Vendemmia 2025
in anticipo: uva sana
e cantine piene
ma il Nord perde terreno
La vendemmia 2025 si apre in anticipo, con produzioni disomogenee: Sud e isole in crescita, Nord in calo. Le uve sono sane e di buona qualità, ma il settore vitivinicolo italiano affronta sfide strutturali e commerciali. Serve una strategia unitaria per valorizzare l'eccellenza sui mercati globali
La vendemmia 2025 si presenta come una delle più anticipate degli ultimi anni, con un andamento fortemente disomogeneo lungo la penisola. Le stime elaborate dall'Accademia Italiana della Vite e del Vino e da Coldiretti convergono su un quadro produttivo di circa 45 milioni di ettolitri, con una qualità delle uve tra il buono e l'ottimo. A trainare la campagna vendemmiale sono soprattutto le regioni del Sud e delle isole, che registrano un incremento delle rese e una maturazione regolare, mentre il Centro-Nord mostra una lieve flessione, oscillante tra il 10% e il 20% in alcune aree.
A influenzare il quadro generale è ancora una volta il cambiamento climatico, con temperature elevate e precipitazioni concentrate che hanno accelerato i cicli fenologici della vite, incidendo sulle rese ma non sulla sanità delle uve, nella maggior parte dei casi giudicata positiva.
Parallelamente ai segnali positivi dal punto di vista agronomico, il comparto vitivinicolo italiano si trova ad affrontare criticità strutturali di rilievo. Sul fronte commerciale, incidono negativamente i dazi applicati dagli Stati Uniti, l'esclusione del vino italiano dalle recenti esenzioni USA e l'aumento delle politiche restrittive che scoraggiano il consumo di alcol, anche se moderato.
Le prospettive qualitative: uve sane e buon equilibrio vegetativo
Secondo il presidente dell'Accademia, Rosario Di Lorenzo, «la qualità sarà determinata anche dal lavoro che sarà svolto durante l'ultimo periodo di maturazione». Una dichiarazione che riflette la consapevolezza che, a fronte di condizioni agronomiche favorevoli, saranno le scelte viticole e climatiche delle ultime settimane a fare la differenza.
Le regioni del Sud Italia e le isole mostrano uno stato fitosanitario eccellente, grazie a primavere miti, inverni piovosi e a un attento controllo delle fitopatie. I territori collinari e vulcanici, come quelli dell'Etna, delle Eolie e di Pantelleria, hanno superato criticità idriche e patogene, consolidando il proprio profilo come zone vocate per produzioni di alta qualità. Di seguito un'analisi territoriale, di dove cresce la quantità e dove resiste la qualità.
Nord Italia: equilibrio difficile dopo una primavera anomala
Nel Nord-Ovest, l'elevata piovosità primaverile (oltre 450 mm in Piemonte) ha favorito l'insorgere della peronospora, ma i danni sono stati contenuti grazie a sistemi di monitoraggio avanzati. La raccolta sarà anticipata di una decina di giorni, con un calo produttivo medio del 10-15%, ma con una qualità preservata.
In particolare, in un clima di incertezza legato al futuro dela cantina Terre d'Oltrepò, è iniziata con dieci giorni di anticipo la vendemmia 2025 in Oltrepò pavese, maggiore area vitivinicola della Lombardia. Le quantità, a differenza del trend generale dell'area, qui sono in aumento del 10% rispetto al 2024 e la qualità delle uve è giudicata molto buona, grazie all'assenza di fitopatie e al clima favorevole. Coldiretti Pavia sottolinea che oltre il 90% delle uve è destinato a vini a denominazione.
In Trentino, i primi mesi dell'anno hanno fatto segnare temperature oltre la media e non si sono verificate gelate primaverili. Giugno ha registrato giornate particolarmente calde, mentre luglio è stato più fresco e ricco di piogge, risultando il mese con la piovosità più elevata dell'anno. I vigneti si presentano in buone condizioni vegetative, grazie a un corretto bilanciamento tra sviluppo e meteo. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione risulta gestibile: peronospora e oidio sono sotto controllo, mentre si rilevano alcuni casi di botrite, legati all'umidità elevata di luglio.I casi di giallumi e mal dell'esca restano stabili rispetto al 2024.
Sul piano della qualità, la vendemmia 2025 si preannuncia positiva, anche se molto dipenderà dalle condizioni climatiche di agosto e settembre. Le previsioni produttive mostrano un incremento del 2-3% rispetto allo scorso anno, dovuto alla bassa presenza di peronospora. I vitigni di nuova introduzione non modificano significativamente i volumi totali.
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Vendemmia anticipata in Oltrepò: ottime stime per quantità e qualità delle uve
In Friuli-Venezia Giulia, dopo un maggio molto piovoso, i mesi di giugno e luglio sono stati caldi e asciutti, rendendo necessarie le irrigazioni. Le grandinate sono state sporadiche, mentre il germogliamento ha avuto un anticipo di 4-5 giorni. Il Merlot mostra una maturazione anticipata di circa 10 giorni, mentre la Glera, inizialmente in ritardo sull'invaiatura, è in fase di recupero. La Ribolla spicca tra le varietà per l'invaiatura precoce. La vendemmia, che per le nuove varietà resistenti inizia intorno a Ferragosto, proseguirà con il Pinot Grigio, la cui raccolta è prevista verso il 20 agosto.
