Sciuè il Panino
Vesuviano
Napoli nel piatto,
attorno un po' di States
In principio fu asporto e successo arrise. Incoraggiati, i fratelli De Luca, Marco e Giuseppe, si spostano di poco, permanendo al centro di Pomigliano d’Arco (Na) ed aprono il nuovo “Sciuè il Panino Vesuviano”.
Il tutto su attenti e affettuosi consigli del papà Mauro. Locale che evoca gli States ma di essi, cosa non affatto facile, non gli abusati stereotipi della grande mela, bensì il soul della middle town. Bella cucina a vista e cucina separata, come obbligatoriamente deve essere, per le preparazioni gluten free.Di tendenza Usa anche la propensione all’anytime. Difatti Sciuè è aperto sia a pranzo che a cena, ad eccezione del pranzo domenicale. Le frequentazioni prandiali sono di prevalente pertinenza delle molte persone che privilegiano la pausa pranzo gustosa e confortevole. Encomiabile il servizio di sala per garbo e crescente competenza.
Avveduta e lungimirante la relazione che i giovani patron tessono con i fornitori in gran parte locali. Non meri atti di compravendita, bensì una leale e vincente partnership volta ad ottimizzare tutte le risorse e, in definitiva, a renderne beneficiata la clientela. Clientela giovane, Millennials in prevalenza, soprattutto la sera. Panini ben fatti, alta la qualità degli ingredienti, vistosa la creatività di composizione, forse a volte addirittura eccessiva per compresenza di ingredienti. “Less is more” è pensiero che i fratelli De Luca di certo stanno già attuando grazie alla loro virtuosa ottica di tensione al miglioramento continuo.
Meditati quanto ghiotti assaggi di panini presenti nel vigente menù invernale. Il prode Manuel Lombardi, patron dell’azienda agricola Le Campestre di Castel di Sasso nell’Alto Casertano procura ai fratelli De Luca il suo prezioso Conciato Romano, presidio Slow Food. Ne sortisce il delizioso panino denominato Genovese in Conciato: pane ciabatta fatto da panificio locale, carne di razza marchigiana cotta a bassa temperatura alla genovese e, appunto, briciole di Conciato Romano. La Cipolla di Alife coltivata da Antonietta Melillo è ingrediente cardine del panino Totò Le Mokò: sapientemente grigliata, effluvio di sapori, essa permea hamburger di maiale nero casertano, caciocavallo di bufala, patate di Avezzano, e, odore di Algeri, la salsa Harissa.
Eccellenti le polpette al sugo. Sugo ottenuto dagli Antichi Pomodori di Napoli, presidio Slow Food, coltivati dal giovane e valente Raffaele Sodano. Ancora un ottimo panino: Friariè, con friarielli vesuviani, hamburger di maiale nero casertano, provola fresca e patate di Avezzano. Valida presenza delle migliori birre artigianali campane e di bottiglie di Lacryma Christi.
Gran bella realtà, questa dei giovani fratelli De Luca. Lode al loro entusiasmo, alla loro tensione al miglioramento, è altra piccola gemma in territorio che ben merita locali di ristorazione che erogano qualità.
di Vincenzo D’Antonio
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