domenica 19 marzo 2017

FAVA «Sulla carne rossa servono notizie vere»

L'assessore Fava 

al Festival del Bollito 
«Sulla carne rossa 

servono notizie vere»

Il primo Festival del Bollito a Mantova porta al centro
dell'attenzione la filiera della carne rossa bovina. Gianni Fava, assessore lombardo all'Agricoltura: «Inizi l'era della corretta informazione ai consumatori»

«È giunta l'ora della controinformazione. Abbiamo la necessità di unire a una pratica che renda trasparente la filiera un'azione forte dal punto di vista comunicativo. L'informazione di massa è tale per cui si stanno abbandonando attività e alimentazioni tradizionali inseguendo mode che non sempre danno risultati. Lo slogan “salva un albero mangia un vegano” potrebbe essere il nostro motto. Noi siamo perché si dica con chiarezza quello che si fa in questo comparto, che è vigilato, dà sicurezza alimentare».

Gianni Fava - L'assessore Fava al Festival del Bollito «Sulla carne rossa servono notizie vere»
Gianni Fava

Lo ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, intervenendo oggi a Mantova alla 1ª edizione del Festival del Bollito, a cui sono intervenuti Paolo Carra, presidente Coldiretti Mantova, Carlo Zanetti, presidente della Camera di Commercio, Ettore Prandini, presidente Coldiretti Lombardia; Alessandra Morandi, presidente regionale Terranostra, Paolo Daminelli, medico veterinario, e Giancarlo Malacarne, storico giornalista e autore, Primo Cortellazzi, presidente Consorzio Lombardo Produttori Carne Bovina, e Severino Segato, professore associato presso il dipartimento di Medicina animale, produzioni e salute all'Università degli studi di Padova.

«Quello che manca è l'informazione - ha proseguito Fava - ma che ad assumerne l'onere siano le istituzioni è un fenomeno tutto italiano. L'informazione che fa tendenza è l'altra, quella di chi sostiene che è tutto sbagliato, che il sistema è pieno di pecche, luoghi comuni non suffragati da posizioni scientifiche, e che la carne fa male. È bastata una informazione fuorviante arrivata da oltre oceano e si son persi dieci punti percentuali di consumo di carne in una settimana. Dunque, è ora che parta una nuova fase, la carne ha bisogno di una operazione verità. Dobbiamo dire la verità a una platea di consumatori importante. Siamo in una regione di 10 milioni di consumatori, oggi la dinamica dei consumi interni condiziona e determina le crisi dei comparti. Allora puoi cambiare solo informando correttamente. Serve una operazione di orgoglio carnivoro, una operazione culturale, per cui dobbiamo fare quello che abbiamo sempre fatto, mentre in passato non si poteva neppure consumare la carne perché costava. Noi che siamo tra i popoli più longevi al mondo non possiamo mettere in discussione le nostre tradizioni».

Anche per Prandini il ruolo dell'informazione è centrale, a partire dall'etichettatura. «Val la pena riscoprire il ruolo dei macellai, oltre la grande distribuzione - ha detto il presidente lombardo di Coldiretti. È fondamentale fare sinergia all'interno della filiera produttiva, mettendo sul piatto della bilancia il peso del comparto, un settore che muove decine e decine di milioni di euro, migliaia di posti di lavoro. Un modello che non può essere delocalizzato in altri paesi. Quando assistiamo a una disinformazione strutturata, rischiamo di favorire ulteriori importazioni di materia prima straniera e di delocalizzare un intero settore produttivo. Oggi i consumatori devono essere messi nelle condizioni di poter scegliere».

«Quando parliamo di filiera - ha sottolineato Paolo Daminelli, medico veterinario - il controllo riguarda materie prime, condizioni di allevamento, su cui si sta compiendo uno sforzo notevole a livello nazionale. Senza dimenticare i controlli su tutte le fasi fino al momento in cui arriva sul piatto. Dalle condizioni di macellazione fino alla distribuzione, sia piccola che grande». «Fare corretta informazione e non sensazionalismo sul tema - ha proseguito Fava - vuol dire evidenziare come si è trovato un problema e come prevenirlo, sapendo che il prodotto italiano subisce controlli in tutte le fasi. Aspetti che è giusto sottolineare. Fondamentale, quindi, parlare di un settore economicamente trainante, che genera valore e dà occupazione. Importante è far capire come si procede ad allevare e come questi prodotti arrivano al consumatore. Tenendo presente le abitudini alimentari e la valenza che la carne e la sua produzione hanno in Lombardia». 

Il settore della carne della sola provincia di Mantova, conta 320 mila bovini, 1.800 persone impiegate in allevamenti e 856 aziende; il 5% di queste aziende è a gestione femminile. Italiaatavola
di Andrea Radic
vicedirettore

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