Food influencer
Una piazza
sempre più
affollata
Oggi si riferisce a una professione ambita, un oggetto di studio universitario, ma anche di gossip e polemiche. Cosa è oggi un influencer?
È chi, attraverso i media digitali, riesce a muovere il mercato in cui è specializzato.
I food influencer, nello specifico, parlano di trend alimentari, di ricette o raccontano in diretta gli eventi ai quali partecipano. Ognuno di loro ha un modo diverso di raccontare la propria quotidianità e i propri gusti: a volte premia la spontaneità e l’ironia, a volte la professionalità e la formazione (non solo “food lover”, ma anche laureati in scienze alimentari, sommelier e gastronomi).
Tra i pionieri italiani ricordiamo Sonia Peronaci, fondatrice di GialloZafferano, e Chiara Maci, creatrice insieme ad Angela del blog “Sorelle in pentola”. Agli inizi era tutto più semplice, erano poche le persone che giocavano con la propria immagine online cercando di sfondare o semplicemente raccontandosi attraverso una piattaforma libera e per tutti. Oggi la situazione è cambiata: gli influencer sono quadruplicati e i più importanti raggiungono numeri e statistiche davvero invitanti per aziende e azioni di marketing.
La professione di influencer va infatti a braccetto con il mondo della pubblicità: i social network sono il perfetto palcoscenico dove chiunque è libero di esprimere la propria opinione e può venire ascoltato anche senza essere un personaggio noto o famoso. Il valore degli influencer è proprio questo: rappresentano la persona “della porta accanto”, che potresti trovare in coda al supermercato, al quale chiedere un consiglio sulla marca di pasta migliore per preparare gli spaghetti alla carbonara.
Per un’azienda potrebbe essere quindi consigliabile investire il budget dedicato al marketing anche in collaborazioni con influencer? La risposta, purtroppo, non può essere sempre la stessa. Il mondo delle “digital pr” è infatti in continua evoluzione e oggi non è così semplice trovare il perfetto testimonial per il proprio prodotto. Complici metodi fumosi come l’acquisto di “follower” o di “like”, bisogna partire da un’attenta analisi per scegliere il portavoce adatto senza incappare in inganni digitali o in risultati non soddisfacenti.
Se agli inizi bastava inviare il prodotto da far fotografare all’influencer del momento per far sì che le vendite o l’interesse nei confronti del proprio brand aumentassero, oggi non è più così: il gioco ha regole diverse e non vince più chi ha i numeri alti ma chi comunica con i propri follower in modo vincente. Meglio 10mila follower ma buoni che un milione in silenzio stampa. L’influencer del 2019 risponde alle richieste, dà notizie in anteprima, tratta ogni follower in modo personale e non standardizzato e premia i più fedeli proprio come se fosse una piccola azienda.
Gli influencer “vorrei ma non posso” si riconoscono subito: hanno poche interazioni sul profilo, testi copia-incolla e scarsa originalità nel creare contenuti. In questo caso il gioco può non valere la candela perché il prodotto pubblicizzato potrà anche raggiungere in pochi secondi mille like, ma avrà poca importanza nel lungo periodo, con un effetto “mordi e fuggi”.
Oggi le aziende hanno bisogno di testimonianze spontanee, autentiche e di valore. Addio ai freddi comunicati stampa e un benvenuto alle storie che nascono dall’esperienza diretta di chi sceglie di provare e pubblicizzare un prodotto. Citando due nomi, opposti ma significativi, Maurizio Rosazza Prin, ex concorrente di MasterChef e fondatore di “Chissenefood”, nel suo profilo Instagram trasforma le sue ricette in poesie, immagini, storie da leggere e assaporare: in un social network basato sulle immagini, puntare sulle parole è ammirevole e coraggioso. Un altro influencer con un’ottima comunicazione è Emanuele Trono, che parla di vino con competenza, è infatti laureato in Italian Wine Culture all’Università degli studi di Pollenzo, ma non rinuncia al lato estetico e fresco tipico del social network: un binomio perfetto per un profilo che parla di vino in modo leggero e autorevole al tempo stesso.
