sabato 26 luglio 2025

Discoteche luci accese in un settore che resta al buio

 

Discoteche italiane, un'estate di luci accese in un settore che resta al buio

Nel 2024 le discoteche italiane hanno fatturato quasi 500 milioni di euro, con oltre 34 milioni di presenze e più di 200mila spettacoli organizzati; per l’estate 2025 si stima un +3-4% di ricavi. Eppure, tra il 2000 e oggi hanno chiuso oltre 2mila locali, un segnale del peso del calo demografico, dei gusti che cambiano e del dilagare dell'abusivismo

Discoteche italiane, un'estate di luci accese in un settore che resta al buio

Nonostante tutto, l'estate continua a dare ossigeno alle discoteche italiane. Infatti, secondo le ultime stime di Silb-Fipe, l'associazione di categoria che rappresenta i locali da ballo, la stagione 2025 segna un +3-4% di fatturato rispetto allo scorso anno. Un segnale positivo, certo, soprattutto al Sud e nelle isole dove turismo e qualità dell'offerta tengono alto il ritmo. Ma se ci si ferma ai numerisi rischia di avere una visione parzialePerché il settore della nightlife italianaoggivive una doppia realtà: da un lato, la voglia di ripartire; dall'altro, un modello che arranca, stretto fra mutamenti culturali, concorrenza sleale e una crisi di identità che non si risolve con un'estate in più.

Discoteche italiane, i dati del 2024 e i numeri della crisi

Partiamo dai dati. Nel 2024 il comparto ha generato quasi 500 milioni di eurocon oltre 34 milioni di presenze e più di 200mila spettacoliUna macchina importantecapace di muovere persone e indotto economicoche però - bisogna dirlo - si concentra in larga parte nei mesi estivi. Tra giugno e agosto si registra infatti circa il 40% della spesa complessiva per eventi legati alla musica e al ballo. È lì che le discoteche si giocano tutto: la stagione breve, intensa, in cui ci si rimette in pari o si cade a picco. Un equilibrio sempre più precario.

Discoteche italiane, un'estate di luci accese in un settore che resta al buio

Nel 2024 il comparto ha generato quasi 500 milioni di euro

Perché il vero nodo non sono i numeri di un'estate buonama quelli di un'intera generazione che sta voltando le spalle alle discoteche tradizionaliI locali da ballo in Italia, ricordiamo, erano 4.200 a inizio millennioOggi sono meno della metà. In quindici anni ne sono spariti oltre duemilamolti dei quali trasformati in tutt'altrobanche, fast food, palestre, chiese, oppure lasciati al degrado. La pandemia ha fatto la sua parte, certo. Ma la crisi era iniziata molto prima. E ha a che fare con qualcosa di più profondo: la Generazione Z - e non solo - non si riconosce più in un modello fatto di sale buiedj set notturni e drink al banconeOggi si preferiscono le feste in villai chiringuiti sul marei ristoranti con musicale esperienze più intime, più fluide, più personalizzate. Magari all'aperto. Magari senza nemmeno pagare l'ingresso.

«Con il drastico calo demografico che ha portato a una riduzione di tre milioni di giovani negli ultimi vent'anni, ora più che mai è importante ampliare il target della clientelaintercettare le nuove esigenze di intrattenimento e ragionare secondo una logica di integrazione all'interno della più ampia offerta turistica, intensificando i servizi nei mesi estivi, in cui è alta la domanda per gli eventi legati alla musica e al ballo, soprattutto all'aperto» spiega Maurizio Pasca, presidente di Silb-Fipe. Un messaggio chiaro: le discoteche non possono più restare ferme all'idea di “sabato sera, luci stroboscopiche e consolle”. Devono cambiare pelle, contaminarsi, aprirsi a un pubblico diverso, a un tempo diverso, a format diversi.

