Dieta Mediterranea
e ruolo dei cuochi
per la salute
e la sicurezza alimentare
Assemblea Euro-Toques Italia a Paestum (Sa), 16-17 maggio 2016.
In primo piano l’importanza dei cuochi per la valorizzazione della dieta mediterranea
Per
comunicare correttamente la portata culturale della dieta mediterranea,
oltre che la sua importanza dal punto di vista salutistico, un ruolo
fondamentale lo giocano i cuochi, depositari di competenze sul valore
dei singoli prodotti agroalimentari e sulle migliori modalità di
trasformazione per la realizzazione di piatti sani e nello stesso tempo
gustosi. E proprio con l’intento di valorizzare questo particolare
aspetto del lavoro in cucina Euro-Toques, l’unica associazione di cuochi
riconosciuta dall’Unione europea, si è data appuntamento a Paestum
(Sa), il 16 e 17 maggio, per l’assemblea nazionale.
«Andiamo al Sud - ha dichiarato Enrico Derflingher, presidente di Euro-Toques International e Italia - con l’intento di rivalorizzare il modello alimentare della dieta mediterranea, con i suoi prodotti di primissima qualità. Per la due giorni di Paestum abbiamo organizzato una serie di appuntamenti uniti dal filo conduttore della sana alimentazione: dalla visita al museo della dieta mediterranea alla visita a vigneti e aziende agricole e di allevamento. Un’occasione, quindi, per visitare le bellezze del territorio ed entrare in contatto con il lavoro legato all’agroalimentare. Tappa cruciale per il suo alto valore simbolico sarà quella di Pollica, considerata la capitale mondiale della dieta mediterranea, luogo in cui si sono svolti i primi studi medici su questo stile di vita».
Il
momento più importante dell’assemblea di Euro-Toques Italia sarà la
tavola rotonda in programma per le ore 18 di lunedì 16 maggio, che sarà
moderata da Massimo Giletti (Rai Uno). Titolo del confronto: “Dieta
mediterranea e ruolo dei cuochi per la salute e la sicurezza
alimentare”. Tanti nomi di spicco tra i partecipanti: da Vincenzo De
Luca (presidente della Regione Campania) all’on. Alfonso Pecoraro Scanio
(presidente Fondazione UniVerde), da Ettore Novellino (professore di
chimica farmaceutica all’Università di Napoli) a Giancarlo Deidda
(vicepresidente di Fipe Confcommercio), da Vittorio Sgarbi al presidente
della Federazione italiana cuochi Rocco Pozzulo, oltre al direttore di
Italia a Tavola Alberto Lupini e al presidente di Euro-Toques Enrico
Derflingher.
Al
dibattito seguirà una cena di gala che sarà un’ulteriore momento di
valorizzazione dei prodotti alimentari d’eccellenza tipici della dieta
mediterranea, in primis grano, pomodoro e olio extravergine di oliva. I
cuochi coinvolti saranno Ciro D’Amico (1 stella Michelin), Michele De
Leo (1 stella Michelin), Vitantonio Lombardi (1 stella Michelin),
Rosanna Marziale (1 stella Michelin), Giuseppe Stanzione (1 stella
Michelin), Cristian Torsiello (1 stella Michelin), Nino Di Costanzo (2
stella Michelin), Alfonso Iaccarino (2 stella Michelin), Pasquale
Marigliano, Andrea Migliaccio (2 stella Michelin) e Matteo Sangiovanni.
Il valore della dieta mediterranea
Pane,
pasta, verdura, legumi e frutta in abbondanza; pesce, carne bianca,
latticini e uova con moderazione; carne rossa in misura più limitata.
Per garantire l’apporto di grassi si utilizza l’olio d’oliva, che
contiene grassi di qualità superiore, salutari per l’organismo. Senza
dimenticare un consumo moderato di vino, antiossidante ed ottimo per
ridurre il colesterolo e i rischi di problemi cardiovascolari. Sono
queste, in estrema sintesi, le pietanze che fanno parte della dieta
mediterranea, ovvero l’insieme delle abitudini alimentari dei popoli del
bacino del mar Mediterraneo che si sono consolidate nei secoli, con
l’Italia tra i maggiori produttori di eccellenze agroalimentari
riconosciute in tutto il mondo. Basso contenuti di acidi grassi saturi,
ricchezza di carboidrati e fibra, alto contenuto di acidi grassi
monoinsaturi (derivati principalmente dall’olio d’oliva) sono invece le
caratteristiche di questo regime alimentare dal punto di vista della
salute.
La
dieta mediterranea è il modello alimentare che più di ogni altro
rispecchia la nostra cultura e la nostra tradizione gastronomica, e nel
2010 è stata inserita dall’Unesco nel Patrimonio culturale immateriale
dell’umanità, a riconoscimento dello stretto legame tra cultura e
pratiche alimentari tradizionali. «La dieta mediterranea - specifica la
definizione Unesco - rappresenta un insieme di competenze, conoscenze,
pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le
colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la
preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La dieta
mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto
costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di
oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità
di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto
accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di
ogni comunità».
«La
dieta mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) promuove
l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi
sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato
luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e
leggende. La dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la
biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività
tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura
nelle comunità del Mediterraneo».
È
di pochi giorni fa la notizia che il Crea-Consiglio per la ricerca in
agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, il principale ente
italiano di ricerca agroalimentare, ha supportato il ministero delle
Politiche agricole nell’elaborazione del “Libro bianco sulla dieta
mediterranea”. Un progetto nato con l’obiettivo di scommette su un
futuro di sviluppo, all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione,
che ha fatto emergere un modello vincente sul fronte nutrizionale e
socioculturale, in grado di giocare un ruolo essenziale nella crescita
sul territorio di un’economia sostenibile: da un’agricoltura attenta
alla biodiversità, all’ambiente e alla stagionalità a un’innovazione
tecnologica che garantisca ai consumatori qualità, salubrità e
disponibilità dei prodotti, fino a un turismo che valorizzi i paesaggi, i
saperi e i sapori legati alla dieta mediterranea.
La
dieta mediterranea è considerata di per sé un modello alimentare
sostenibile perché ha garantito nel tempo la salvaguardia di intere
comunità e dei relativi territori. D’altronde, nell’ampio dibattito
sugli attuali modelli di consumo, il ruolo positivo che la dieta
mediterranea può svolgere a favore della tutela della salute umana è
ampiamente discusso in letteratura. Per l’impatto ambientale, invece, le
viene riconosciuta una valenza positiva grazie al maggiore orientamento
vegetale e alle caratteristiche di sobrietà e, inoltre, perché essa “si
fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità”, da definizione
Unesco.
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