giovedì 5 aprile 2018

Cocktail e tè di pregio Un matrimonio insospettabile

Cocktail e tè 

di pregio
Un matrimonio 

insospettabile 

da Liquors




AMonza i cocktail bar fanno passi da gigante e rivoluzionano ancor più un binomio che negli anni ha trovato un suo intreccio in diverse forme: quello di cocktail e tè. Stavolta la soluzione è decisamente accattivante. 

Stiamo parlando del Liquors a Monza. Entrati, già rimaniamo contenti: l'idea dei drink preparati one to one va sì di moda, ma regala anche al cliente un plus, quello di conoscere ciò che andrà a bere, perché è il barman stesso che durante la corretta preparazione del drink, glielo racconta.

Tuttavia, noi non ci siamo recati al Liquors solo per gustare un - eccellente, sia chiaro - drink. Il nuovo format, che, l'abbiamo detto, avrà indubbiamente successo per la sua originalità, specialmente nei giorni in settimana, è quello di unire tè di un certo pregio e cocktail rielaborati e nobilitati in un'unica portata. Un gioco, un mirabolante ed entusiasmante gioco di gusto.

(Cocktail e tè di pregio Un matrimonio insospettabile da LiquorsVIDEO)

La storia
Il tè, di per sé, ha una storia ben radicata nel tempo: i primi documenti ad attestarne l'esistenza risalgono al III secolo d.C., naturalmente in Cina. Da lì il tè si espanse e nei secoli ne divenne principale produttore dopo la Cina, anche l'India. Fu proprio in questa regione, durante l'epoca del colonialismo inglese, che prese vita la prima combinazione tra alcol e tè: il punch.

Punch, si dice, in sanscrito significhi "cinque", proprio ad indicare i 5 ingredienti che venivano utilizzati per la sua preparazione: erbe aromatiche (quindi spezie), arancia o limone, zucchero, acqua e alcol.

(Cocktail e tè di pregio Un matrimonio insospettabile da LiquorsVIDEO)

A questa primo incontro, ne seguirono altri nel tempo. A parlarcene è la co-ideatrice di questo progetto al Liquors di Monza, Francesca Natali. Da anni Francesca lavora nel mondo del tè, ma non degli aromatizzati, lei si occupa di tè di un certo pregio, lo fa da sempre, un po' perché «non sono mai scesa a compromessi», un po' perché «ho trovato dei clienti davvero appassionati». Per una ragione o per l'altra, Francesca ha fatto del tè la sua vita.

È proprio lei a ricordarci un secondo incontro tra tè e alcol, vale a dire quando le foglie di tè venivano infuse, invece che nell'acqua, direttamente in distillati come il whisky.

(Cocktail e tè di pregio Un matrimonio insospettabile da Liquors)

Il progetto
Ma oggi, da Liquors, siamo davanti a qualcosa di innovativo, ben più semplice nell'aspetto ma notevolmente più complesso nella sua preparazione: tè e cocktail vengono abbinati bicchiere contro bicchiere. Il consumatore è chiamato a sorseggiare prima uno, poi l'altro. E, attenzione, l'ordine non è per nulla casuale: prima si sorseggia il tè, poi, approfittando del calore, capace di stimolare le papille gustative, portare alla bocca il cocktail, che rilascerà aromi e sentori che non siamo abituati a percepire.

Le degustazioni
Le proposte non sono casuali: Francesca Natali insieme ai barman del locale e ai suoi titolari, Gabriele Viola Boros e Massimo Peronetti (imprenditore nel food&beverage il primo, architetto il secondo), hanno studiato degli abbinamenti che giustamente non lasciassero nessun "incontro" al caso. «Io amo abbinare per contrasti», ci ricorda Francesca, e allora vediamo le sue proposte.

