Al Governo
come in cucina
priorità
al concetto
di squadra
Dopo una campagna elettorale "urlata", l'Italia deve fare il nuovo Governo dopo il voto del 4 marzo.
Il solito rischio che i politici curino il proprio orticello c'è, ma è vietato cadere nella trappola, anche in cucina
Abbiamo votato e le urne hanno dato i loro responsi; come molti avevano preannunciato, creare un nuovo Governo sarà un po’ difficile, per non dire veramente arduo: i numeri parlano chiaro. Il Presidente della Repubblica, a seguito di ciò, subito ha fatto appello al senso di responsabilità e al dovere, da parte di tutti, di inseguire «l'interesse generale del Paese». Mattarella è un uomo dotato non solo di senso dello Stato, ma anche di buonsenso.Il solito rischio che i politici curino il proprio orticello c'è, ma è vietato cadere nella trappola, anche in cucina
La campagna elettorale si è mostrata quasi all’ insegna della rissa e degli insulti, dei risentimenti e delle divisioni, covate a lungo negli animi dei nostri rappresentanti parlamentari, dove tutti indistintamente , sia tra le fazioni di governo e sia delle opposizioni, hanno celato per lungo tempo e dove i rancori non si sono mai contrapposti al buon senso.
Tutti coloro che hanno vinto in questa consultazione elettorale, si sono inneggiati futuri “salvatori della patria” per l’interesse ed il bene comune degli italiani; così pure gli sconfitti dopo aver fatto pubblica “mea culpa” e finita la pratica del leccarsi le ferite, si rimboccheranno le maniche facendo ferma opposizione al futuro Governo nell’interesse generale di coloro che li hanno votati.
Reazioni comprensibili, forse, dove la legislazione appena passata è stata bollata, da molti opinionisti ed osservatori politici, come quella degli “inciuci” di palazzo. “Meglio un governo degli inciuci che uno stato nel caos e senza governo” avrà pensato qualcuno nell’interesse comune di tutti noi italiani. Naturalmente.
All’inizio del mio insediamento come presidente della Federazione italiana cuochi ho trovato per certi versi un ente dissociato dalla “base”, e dove “qualcuno” (in numero limitato per fortuna) con l’intento di coltivare il proprio “orticello”, poneva i propri interessi anziché quelli comuni. Naturalmente quando si va a creare tornaconti personali all’ interno di una organizzazione inevitabile creare divergenze, diversità di vedute ed anche fazioni. La nuova Fic, grazie alla squadra messa in campo, ha debellato questa pratica opportunistica del singolo, ponendo sempre e al di sopra di tutto, il bene comune.
Anche ora, è innegabile, che esistono divergenze all’interno del nostro ente, come pure contrapposizioni con i nostri direttivi territoriali, questo fa parte della democratica logica del nostro organismo, ma alla fine tutti indistintamente, e di questo ne vado fiero, si pongono in essere gli interessi ed il bene comune, non solo dei nostri tesserati ma anche dell’ intera categoria.
È ciò di cui il nostro Paese ora e urgentemente ha più bisogno. Questo voleva dire, e ripeterà, il Presidente Mattarella.
di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
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