Piatti natalizi
tra moda e tradizioni
I semi di canapa
nella pasta ripiena
Ogni periodo festivo ha la sua tradizione culinaria. La pasta ripiena è il piatto più evocativo, non ha stagione né confini. Anche se sotto vari nomi, rispettando le varie usanze, la troviamo in ogni parte del mondo.
È molto versatile sia per composizione dell’impasto, che per la forma, che per la farcia e sia che si adatti a preparazioni dolci o salate. La tradizione prevede una sfoglia composta da farina e acqua, con eventuale aggiunta di uova, e da un ripieno che può essere a base di formaggio e verdura o carne. La moda del momento ci porta però alla scoperta ed all’uso dei semi.
Alcuni di questi, come ad esempio quelli di lino, hanno avuto un utilizzo a scopo terapeutico e non alimentare, come cataplasmi per alleviare costipazione delle vie aeree o ad uso cosmetico per il gel derivante dalla macerazione. Ora è il momento della canapa, pianta derivante da un tipo di cannabis ma che non ha nulla a che fare con quella che ha azione psicotropa.
Di questo vegetale si utilizzano i semi - che possono essere consumati crudi e cotti - per spremitura a freddo producono un olio dal sapore intenso di nocciola ma che irrancidisce rapidamente e va quindi tenuto in frigo e consumato in fretta, oppure possono essere messi in macerazione in acqua per alcune ore e frullati per ottenere un latte dal quale è possibile produrre anche il tofu. O semplicemente si produce una farina che può essere aggiunta ad altre farine per varie ricette.
I nutrienti principali contenuti in quasi tutti i semi sono proteine, carboidrati, lipidi, vitamine, fibre, Omega 3 e 6 che hanno una certa rilevanza soprattutto per combattere colesterolo, trigliceridi ed ipertensione. In quelli di canapa pare che questi elementi siano contenuti in quantità apprezzabile.
Ma, hanno un “ma”, sono non del tutto digeribili e possono indurre ad un "ristagno intestinale". Per questo vanno assunti con abbondante liquido e vanno invece sconsigliati per chi soffre di diverticolosi. L’uso deve essere moderato ed il dosaggio può essere controllato nelle tabelle dietetiche dei vari istituti sanitari, sia perché possono interferire con l’assorbimento di terapie sia per la presenza di anti-nutrienti. Tra i vari semi sembra che quelli di chia siano quelli con minori avvertenze tranne quella di assumere molto liquido.
Alcuni di questi, come ad esempio quelli di lino, hanno avuto un utilizzo a scopo terapeutico e non alimentare, come cataplasmi per alleviare costipazione delle vie aeree o ad uso cosmetico per il gel derivante dalla macerazione. Ora è il momento della canapa, pianta derivante da un tipo di cannabis ma che non ha nulla a che fare con quella che ha azione psicotropa.
Di questo vegetale si utilizzano i semi - che possono essere consumati crudi e cotti - per spremitura a freddo producono un olio dal sapore intenso di nocciola ma che irrancidisce rapidamente e va quindi tenuto in frigo e consumato in fretta, oppure possono essere messi in macerazione in acqua per alcune ore e frullati per ottenere un latte dal quale è possibile produrre anche il tofu. O semplicemente si produce una farina che può essere aggiunta ad altre farine per varie ricette.
I nutrienti principali contenuti in quasi tutti i semi sono proteine, carboidrati, lipidi, vitamine, fibre, Omega 3 e 6 che hanno una certa rilevanza soprattutto per combattere colesterolo, trigliceridi ed ipertensione. In quelli di canapa pare che questi elementi siano contenuti in quantità apprezzabile.
Ma, hanno un “ma”, sono non del tutto digeribili e possono indurre ad un "ristagno intestinale". Per questo vanno assunti con abbondante liquido e vanno invece sconsigliati per chi soffre di diverticolosi. L’uso deve essere moderato ed il dosaggio può essere controllato nelle tabelle dietetiche dei vari istituti sanitari, sia perché possono interferire con l’assorbimento di terapie sia per la presenza di anti-nutrienti. Tra i vari semi sembra che quelli di chia siano quelli con minori avvertenze tranne quella di assumere molto liquido.
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