Le discoteche e la concorrenza sleale nel settore

E infatti, chi è rimasto in piedi lo ha capito. L'offerta oggi è molto più variegata: non solo dj e pista, ma ambienti curati, audio all'avanguardia, set pomeridiani, eventi tematici, corner sobri, servizi smart. Un'esperienza che va oltre la musica, che guarda al benessere, all'inclusività, al senso di comunità. Non basta più far ballare: bisogna far stare bene. Eppure, anche qui, c'è un problema. Anzi, più di uno. Il primo, enorme, è quello della concorrenza sleale. Ogni estate spuntano come funghi eventi non autorizzati, party in location improvvisate, locali trasformati da bar in discoteche con una semplice Scia.

Nessun controllo, nessuna autorizzazione, zero regole. E tanto rischio, per tutti. Chi lavora in regola paga tasse, personale, sicurezza, Siae, normative antincendio, steward, impianti. Gli abusivi no. E attirano comunque frotte di ragazzi, spesso ignari, spesso solo attratti da un prezzo basso o da una location suggestiva. «Le discoteche non sono solo luoghi di svagoma presìdi culturali e socialifondamentali per l'aggregazione giovanile e la vivibilità urbana - prosegue Pasca - ma per funzionare davvero devono essere sicurevigilate e regolarmente autorizzate. È lì che bisogna andare a divertirsi, non in feste abusive o eventi improvvisati in spazi non idonei, dove manca qualsiasi controllo e il rischio per la salute e l'incolumità delle persone è altissimo».

Discoteche italiane, un'estate di luci accese in un settore che resta al buio

Ogni estate spuntano come funghi eventi non autorizzati, party in location improvvisate

Per cercare di arginare il fenomenol'associazione ha promosso la sottoscrizione dei “Protocolli di intesa per la prevenzione di atti illegali e situazioni di pericolo” tra associazioni territoriali, Prefetture e istituzioni locali. Si tratta di accordi - già attivi in città come Genova, Lecce, Catanzaro, Otranto - che recepiscono le linee guida previste dal decreto ministeriale del 21 gennaio 2025. L'obiettivo è molto chiaro: aumentare i controlli, migliorare la comunicazione con le forze dell'ordine, installare sistemi di videosorveglianza, formare il personale e sensibilizzare i giovani. Insomma, creare un sistema che tuteli chi rispetta le regole e chi frequenta i locali. Un esempio virtuoso arriva proprio da Lecce, dove la Prefettura ha adottato misure straordinarie per contenere gli abusi legati alla movida estiva.

Pasca (Silb-Fipe): «Senza regole e controlli, il rischio è quello di vedere prosperare l'illegalità»

«Siamo i primi a volere una movida viva e accogliente - ribadisce Pasca - ma senza regole chiare e controlli serratiil rischio è quello di vedere prosperare l'illegalità a danno di chi lavora onestamentepaga le tasse e investe nella sicurezza. Le discoteche non possono essere l'unico anello regolato di una filiera che oggi è fuori controllo in troppi territori. Serve un sistema-paese che riconosca il valore del nostro settore e lo difenda da chi opera nell'illegalità. La vera movida è quella che crea occupazione, cultura, socialità. E che lo fa alla luce del sole, dentro i locali che rispettano le regole».

Discoteche italiane, un'estate di luci accese in un settore che resta al buio

Maurizio Pasca, presidente di Silb-Fipe

Le parole sono nette, e lo sono perché ormai il tempo delle mezze misure è finito. Il comparto delle discoteche italiane sta facendo uno sforzo per ripensarsi, per stare al passo con una società che cambia, per offrire esperienze più sane, più varie, più sicure. Ma questo sforzo va sostenuto, non ostacolato da chi lavora fuori dalle regole. L'estate 2025 - con i suoi dati positivi e le sue criticità persistenti - lo dimostra una volta di piùla nightlife italiana non è (ancora) mortama ha bisogno di visionetutela e coraggio per restare viva.

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