto della Brexit sul vino europeo e italiano rischia di essere pesante, con penalizzazioni addirittura maggiori di quelle previste per l'agricoltura. Si parla di riduzioni in valore per l'Italia pari a 372 milioni tra il 2021 e il 2027, valore che coincide con quanto è destinato oggi al vino italiano.
Lo studio è stato effettuato dal Ceev - Comité européen des entreprises vins, ovvero l'associazione europea delle industrie del vino, che sarà diffuso in Italia nei prossimi giorni dall'Uiv - Unione italiana vini.Bisogna partire da un presupposto più generale: secondo stime già ribadite a inizio gennaio dal commissario Ue al Bilancio, Gunther Oettinger, il buco netto stimato per le casse Ue e legato all'uscita del Regno Unito dall'Unione oscilla tra i 12 e i 14 miliardi di euro, che è in realtà il saldo tra quanto Londra corrisponde a Bruxelles e quanto invece riceve sotto forma di aiuti dalle casse comunitarie. Un buco che non potrà non lasciare segni sulle casse della Politica agricola Ue.
Come scenario c'è una sostanziale invarianza dei finanziamenti, nel caso in cui gli Stati membri riescano a far fronte ai contributi aggiuntivi ai tagli causati dalla Brexit, oppure un taglio lineare del 30% sui contributi all'agricoltura (sia sotto forma di aiuti diretti che di contributi allo sviluppo rurale).
Chi ci rimetterà, e non poco, sarà il vino, che rischia appunto penalizzazioni maggiori della media dell'agricoltura. I tagli alla Pac infatti sono nell'ordine del 10%, mentre nel caso specifico del vino potrebbero sfiorare il 15% dei contributi al settore. Si parla per l'Italia di 372 milioni di euro tra il 2021 e il 2027, quindi una decurtazione che graverebbe sul budget italiano del vino per circa 52 milioni di euro l'anno.
Entrando nello specifico, nel dettaglio delle singole misure, è previsto un alleggerimento cospicuo sul capitolo di spesa storicamente più importante, le ristrutturazioni dei vigneti, che perderebbero circa 26 milioni annui. Ma un impatto significativo è atteso anche sulla promozione del vino all'estero (che vale circa 100 milioni di euro l'anno) e per la quale si prevede un taglio di 14 milioni.
«Si tratta di previsioni preoccupanti che speriamo di riuscire a evitare - commenta il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, come riportato da Il Sole 24 Ore– perché si rischia di penalizzare in maniera significativa alcune leve chiave della competitività del vino italiano». Secondo i dati dell'Uiv, infatti, tra il 2009 e il 2016 con i fondi dell'Ocm vino sono stati ristrutturati 235mila ettari di vigneto, con oltre 56mila beneficiari dei contributi, contributi che su questa specifica misura, in 7 anni hanno superato il miliardo di euro.
Per quanto riguarda invece gli investimenti in promozione, questi hanno favorito importanti progressi del vino italiano in mercati strategici come Usa, Canada, Russia, Giappone e Cina. I circa mille beneficiari, tra il 2009 e il 2016 hanno potuto contare su quasi mezzo miliardo di euro di contributi. Finanziamenti che hanno avuto effetti evidenti: nel periodo 2009-2016, l’export di bottiglie made in Italy è balzato da 3,5 a 5,6 miliardi di euro (e nel 2017 si vicinerà a quota 6 miliardi), raddoppiando il fatturato sui mercati extra Ue.
«Queste spese a favore del vino - conclude Castelletti - si sono rivelate un investimento netto per l’economia europea, capace cioè di generare ricchezza. Il negoziato è ancora lungo e faremo di tutto per far pesare i numeri del vino. Un settore che a livello europeo assorbe appena il 2% del budget agricolo Ue ma genera esportazioni per 10 miliardi di euro (il 9% dei 117 dell’intero settore agroalimentare). Lotteremo perché il vino mantenga la propria specificità e il proprio budget all’interno del settore agricolo Ue. Questo sarà il primo dossier che porteremo al tavolo del prossimo ministro dell’Agricoltura».
Nessun commento:
Posta un commento