ANALISI SENSORIALE
RICCHI E POVERI
IN BASE AGLI AROMI
Con le invasioni barbariche e la caduta dell’Impero romano d’Occidente si fanno largo nuove tradizioni enogastronomiche e sensoriali, infatti durante il Medioevo era costume mescolare il dolce con l’aspro, ricoprire le vivande con forti spezie come veniva tramandato dai cuochi dell’epoca, convinti che i sapori artefatti fossero la prerogativa di una cucina ricca, forse l’antenata dell’attuale cucina americana carica di salse.
Ma allora il motivo c’era: a dividere la tavola dei poveri, semplice e vestita di aromi abituali, da quella dei ricchi e dei potenti, ci pensavano le spezie. Costosissime e ammantate di promesse di lunga vita, potenza sessuale e benessere psicologico, costituivano un ingrediente così rilevante dal punto di vista economico da provocare guerre e disegnare alleanze. È una situazione che si coglie molto bene nel trattatello di Carlo Cipolla in cui, con singolare ironia, il noto economista ipotizza che la prima crociata sia stata lanciata dal Papa per avere nuovamente l’accesso alle forniture di pepe, fondamentale per garantire la crescita demografica in Europa.
Durante i secoli bui prosegue l’indagine attorno al meccanismo conoscitivo. Tra coloro che si sono dedicati alla ricerca riguardo la conoscenza percettiva annoveriamo i nomi di
Papa Gregorio Magno I (540 – 604) |
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