sabato 14 aprile 2018

Na-Nose «fiuta» le malattie


Na-Nose 
«fiuta» 
le malattie


E' scientificamente provato: i cani, attraverso il loro fiuto, sono in grado di scoprire una malattia grazie all’odore che questa emana.
E proprio basandosi sul funzionamento del sistema olfattivo del miglior amico dell’uomo gli scienziati israeliani del Centro Technion (Israel Institute of Technology) di Haifa hanno elaborato un “naso elettronico” in grado di diagnosticare ben 17 malattie diverse: dal tumore alla sclerosi multipla, passando per il Parkinson e l’Alzheimer, fiutando l’odore caratteristico di ognuna di queste patologie, riuscendo addirittura ad evidenziare il rischio di contrarle. L’apparecchiatura, denominata, Nanoscale Artificial Nose, appunto Na-Nose, è stata testata, in dieci anni di studi, in 19 ospedali del mondo su circa ottomila malati e diventerà presto “SniffPhone”, ovvero una App per Smartphone, grazie al Programma europeo “Horizon 2020”, sulla Ricerca nel campo delle innovazioni tecnologiche.
La diagnosi arriva in un soffio
Secondo una serie di studi pubblicati, che hanno riguardato il cancro della vescica, del colon, delle ovaie e della prostata, i cani sono davvero in grado di riconoscere i tumori e la loro accuratezza migliorerebbe a seconda del protocollo di addestramento utilizzato. Dopo questi studi, che sono tutt’ora in corso, e facendo tesoro delle conoscenze acquisite sul sistema olfattivo dei cani, si è arrivati – grazie alle cosiddette “nuove tecnologie” - a costruire un “naso elettronico” in grado, non solo di diagnosticare alcune importanti malattie, ma anche di evidenziare il possibile rischio di contrarle. Secondo i ricercatori israeliani guidati dal professor Hossam Haick, scienziato arabo-israeliano di fama mondiale, in collaborazione con colleghi di altri cinque Paesi, il Na-Nose funziona già con una precisione dell’86%.
L’apparecchiatura è composta di due elementi: una scatola con due sensori in nano fili e nano particelle in oro ed un software che analizza i risultati. La persona sottoposta al test deve respirare normalmente, poi trattenere il respiro ed infine respirare in una cannuccia collegata alla camera-sensore della macchina. Il dispositivo ha infatti dimostrato di riuscire a rilevare stati patologici della stessa malattia in pazienti diversi e quindi ciascuno con la propria “impronta respiratoria” perché anche per il respiro esiste quello che viene definito nel gergo tecnico fingerprint, letteralmente impronta!
Oggi il numero di patologie individuabili con un soffio è limitato a 17 ma i ricercatori continuano a lavorarci e chissà che questo numero non possa presto duplicarsi o triplicarsi. Intanto aspettiamo fiduciosi di poter vedere un vero breatherlyzer in azione su di uno smartphone e chissà che un giorno non arrivi a consigliarci anche di migliorare l’igiene orale!!
PANORAMA EDIT

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