Vino, liquori e aceti,
cambiano passo
Export, più valore
e meno volume
Il mondo del vino italiano, forse, sta cambiando passo e mentalità all’insegna di un minor volume ma di un maggior valore.
Secondo Federvini infatti è in crescita l’export di vini, liquori e aceti all’estero. L’indagine è stata effettuata sul primo trimestre dell’anno in corso e fa ben sperare per il futuro del settore.
Per il mercato vitivinicolo, nei principali mercati la crescita a valore è stata decisamente superiore rispetto alla crescita a volume: Polonia (+34% a valore; + 13% a volume), Giappone (+6% a valore; -4% a volume), Cina (+7,7% a valore; -1,9% a volume); Germania: (+5,5% a volume; -8,8% a valore).Fanno eccezione la Gran Bretagna (dove però la contrazione a valore è decisamente più contenuta rispetto ai volumi: -4,9% contro un -11,7%) e Canada (stabilità per ciò che concerne i valori e contrazione del 3,9% a volume, dove tuttavia va considerato l'effetto attesa per l'entrata in applicazione dell'accordo Ceta).
Discorso diverso va fatto per gli Usa dove la crescita è parallela a valore e a volumi (5% vs 6%). Peraltro si registra nei diversi mercati un'ottima performance di crescita a valore dei vini Dop (+17% negli Usa, +10% in Canada, +3,65% in Cina) a fronte di una frenata dei vini frizzanti (-22% in Canada, -18% in Giappone).
Non si discostano di molto i bilanci per acquaviti e liquori anche se con dei numeri meno netti: mentre negli Stati Uniti l'export a volume è cresciuto decisamente rispetto al valore (+50% rispetto ad un +30%), Paesi come Giappone, Cina e Germania hanno visto privilegiare decisamente la crescita a valore. Gli aceti hanno rafforzato la percezione della qualità presso i consumatori in mercati quali Giappone (+6% a valore contro un +2% a volume) e Germania (-2% a volume contro un +16% a valore) mentre effetto Trump e Brexit hanno influenzato Usa e Gran Bretagna.
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