Nel Veneto, le condizioni climatiche sono state stabili e i volumi si mantengono simili al 2024, con una buona prospettiva per uve come Pinot grigio e Glera, destinate al Prosecco.
Centro Italia: gestione agronomica e discontinuità climatica
In Toscana l'anno è partito con i mesi di gennaio, febbraio e marzo caratterizzati da temperature superiori alla media, tra le più alte degli ultimi 70 anni. Inverno ricco di piogge, seconda metà di giugno segnata da un'ondata di calore; germogliamento e fioritura anticipati, invaiatura regolare, fertilità leggermente sotto la media. Le previsioni di produzione per il Sangiovese indicano, nel 2025, una resa nella media decennale, ma più bassa rispetto al 2024. In flessione anche le stime per le altre varietà. La raccolta partirà a metà agosto per le uve precoci e da inizio settembre per il Sangiovese, cominciando dalla zona costiera per concludersi a inizio ottobre nelle aree interne.
Anche in Umbria e Lazio si attende una produzione di uva leggermente ridotta rispetto all'anno passato. In Umbria si segnalano presenze di peronospora, mentre nel Lazio le viti potrebbero aver sofferto il caldo intenso tra fine giugno e inizio luglio.
In Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo, le dinamiche sono frammentate: varietà come Lambruschi, Trebbiano, Verdicchio e Montepulciano sono in crescita, mentre si rilevano cali per Pignoletto e Ancellotta, anche a causa di problemi di allegagione e cascola fiorale.
Sud Italia e Isole: quantità e qualità in sinergia
Nel Mezzogiorno, si conferma il ritorno a produzioni importanti. In Puglia e Basilicata, l'anticipo della maturazione ha favorito una vendemmia uniforme, con uve sane e ben equilibrate. In Calabria, le condizioni meteo regolari e l'assenza di fitopatie rafforzano l'ottimismo produttivo.
La vendemmia 2025 in Sicilia, come afferma Assovini Sicilia, si annuncia positiva, con un ritorno alla normalità nei tempi di raccolta, una qualità delle uve eccellente e un incremento della produzione rispetto al 2024. L'andamento climatico equilibrato, caratterizzato da un inverno piovoso e una primavera mite, ha favorito la salute dei vigneti e uno sviluppo vegetativo regolare.
Nella Sicilia Occidentale si prevede una produzione nella media, mentre nella Sicilia Sud-Orientale si stima un +20% di quantità, con il Frappato in grande evidenza. Sfide da gestire nelle Isole Eolie a causa dell'oidio e del calo idrico. A Pantelleria e sull'Etna, le condizioni sono favorevoli per un'annata promettente sia in quantità che in qualità.
In Sardegna, le condizioni climatiche ideali hanno favorito uno sviluppo vegetativo regolare, con attese qualitative elevate per Vermentino, Cannonau e Carignano.
Un comparto tra eccellenza produttiva e difficoltà strutturali
Accanto alle buone notizie sul fronte agronomico, il settore vitivinicolo italiano affronta sfide strutturali complesse. Sul piano commerciale, pesano i dazi imposti dagli Stati Uniti, la mancata inclusione del vino italiano nelle esenzioni USA e la crescente pressione di politiche restrittive nei confronti del consumo di alcol, anche moderato.
Come segnalato in un nel tavolo tecnico della filiera di settore di ieri a Palazzo Chigi, la tenuta del comparto non può più essere affidata esclusivamente alla qualità del prodotto. Serve una nuova visione, capace di integrare marketing, promozione internazionale e digitalizzazione: «Fiere e qualità non bastano più, servono idee forti per evitare che il vino italiano affondi».
Coldiretti ricorda che il settore vale oltre 14 miliardi di euro, coinvolge 241mila aziende e occupa 1,3 milioni di addetti. Tuttavia, la frammentazione dell'offerta, la mancanza di un coordinamento nazionale sul piano promozionale e le criticità legate alla gestione idrica e ai costi di produzione rappresentano nodi urgenti da sciogliere.
Una vendemmia che guarda al futuro del vino italiano
La vendemmia 2025 è più di una semplice raccolta: rappresenta un momento cruciale per interrogarsi sul futuro del vino italiano. Le uve sane, le buone gradazioni zuccherine e le prospettive qualitative elevate testimoniano la competenza tecnica e la resilienza dei viticoltori. Ma queste eccellenze rischiano di rimanere invisibili senza un investimento sistemico in strategie di valorizzazione, sostenibilità e posizionamento internazionale.
Il narratore di questa vendemmia è il territorio stesso: dalle colline piemontesi alle isole vulcaniche, dalle valli del Nord ai vigneti mediterranei, l'Italia vitivinicola parla molte lingue ma cerca una voce unitaria. Il 2025 può diventare l'anno in cui la qualità del vino italiano non è solo difesa, ma anche promossa, innovata e rilanciata. Una sfida che non si gioca solo in vigna, ma anche nei mercati globali, nelle scelte politiche e nella capacità di costruire un racconto condiviso.
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