I trend dell’influencer marketing sono sempre in rivoluzione e basta un mese o un aggiornamento del social network per sconvolgere tutte le statistiche e le strategie di comunicazione. Il consiglio per le aziende non ferrate sull’argomento è quello di contattare un’agenzia specializzata in “digital pr” per studiare il target di riferimento del prodotto e individuare i partner perfetti per comunicarne i valori principali.
ITALIAATAVAOLA
Per informazioni: www.jacleroi.com
Maurizio Rosazza Prin
Tra i pionieri italiani ricordiamo Sonia Peronaci, fondatrice di GialloZafferano, e Chiara Maci, creatrice insieme ad Angela del blog “Sorelle in pentola”. Agli inizi era tutto più semplice, erano poche le persone che giocavano con la propria immagine online cercando di sfondare o semplicemente raccontandosi attraverso una piattaforma libera e per tutti. Oggi la situazione è cambiata: gli influencer sono quadruplicati e i più importanti raggiungono numeri e statistiche davvero invitanti per aziende e azioni di marketing.
La professione di influencer va infatti a braccetto con il mondo della pubblicità: i social network sono il perfetto palcoscenico dove chiunque è libero di esprimere la propria opinione e può venire ascoltato anche senza essere un personaggio noto o famoso. Il valore degli influencer è proprio questo: rappresentano la persona “della porta accanto”, che potresti trovare in coda al supermercato, al quale chiedere un consiglio sulla marca di pasta migliore per preparare gli spaghetti alla carbonara.
Per un’azienda potrebbe essere quindi consigliabile investire il budget dedicato al marketing anche in collaborazioni con influencer? La risposta, purtroppo, non può essere sempre la stessa. Il mondo delle “digital pr” è infatti in continua evoluzione e oggi non è così semplice trovare il perfetto testimonial per il proprio prodotto. Complici metodi fumosi come l’acquisto di “follower” o di “like”, bisogna partire da un’attenta analisi per scegliere il portavoce adatto senza incappare in inganni digitali o in risultati non soddisfacenti.
Se agli inizi bastava inviare il prodotto da far fotografare all’influencer del momento per far sì che le vendite o l’interesse nei confronti del proprio brand aumentassero, oggi non è più così: il gioco ha regole diverse e non vince più chi ha i numeri alti ma chi comunica con i propri follower in modo vincente. Meglio 10mila follower ma buoni che un milione in silenzio stampa. L’influencer del 2019 risponde alle richieste, dà notizie in anteprima, tratta ogni follower in modo personale e non standardizzato e premia i più fedeli proprio come se fosse una piccola azienda.
Gli influencer “vorrei ma non posso” si riconoscono subito: hanno poche interazioni sul profilo, testi copia-incolla e scarsa originalità nel creare contenuti. In questo caso il gioco può non valere la candela perché il prodotto pubblicizzato potrà anche raggiungere in pochi secondi mille like, ma avrà poca importanza nel lungo periodo, con un effetto “mordi e fuggi”.
Emanuele Trono
Oggi le aziende hanno bisogno di testimonianze spontanee, autentiche e di valore. Addio ai freddi comunicati stampa e un benvenuto alle storie che nascono dall’esperienza diretta di chi sceglie di provare e pubblicizzare un prodotto. Citando due nomi, opposti ma significativi, Maurizio Rosazza Prin, ex concorrente di MasterChef e fondatore di “Chissenefood”, nel suo profilo Instagram trasforma le sue ricette in poesie, immagini, storie da leggere e assaporare: in un social network basato sulle immagini, puntare sulle parole è ammirevole e coraggioso. Un altro influencer con un’ottima comunicazione è Emanuele Trono, che parla di vino con competenza, è infatti laureato in Italian Wine Culture all’Università degli studi di Pollenzo, ma non rinuncia al lato estetico e fresco tipico del social network: un binomio perfetto per un profilo che parla di vino in modo leggero e autorevole al tempo stesso.
I trend dell’influencer marketing sono sempre in rivoluzione e basta un mese o un aggiornamento del social network per sconvolgere tutte le statistiche e le strategie di comunicazione. Il consiglio per le aziende non ferrate sull’argomento è quello di contattare un’agenzia specializzata in “digital pr” per studiare il target di riferimento del prodotto e individuare i partner perfetti per comunicarne i valori principali.
ITALIAATAVAOLA
Per informazioni: www.jacleroi.com
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