Doveva essere un'occasione per migliorare l'attuazione del bando Solare, pensato per sostenere l'occupazione nel turismo in Sardegna, ma si è trasformato in uno scontro istituzionale. L'incontro del 21 luglio tra l'assessora regionale al Lavoro, Desirè Manca, e i rappresentanti regionali di Fipe e Federalberghi si è concluso con una rottura netta. Non solo sul piano del dialogo, ma anche - e soprattutto - sulla gestione del provvedimento stesso.
Bando Solare in Sardegna: cosa è e la ricostruzione dello scontro
Il bando Solare, ricordiamo, promosso dalla Regione Sardegna, mette a disposizione incentivi per l'assunzione di giovani under 35 e disoccupati over 35. L'obiettivo è sostanzialmente quello di aiutare le imprese a creare occupazione stabile nei settori trainanti dell'economia isolana. Ma la tempistica e le modalità hanno sollevato più di una perplessità tra gli operatori. Il bando è stato infatti pubblicato il 26 giugno, con apertura delle domande fissata per il 17 e 18 luglio, nel pieno della stagione turistica. Tempistiche giudicate insostenibili da chi lavora in alberghi, ristoranti e strutture ricettive, già alle prese con la massima pressione operativa dell'anno. Fipe e Federalberghi hanno subito chiesto un rinvio a settembre, ottenendo inizialmente un'apertura al dialogo.
Dopo un primo incontro con l'assessora l'8 luglio, sembrava che una proroga fosse possibile. Ma la successiva comunicazione ufficiale ha spostato il click day solo di qualche giorno, al 23 e 24 luglio. Un rinvio ritenuto del tutto insufficiente dalle associazioni di categoria, che lo hanno letto come un segnale di scarsa considerazione nei confronti del comparto. «In un primo momento avevamo ricevuto disponibilità per spostare la data d'inizio - spiega Emanuele Frongia, presidente di Fipe Sardegna, raggiunto da Italia a Tavola - poi però ci siamo trovati davanti a una decisione presa senza alcun confronto reale. A quel punto ci siamo sentiti presi in giro. Il bando è a click day, serve tempo per preparare la documentazione, e luglio non è certo il mese più adatto per mettersi a rincorrere scadenze burocratiche».
Il clima è ulteriormente peggiorato, come raccontato, il 21 luglio, quando le associazioni sono state convocate per un nuovo incontro. «Pensavamo di poter chiarire le criticità e trovare una soluzione utile per tutti - continua Frongia - invece l'assessora ha interrotto bruscamente il confronto. A quel punto è chiaro che non c'era più margine: ci siamo ritrovati con la porta chiusa in faccia». L'assessora Desirè Manca, dal canto suo, ha respinto le accuse parlando di «una fantasiosa rappresentazione dei fatti», e sottolineando che l'assessorato non intende concedere vantaggi a «singole categorie che cercano corsie preferenziali». Una posizione che ha irrigidito ancora di più i toni, lasciando sul tavolo solo lo scontro.
E con il bando che ha continuato a seguire il suo corso... «Ormai è praticamente chiuso - conclude Frongia. Ci è stato detto che ci sarà un nuovo incontro col presidente della Regione tra qualche giorno, ma a questo punto si rischia di parlare di qualcosa che è già superato». E qui sta il problema. Un'iniziativa pensata per favorire il lavoro si è scontrata con una gestione che non ha tenuto conto né dei tempi, né delle condizioni reali in cui operano le imprese turistiche.
Chi lavora in albergo o in un ristorante a luglio non ha il tempo materiale per preparare pratiche complesse da caricare a orario fisso, con il rischio di rimanere fuori per un clic arrivato troppo tardi. Le richieste di dialogo sono rimaste a metà, la proroga promessa si è trasformata in un rinvio di pochi giorni e le categorie si sono trovate da sole a rincorrere una scadenza che, di fatto, ha escluso molti. Mentre la Regione parla di confronto, sul campo si ha l'impressione che l'ascolto sia mancato del tutto. E così, più che uno strumento per sostenere il lavoro, Solare rischia di restare l'ennesima occasione mancata per dare respiro concreto al turismo sardo.
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