Le tre dimensioni
dello Champagne
Corso
di formazione
per scoprirne
i segreti
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Si è svolta al Principe di Savoia di Milano la 3ª edizione di un evento completamente dedicato alla formazione sulla denominazione promosso dal Bureau du Champagne in Italia che è nel nostro Paese il Comité Champagne.
Il numero tre è stato il filo conduttore dell’Académie 2018, che conclude un ciclo iniziato nel 2016 con il tema dei millesimati per passare l’anno successivo a parlare di cuvée mentre le tre masterclass dell’edizione 2018 sono state organizzate per scoprire la diversità dello Champagne con in degustazione 15 cuvée.Prima parte dal titolo “I tre vitigni della Champagne” condotta da Andrea Gori, ambasciatore dello Champagne 2011 per conoscere le caratteristiche delle diverse varietà Pinot nero, Meunier e Chardonnay con un excursus sulla storia della viticoltura del territorio e la consapevolezza della nascita del vino frizzante intorno al XIV secolo.
In degustazione per capire l’essenza: Pommery Apanage blanc de blancs brut, 100% Chardonnay di cui il 70% della Côte des Blancs non millesimato, 45 mesi sui lieviti; A. Bergère Les Clos, 100% Meunier con 36 mesi sui lieviti, base dei vini annata 2014; Ernest Remy Grand Cru Blanc de noirs, 100% Pinot noir 36 mesi sui lieviti della zona di Mailly nel nord della Montagne de Reims; Pol Roger Réserve brut Pinot noir, Meunier e Chardonnay, 48 mesi sui lieviti, un brut maison con 30 cru presenti e 25% di vini di riserva; Veuve Clicquot Rosé, 50% Pinot noir, 28% Chardonnay, 15% Meunier e la rimanenza Pinot noir aggiunto con 30%-45% vini di riserva; Laurent Perrier Cuvée rosé, 100% Pinot noir 60 mesi sui lieviti, 12 cru della Montagne de Reims, lenta macerazione da 48 a 72 ore del Pinot noir.
Si è passati poi ad esaminare “Le tre fermentazioni” con Helga Barroso, enologa del Comité Champagne, ovvero le tre tappe fondamentali che racchiudono proprio la magia della sua elaborazione ovvero la fermentazione alcolica, la malolattica, fatta da circa l’80% dei vini, e la presa di spuma che avviene in bottiglia.
In degustazione per comprendere i diversi stili a seconda della scelta fatta dello chef de cave: Lanson Black Label senza malolattica, assemblaggio 35% Chardonnay, 50% Pinot noir e 15% Meunier con affinamento 3 anni; Duval-Leroy Fleur de Champagne Brut Premier Cru, lunga malolattica per scelta aziendale contro le 2 o 4 settimane può durare anche un anno, un assemblaggio di Chardonnay e Pinot noir con affinamento 3 anni; Taittinger Prélude Grands Cru, tre fermentazioni, un assemblaggio di 50% Chardonnay e 50% Pinot noir, affinamento 5 anni. Al termine per scopi didattici una rara opportunità, quella di degustare un vin clair dell’annata 2018, molto calda, 100% Meunier, proveniente da una particella sperimentale del Comité Champagne. Un vino fermo che ha fatto solo la prima fermentazione, colore gradevole, molto fruttato, non completamente trasparente, piacevole, frutto di una vendemmia eccezionale.
Per finire il racconto “I tre stadi di evoluzione dello Champagne dopo la prise de mousse” con Pietro Palma, ambasciatore dello Champagne 2018 o meglio come si evolve con l’affinamento sulle fecce fini con protagonista il tempo. Giovinezza, maturità e pienezza i tre momenti ben evidenti nei vini in degustazione un vino di assemblaggio Collard Picard Cuvée Prestige 50% Chardonnay, 25% Pinot noir e 25% Meunier senza fermentazione malolattica, maturazione in botti grandi di rovere, sboccatura febbraio 2018 con 2 anni sui lieviti; Paul Louis Martin Cuvée Vincent Grand Cru 2011, 100% Chardonnay, 5 anni sui lieviti con ricordi olfattivi che si spostano verso la maturità; Deutz Hommage à William Deutz 2010, 100% Pinot noir, tirage agosto 2011, sboccatura marzo 2018, 6 anni e mezzo sui lieviti, piena maturità con un olfatto importante; Moët & Chandon Grand Vintage 2009, 50% Pinot noir, 36% Chardonnay, 14% Meunier, sboccatura ottobre 2017, 7 anni sui lieviti; Delamotte Blanc de blancs Millésimé 2008, 100% Chardonnay, tirage primavera 2009, sboccatura quarto trimestre 2017, oltre 8 anni sui lieviti; Vieille France Cuvée Millésimé 2006, 60% Pinot noir e 40% Chardonnay, con 10 anni sui lieviti.
di Piera Genta
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