lunedì 16 aprile 2018

Eventi meteo estremi: i 10 maggiori pericoli


Eventi  meteo estremi:
i 10 maggiori pericoli

L’European Environment Agency ha pubblicato un report con i rischi che procurerà il cambiamento climatico nel XXI secolo:
siccità, inondazioni, cicloni e altri ancora che ci sorprenderanno.
l periodo in cui ci si appellava ad una risoluta azione climatica globale, per evitare un futuro di eventi climatici estremi, è finito. Quel domani è diventato per tutti un presente ingombrante e difficile da giustificare, vista la rapida involuzione registrata negli ultimi anni. L’Agenzia ambientale europea (AAE) ha documentato gli impatti meteorologici e climatici che hanno interessato il Vecchio Continente dal 1980 al 2016, stilando una lista degli eventi più pesanti per la salute umana, l’ambiente e l’economia. 
Nel report  Climate change adaptation and disaster risk reduction in Europe - enhancing coherence of the knowledge base, policies and practices (Adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio di catastrofi in Europa - rafforzare la coerenza della base di conoscenze, delle politiche e delle prassi), l’AAE illustra i 10 maggiori pericoli naturali in Europa che, nel giro di solo 36 anni hanno provocato perdite economiche per un totale di 450 miliardi di euro. Le proiezioni climatiche mostrano che rischi aumenteranno in frequenza e gravità nei prossimi decenni in tutta Europa.
1. ONDATE DI CALORE
Secondo il report tra qualche anno le ondate di calore saranno più frequenti e durature in Europa. Se le emissioni di gas dell’effetto serra non diminuiscono, gli eventi di calore estremo, come quelli vissuti tra il 2003 e il 2010, compariranno ogni due anni dal 2050. A quanto pare il sud e il sud-est del continente europeo saranno le zone con le temperatura più alte. Questo scenario supporrebbe gravi rischi per la salute, soprattutto per le persone che abitano nelle conche idrografiche di bassa altitudine del sud d’ Europa e delle coste del Mediterraneo.
2. PRECIPITAZIONI INTENSE
Il riscaldamento globale aumenterà l’intensità delle piogge e della siccità. Gli studi dimostrano che un’atmosfera calda ha un effetto intensificante: le regioni secche diventano più aride e quelle umide più piovose, ma entrambe hanno una cosa in comune. Le precipitazioni, quando arrivano, sono molto più forti. Le proiezioni prevedono un aumento della frequenza, intensità e quantità di piogge torrenziali in Europa.
3. INONDAZIONI
Questo punto è strettamente connesso con il precedente. I modelli per la fine del XXI secolo proiettano un aumento delle inondazioni nelle Isole Britanniche, il nord-est e sud-est della Francia, nord Italia e alcune regioni del sud-est della Spagna, i Balcani e i Carpazi. Si prevede anche un aumento lieve sull’Europa centrale e la zona superiore del Danubio. Al contrario ci sarà una riduzione di questo rischio nel nord-est d’Europa dovuto alla diminuzione del manto nevoso e pertanto degli aumenti dovuti al disgelo.
4. CICLONI
Le tendenze dei cicloni subtropicali continuano a essere una sfida scientifica, anche se negli ultimi anni i progressi sono stati significativi. Gli studi scommettono su un cambiamento di traiettoria delle burrasche atlantiche. A quanto pare i cicloni visiteranno sempre più con frequenza l’Europa Centrale, aggirando la maggior parte il mar di Norvegia e il Mediterraneo. Nei prossimi decenni le burrasche atlantiche della stagione estiva diminuiranno. D’inverno i cicloni saranno intensi al nord Europa con raffiche di vento più potenti, ma deboli al sud.
5. SMOTTAMENTI DELLA TERRA
Questo rischio, come le inondazioni, è vincolato all’aumento della temperatura e di conseguenza all’intensità delle piogge. Con i forti temporali aumenterà la caduta di rocce, terra e flussi di macerie. L’ambiente più caldo e i cambiamenti negli schemi delle precipitazioni avranno effetto sulle condizioni di stabilità dei pendii provocando crolli superficiali. Secondo il report della AAE le montagne del nord Europa registreranno il maggior impatto.
6. SICCITÀ
Questi studi proiettano un aumento dell’aridità al sud d’Europa dalla metà del XXI secolo, con incrementi nella longitudine, magnitudine e aree degli eventi di siccità. Al contrario, prevedono un’impatto minore nel nord del continente. I pronostici mostrano un chiaro aumento nella Penisola Iberica, il sud d’Italia e il Mediterraneo orientale, soprattutto verso la fine del secolo.
7. INCENDI FORESTALI
L’aumento della siccità e del calore nell’area mediterránea e al sud d’Europa lascerebbe un panorama più incline ai grandi incendi. Questi cambiamenti proiettati aumenterebbero la durata e la gravità dei fuochi che finirebbero per aumentare la desertificazione. Inoltre, il pericolo di incendi potrebbe propagarsi fino al nord con l’aumento delle temperatura medie. Questo coinvolgerebbe il centro d’ Europa.
8. VALANGHE
Con l’aumento delle temperatura, gli accumuli di neve diminuiranno al di sotto dei 1500-2000 metri di altezza, ma aumenteranno a quote alte. Sulle Alpi occidentali, per esempio, le possibilità che si producano valanghe diminuiranno ad altitudini medie, ma aumenteranno al di sopra dei 2500 metri dovuto al possibile aumento di episodi di precipitazioni forti.
9. GRANDINATE
Le proiezioni indicano un incremento degli indici di energia potenziale convettiva disponibile che sfocerebbero in temporali più violenti. Nonostante ció si osservano anche diminuzioni nelle correnti del vento e questo ridurrebbe la probabilità di grandinate, anche se non in tutte le zone allo stesso modo. Nelle Isole Britanniche e Germania si prevede un aumento delle dimensioni della grandine, ma questi pronostici sono ancora molto incerti.
10. MAREGGIATE
Il report include anche previsioni che indicano un aumento del livello del mare nel XXI secolo e oltre. Inoltre le mareggiate di tempesta potrebbero aumentare e contribuirebbero in modo significativo agli aumenti proiettati sull’altezza dell’inondazioni prevista tra 50 anni, soprattutto al nordest d’Europa. Il comportamento delle mareggiate è particolarmente notevole nel canale di Bristol e nel golfo di Saint-Malo.
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