giovedì 12 aprile 2018

Punti di sutura addio arriva la supercolla


Punti di sutura addio
arriva la supercolla
a base di proteine
MeTro è un idrogel biocompatibile e altamente elastico in grado di richiudere le ferite in pochi secondi

Graffette, fili, aghi ricurvi. Il kit base con cui, finora, il chirurgo richiude le ferite dopo gli interventi. Una procedura medica standard che però, talvolta, può rivelarsi insidiosa: è il caso, per esempio, di tessuti e organi interni, difficili da raggiungere, in continuo movimento e su cui c’è poco spazio per intervenire. Per ovviare al problema, un team di scienziati della Harvard University e Northeasetern University ha annunciato di aver messo a punto MeTro, una nuova supercolla chirurgica completamente biocompatibile, a base di proteine e attivabile con la luce, in grado di richiudere con efficienza le ferite in meno di 60 secondi.
Naturalmente non si tratta del primo prodotto di questo tipo, nella pratica clinica sono già in uso sostanze adesive biochimiche per richiudere le ferite, ma si tratta di composti ancora perfettibili: “Un buon sigillante chirurgico”, spiega Nasim Annabi, uno degli autori del lavoro, “deve avere una combinazione di diverse caratteristiche. Deve essere elastico, adesivo, non tossico e biocompatibile. La maggior parte dei sigillanti attualmente sul mercato possiede un paio di queste caratteristiche, ma non tutte. Nel nostro studio, invece, siamo riusciti per la prima volta a ingegnerizzare un nuovo materiale che ha tutte le proprietà necessarie”.
“MeTro” è l’acronimo di MEthacryloyl-substituded TROpoelastin, una proteina derivata da fibre che compongono i tessuti umani, dalle caratteristiche particolarmente interessanti: la sua elasticità, infatti, la rende ideale per richiudere ferite su tessuti in continuo movimento, per esempio cuore, polmoni e arterie, i cui lembi sono pertanto molto difficili da richiudere.
L’altra proprietà che rende la colla efficace per l’uso chirurrgico è il fatto che può essere “attivata” con la luce: “MeTro incolla i lembi delle ferite in meno di un minuto dopo essere illuminata con raggi ultravioletti”, spiegano ancora gli autori. “Inoltre, abbiamo incorporato nel materiale un enzima la cui quantità può essere modificata per determinare la durata dell’azione del collante, che può variare da ore a mesi, a seconda del tipo di tessuto e di ferita da trattare”.
Secondo i ricercatori, inoltre, il composto potrebbe avere applicazioni anche fuori dalle sale operatorie, in situazioni di emergenza: “Le applicazioni della scoperta sono potenti, e vanno dal trattamento delle ferite chirurgiche all’utilizzo in zone di guerra o sulla scena di incidenti stradali”.

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