Paolo Rossi,
non soltanto
Paolo Rossi con il Komondor "Pal" a casa del nostro direttore Sòstene |
il vino la sua
seconda passione
L'attaccante della Nazionale eroe di Spagna 1982, morto a 64 anni, aveva un'azienda a Poggio Cennina, in Toscana.
Voleva diventare ambasciatore dei vini italiani nel mondo. Il ricordo del consorzio Brunello di Montalcino.
Tutti ci ricorderemo per sempre di Pablito, l'eroe del Mundial 1982. Ma oltre alla passione per il calcio, Paolo Rossi, morto nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 2020 a 64 anni per un male incurabile, coltivava anche la passione per il vino.
A ricordare l'attaccante della Nazionale e, tra le altre, di Juventus, Vicenza e Perugia è stato il consorzio vino Brunello di Montalcino che in una nota ha raccontato di quando Rossi fece visita a Montalcino (Siena) concedendosi una degustazione delle migliori annate di Brunello «a iniziare da quelle degli Anni 80, il periodo in cui giocava a calcio», ha spiegato Bernardino Sani, amministratore delegato dell'azienda agricola Argiano.
«Gli sarebbe piaciuto esportare le nostre eccellenze in Cina»
Quindi Sani ha aggiunto: «Conservo con molto piacere una bottiglia di Brunello di Montalcino Riserva del 1982 da lui autografata. Paolo Rossi era una grande persona e un amante del Brunello, gli sarebbe piaciuto esportare in Cina le eccellenze di Montalcino: abbiamo parlato molto, fu una giornata speciale che concludemmo con un pranzo insieme».
Il suo brand "Pablito" sui grandi vini dell'Italia
Negli anni, poi, il vino oltre che un piacere era diventato per Rossi anche un lavoro. Nella sua azienda a Poggio Cennina, in Toscana, è stato uno dei primi campioni-vigneron. Mise anche il suo volto e il suo brand "Pablito" sui grandi vini dell'Italia in una linea che includeva pure il Brunello di Montalcino: uno dei suoi desideri era quello di diventare ambasciatore dei vini italiani nel mondo, proprio come aveva fatto con il calcio grazie ai suoi gol indimenticabili.
Paolo Rossi con i suoi vini
A ricordare l'attaccante della Nazionale e, tra le altre, di Juventus, Vicenza e Perugia è stato il consorzio vino Brunello di Montalcino che in una nota ha raccontato di quando Rossi fece visita a Montalcino (Siena) concedendosi una degustazione delle migliori annate di Brunello «a iniziare da quelle degli Anni 80, il periodo in cui giocava a calcio», ha spiegato Bernardino Sani, amministratore delegato dell'azienda agricola Argiano.
«Gli sarebbe piaciuto esportare le nostre eccellenze in Cina»
Quindi Sani ha aggiunto: «Conservo con molto piacere una bottiglia di Brunello di Montalcino Riserva del 1982 da lui autografata. Paolo Rossi era una grande persona e un amante del Brunello, gli sarebbe piaciuto esportare in Cina le eccellenze di Montalcino: abbiamo parlato molto, fu una giornata speciale che concludemmo con un pranzo insieme».
Il suo brand "Pablito" sui grandi vini dell'Italia
Negli anni, poi, il vino oltre che un piacere era diventato per Rossi anche un lavoro. Nella sua azienda a Poggio Cennina, in Toscana, è stato uno dei primi campioni-vigneron. Mise anche il suo volto e il suo brand "Pablito" sui grandi vini dell'Italia in una linea che includeva pure il Brunello di Montalcino: uno dei suoi desideri era quello di diventare ambasciatore dei vini italiani nel mondo, proprio come aveva fatto con il calcio grazie ai suoi gol indimenticabili.
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