Capitale italiana
della Cultura 2020
Parma eletta, vince
su altre 9 candidate
Parma è stata eletta Capitale italiana della Cultura 2020. La città emiliana ha avuto la meglio su altre nove candidate: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Succederà a Matera, Capitale europea della Cultura 2019, mentre quest'anno è toccato a Palermo.
Ad annunciare la nomina il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini con una cerimonia pubblica nella sede del Mibact a Roma. «Eravamo partiti con un po' di scetticismo - ha ammesso Franceschini - ma questo è diventato un appuntamento importante, che ha reso possibile tante cose, soprattutto un percorso di crescita per la città che vince. E non solo per il milione che viene consegnato ma anche per tutti i progetti che gravitano intorno. In questo caso, la giuria ha scelto all'unanimità».La città viene scelta ogni anno da una commissione di sette esperti nominata dallo stesso Ministero che, per dodici mesi, ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale. Nata nel 2014 a seguito del "Decreto Cultura" e della proclamazione della città di Matera a Capitale europea della Cultura 2019, l'iniziativa ha, tra gli obiettivi, quello di "valorizzare i beni culturali e paesaggistici" e di "migliorare i servizi rivolti ai turisti".
«Grazie ai sindaci, ai comitati promotori, ai membri della Commissione per la lealtà reciproca, il senso di amicizia, l'atmosfera che ha portato alla decisione», ha detto il presidente della Commisione Stefano Baia Curioni spiegando i progetti che sono stati presentati dalle città in corsa. «Sono stati messaggi in bottiglia che ci hanno raccontato la capacità delle nostre comunità. Una capacità di forza. Il tratto comune delle città che si sono presentate è la loro voglia e capacità di riscatto. Dalle violenze operate sul territorio, dalla natura, dai processi esagerati di crescita urbana».
Un secondo messaggio in bottiglia. «La solidarietà, la capacità di collaborare che ognuna di queste città ha dimostrato di possedere. Tra lingue e culture diverse, tra pubblico e privato». Terzo messaggio. «Una creatività nella produzione culturale». L'ultimo messaggio, ha continuato Baia Curioni, è «la capacità di cambiare. Non ideologica ma consapevole, orientata al fare, orientata al futuro».
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