Natale e Capodanno
a Roma
Chef ai fornelli,
vince la tradizione
Dal centro storico, passando per le vie dello shopping, i quartieri della movida, una Roma vestita a festa offre a turisti e golosi di tutto il mondo un viaggio attraverso l’enogastronomia tradizionale e innovativa. Proposte, italiane e non, in grado di sedurre i palati più esigenti eseguite da alcuni dei migliori chef capitolini.
Se la Capitale è nota per i cenoni nei suoi grandi alberghi altrettanto irresistibili sono le proposte, sempre all’insegna dell’alta qualità, dei suoi bistrot. Ad un costo decisamente più contenuto si possono degustare sapori, profumi e piatti che non hanno nulla da invidiare a ben più celebrate tavole. Ed in quanto a convivialità, l’atmosfera più informale sicuramente non mancherà di regalare piacevoli sorprese.«A Natale conto più sulla tradizione: Baccalà fritto, minestra broccoli ed arzilla, abbacchio fritto, mentre a Capodanno vado più sull’innovazione con ingredienti prestigiosi quali foie gras, ostriche. Per brindare, ma è un gusto tutto personale preferisco lo champagne. Trascorrere i pranzi delle feste fuori dalle mura domestiche vuol dire per una intera famiglia godersi interamente la cena oppure il pranzo. Nessuno lavora e tutto rimane pulito in cucina. Ovviamente al ristorante si trovano piatti differenti da quelli che di solito si preparano a casa e anche se sono portate tradizionali, sicuramente sono più curiosi ed innovativi».
Oliver Glowig
Questa la filosofia di Oliver Glowig che nella Capitale offre due location differenti, al Mercato Centrale, vicino alla Stazione Termini, con La Tavola, Il Vino e la Dispensa, e per chi ha voglia di una bella passeggiata alle porte di Roma, il Barrique a Poggio Le Volpi. Nel primo caso il cenone di Capodanno è un viaggio nei classici della cucina tradizionale nel centro sud, mentre nella barricaia si punta su Risotto alla camomilla con astice, polvere di capperi e miele, Capocollo di maialino con cotica croccante, salsa ai grani di senape e confettura di mela cotogna.Tra piazza Navona e Campo dè Fiori, Pantaleo è il salotto dedicato a food, wine e mixology, regno dello chef Marzio Troiano: «Per quello che riguarda il menu natalizio ho preso un piatto della tradizione siciliana che ha versioni rivisitate in ogni regione del Sud, ovvero la Caponata. Mentre per Capodanno protagonista il Risotto Acquarello Ostriche e Champagne, tra gli abbinamenti di eccellenza del veglione dell’ultimo dell’anno. Irrinunciabile poi è la frutta secca che si inserisce facilmente in ogni ricetta di questo periodo e va ad impreziosire le pietanze».
È comunque la convivialità il plus. «Piatti ed ingredienti della tradizione sono presentati con un po’ di innovazione senza esagerare. Trascorrere una serata così speciale con un menu studiato appositamente è secondo me una coccola che tutti dovrebbero concedersi. Di solito queste feste si passano in famiglia, la nostra concezione è quella di ricostruire la familiarità e lo stare a proprio agio anche fuori dalle mura domestiche, in modo da sentirsi coccolati allietati da ottima musica, buon cibo e drink, rendendo così la serata magica. Dopo tanti anni all’estero sono ancora più attaccato a quello che è made in Italy in tutti gli ambiti del food & beverage, credo però che la bollicina francese resti comunque un prodotto che senza dubbi rappresenta l’emblema di momenti esclusivi e speciali. Quindi scelgo lo champagne».
Il fascino di un giardino rigoglioso, cenare in una atmosfera rilassante dove il tempo sembra scorrere lentamente è la peculiarità di Madre. «L’ingrediente immancabile - dichiara lo chef Andrea Sacerdoti - è il pesce, che mi tiene legato alla tradizione ma mi dà anche la possibilità di variare. Per quest’anno il piatto che più rappresenta la nostra filosofia è un Ceviche di gamberi con glassa al mezcal in quanto unisce il mio elemento basilare ai sapori di Madre. Per brindare noi consigliamo un Franciacorta per dare un senso di appartenenza e territorialità legata alla tradizione. Madre ha un mood prevalentemente sudamericano ma con ferree radici italiane e le bollicine nostrane ci rappresentano al meglio. Le festività sono uno dei momenti dove è consuetudine che le famiglie si riuniscano. Il ruolo dello chef è quello di avvicinare le famiglie alla tradizione adeguandola ai nostri giorni. Dietro ogni cenone c’è sempre una madre o una nonna intenta ad organizzare e fare in modo che tutto sia perfetto. Noi siamo pronti ad accogliervi alla stessa maniera».
Scorre sul doppio binario buona cucina e cocktail sapientemente miscelati la proposta del Caffè Propaganda bistrot dalle atmosfere tipiche dei locali di inizio XX sec., ubicato alle spalle del Colosseo. Lo chef Antonio Cosmai non ha dubbi: «Il piatto emblematico di queste vacanze sono i Tagliolini fatti in casa con tartufo bianco di Alba, due must per le feste, una pasta fatta in casa ed un ingrediente pregiato come il tartufo che sia bianco o nero. Libertà per il brindisi con suggerimento bipartisan: Metodo classico Vezzoli brut e champagne Billecart Salmon rosè. Nel mio menu va in scena la tradizione sicuramente, anche se si trascorre il cenone in un locale. Per questo ci piace unire piatti “fatti” in casa con ingredienti pregiati per far sentire alle persone quell'atmosfera domestica e conviviale».
Per chi non vuole perdersi il fascino di una atmosfera tipicamente francese, affascinante come le antiche brasserie parigine, il nome giusto è Madeleine in zona Prati. Piatti di tradizione italiana e romana, uniti ai profumi d’oltralpe nel gusto e nelle presentazioni, dove l’eccellenza delle materie prime viene esaltata da tecniche di cottura rigorose.
«Consiglio - spiega entusiasta lo chef Niccolò Natalini - di trascorrere il cenone fuori dalle mura domestiche poiché noi chef in questo giorno diamo un po’ di sfogo alla nostra passione e cerchiamo di proporre menu ricchi in cui tutti possono gustare ingredienti magari dimenticati nel corso dell'anno. Per i menu delle feste non posso dimenticarmi della tradizione, quindi mi diverto a rivisitare piatti classici con un po’ di innovazione, restando pero ben saldo alle radici della nostra cultura. Quello più rappresentativo è sicuramente il cappellaccio ripieno di crema di scampi con scampo crudo limone e nocciole tostate. Un richiamo alla tradizione ma con un pizzico di creatività! È senza dubbio lo scampo fresco, l’ingrediente indispensabile presente nei miei natali sin da quando ero piccolo. Per il brindisi consiglio di sicuro di rimanere in Italia! Non abbiamo nulla da invidiare ai migliori champagne francesi grazie alla nostra capacità e cultura in campo di vini e spumanti! Scelgo un ottimo Francia corta».
di Sabino Cirulli
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