martedì 18 dicembre 2018

ANALISI SENSORIALE RICCHI E POVERI IN BASE AGLI AROMI


ANALISI SENSORIALE 
RICCHI E POVERI 
IN BASE AGLI AROMI


Con le invasioni barbariche e la caduta dell’Impero romano d’Occidente si fanno largo nuove tradizioni enogastronomiche e sensoriali, infatti durante il Medioevo era costume mescolare il dolce con l’aspro, ricoprire le vivande con forti spezie come veniva tramandato dai cuochi dell’epoca, convinti che i sapori artefatti fossero la prerogativa di una cucina ricca, forse l’antenata dell’attuale cucina americana carica di salse.
Ma allora il motivo c’era: a dividere la tavola dei poveri, semplice e vestita di aromi abituali, da quella dei ricchi e dei potenti, ci pensavano le spezie. Costosissime e ammantate di promesse di lunga vita, potenza sessuale e benessere psicologico, costituivano un ingrediente così rilevante dal punto di vista economico da provocare guerre e disegnare alleanze. È una situazione che si coglie molto bene nel trattatello di Carlo Cipolla in cui, con singolare ironia, il noto economista ipotizza che la prima crociata sia stata lanciata dal Papa per avere nuovamente l’accesso alle forniture di pepe, fondamentale per garantire la crescita demografica in Europa.
Durante i secoli bui prosegue l’indagine attorno al meccanismo conoscitivo. Tra coloro che si sono dedicati alla ricerca riguardo la conoscenza percettiva annoveriamo i nomi di
Papa Gregorio Magno I (540 – 604)
Papa Gregorio Magno I (540 – 604) e del monaco irlandese Giovanni Scoto Eriugena (810 circa – 877 circa). Nel campo della percezione questi abbracciano le tesi del predecessore Agostino e di conseguenza la tradizione dell’innatismo neoplatonico. Secondo Gregorio Magno corpo e anima sono inscindibili e i meccanismi di percezione, attraverso i cinque sensi, sono l’elemento capace di mettere in relazione l’uomo interiore con quello esteriore. La bocca viene individuata come il luogo in cui si concretizzano gli stimoli sensoriali ricevuti dal cervello, dove si manifesta il piacere palatale. Avendo il Papa individuato l’esperienza sensoriale come un piacere capace di pervadere corpo e quindi anima rischiando di scivolare nell’eccesso, per tutelare l’esperienza sensoriale che doveva essere sempre volta come fine ultimo alla conoscenza di Dio, il sostenitore della moderazione, Gregorio Magno introdusse il peccato di gola, diventando il fautore del fioretto più gettonato durante la Quaresima

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