(Cocktail e tè di pregio Un matrimonio insospettabile da LiquorsVIDEO)

Old Fashion (Buffalo Trace whisky, angostura, zolletta di zucchero, Seltz)
Lapsang Sounchong Tea (tè speziato, affumicato - il metodo di lavorazione è quello del tè nero; note di bosco, di legni e di fumi e un caldo colore ambrato)

Martinez (Blackwood 40 gin, Maraschino, Bitter all'arancia, Carpano Antica Formula Vermouth)
Oothu Oolong Tea (piante immerse nella foresta vergine Kalakkad, un tè pregiato il cui infuso regala un liquore dorato, morbido, dolce, con un forte sentore di frutta cotta e pepe; la sua texture è asciutta con ricordi di liquirizia, malto e legni balsamici)

Clint Eastwood (Bulleit 95 Rye Whiskey, Chartreuse verde, angostura, zucchero)
Darjeeling Kings Valley Tea (dall'India, astringente al palato, senza però disturbare grazie alla dolcezza che rivela in un secondo momento. Si percepiscono pesca e fiori di campo)

Meditazione (Tullamore Dew Irish whisky, Dom Benedectine, Dolin Dry Vermouth)
Pu-Erh Sheng Cha Tea (uno dei tè più pregiati, con cifre che raggiungono anche più zeri; conta numerosi alberi ad alto fusto anche di 1.700 anni; ha grandi proprietà benefiche, è raffinato con note vegetali tipiche del tè verde, ma qui morbide e vellutate, con sentori floreali e rinfrescanti)



Poi, non solo il contenuto, ma anche la forma conta, così come non solo il gusto, ma anche la presentazione è importante in un piatto. E allora, accanto ai tè di Francesca Natali, all'arte dei barman del Liquors, l'idea di Gabriele Viola Boros si evolve completandosi con un terzo vertice, gli oggetti scelti da Stefania Aliprandi. Teiere in ghisa, bicchieri doppia camera per un set up a regola d'arte secondo la tradizione europea.

La mia degustazione
Abbiamo scelto l'abbinamento dell'Old Fashion con il Lapsang. Abbiamo anche riscontrato - anche se per ora le statistiche sono fresche fresche - il particolare gradimento della clientela per questa prima opzione.

Prima una veloce presentazione dei due particolari componenti di questo binomio (la storia a volte dimostra davvero tutta la sua forza nel conquistare la mente di chi sa ascoltare): l'Old Fashion nasce nel periodo del Proibizionismo in America, l'idea era aggiungere zucchero e angostura per coprire il sentore di un whiskey scadente... Chiaramente oggi giorno non dovrebbe esser più così! E di certo non lo è da Liquors a Monza! Interessante anche la storia del Lapsang: una leggenda del 1500 - riporta la stessa carta degustazione - narra che questo tè speziato nacque per via di un incendio appiccato da dei briganti al magazzino del tè dopo il rifiuto di pagare la protezione. I dipendenti riuscirono a salvare il tè e a spedirlo ignari del fatto che il fuoco lo avesse affumicato. Da lì pare nascere il metodo di lavorazione del tè nero.

(Cocktail e tè di pregio Un matrimonio insospettabile da LiquorsVIDEO)

Assaggiamo allora prima il tè, la sua affumicatura è incredibile. Francesca mi fa notare che l'intensità del gusto inevitabilmente, rispetto alle altre varietà, lascia le sensazioni al palato più o meno uguali tra testa e coda (negli altri le sorprese potrebbero essere maggiori, ma l'affumicatura del Lapsang è davvero un'esperienza da provare). L'affumicatura del tè si sposa in teoria bene con l'Old fashion e il torbato del suo whisky, ma una volta portato il cocktail alla bocca, oltre alla sua freschezza, risalta lo zuccherino, dando vita ad un abbinamento in contrasto capace di tenere vivo il gioco in bocca per tutta la degustazione. Non un moto armonico, ma un cerchio, in cui l'interesse non scende mai.

Insomma, l'esperienza da Liquors va provata. Io la consiglio una sera in settimana, dal lunedì al giovedì. Piacevolmente sorprendente, altresì accomodante.
di Marco Di Giovanni
Per informazioni: liquorsbar.it

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