Piano 35, il ristorante
tra le nuvole
Nuovo menu estivo
con piatti ricercati
Al ristorante al 35° piano del Grattacielo di Intesa Sanpaolo di Torino, il menu per la stagione estiva presenta piatti coerenti con la struttura, tanta innovazione nel solco della sostenibilità in continuo divenire
Una vista mozzafiato su Torino, la sua collina e le Alpi, 166 metri di altezza che si raggiungono con un ascensore velocissimo: siamo al 35° piano del Grattacielo di Intesa Sanpaolo, una torre di cristallo firmata da Renzo Piano, fra i tre edifici di grande altezza più sostenibili al mondo, l’unico in Europa ad aver ottenuto la certificazione Leed Platinum del Green Building Council, l’organo internazionale più autorevole per l’eco-valutazione degli edifici.
Sospeso tra le nuvole, circondato da un giardino bioclimatico che ospita arbusti e piante adatte al clima temperato, tra cui eucalipti, inga, acacie, lavande e mirti, troviamo “Piano 35”, il ristorante gourmet più alto d’Italia, che riprende il numero del piano e il nome dell’architetto. 60 coperti, un’unica sala dall’arredamento raffinato ed essenziale.
Alla guida della cucina il trentunenne Fabio Macrì, una laurea a Roma in storia con un focus sulla storia dell’agricoltura e dell’alimentazione e una seconda a Pollenzo, e poi tante esperienze sia in ristoranti che nel contesto di ricerca e sviluppo per gli outlet della società di Heston Blumenthal a Londra, a Barcellona con la Fondazione Alicia, centro di ricerca ad alta vocazione sociale dedicato all’innovazione tecnologica in cucina e alla salvaguardia e promozione del patrimonio agroalimentare e gastronomico.
Di recente è stato presentato il menu per la stagione estiva, alcuni piatti si modificheranno in alcuni componenti, un menu di coerenza con la struttura, tanta innovazione nel solco della sostenibilità in continuo divenire, come racconta Fabio ricordando i versi del poeta Nazim Hikmet: «Il piatto migliore è quello che non abbiamo ancora fatto». Un metodo fatto di piccoli passi condiviso dai 10 membri della brigata con il maître Mirko Feroce e i suoi 7 collaboratori per fare del Piano 35 un punto di riferimento a livello nazionale e poi europeo. Un obiettivo veramente ambizioso curato in ogni particolare dal direttore Adalberto Robbio con la collaborazione delle ragazze dell’accoglienza.
Impronta personale e giovane nel menu, che strizza l’occhio alla cucina piemontese e a quella romana; continua la collaborazione con “Wood*ing - wild food lab”, che raccoglie e seleziona erbe spontanee, radici, muschi, licheni provenienti dagli ecosistemi dell’arco alpino e della Sardegna. Tre offerte di menu degustazione di cui uno vegetariano, interessante anche per chi vegetariano non lo è. I prezzi oscillano tra 85 e 110 euro. Ed ancora, una mini carta per il business lunch con tre piatti al prezzo di 40 euro, quattro piatti invece a 50 euro, e poi la carta. Una cantina con oltre 600 etichette, ampia scelta al bicchiere e la carta delle acque minerali.
Per informazioni: www.piano35.com
Sospeso tra le nuvole, circondato da un giardino bioclimatico che ospita arbusti e piante adatte al clima temperato, tra cui eucalipti, inga, acacie, lavande e mirti, troviamo “Piano 35”, il ristorante gourmet più alto d’Italia, che riprende il numero del piano e il nome dell’architetto. 60 coperti, un’unica sala dall’arredamento raffinato ed essenziale.
Alla guida della cucina il trentunenne Fabio Macrì, una laurea a Roma in storia con un focus sulla storia dell’agricoltura e dell’alimentazione e una seconda a Pollenzo, e poi tante esperienze sia in ristoranti che nel contesto di ricerca e sviluppo per gli outlet della società di Heston Blumenthal a Londra, a Barcellona con la Fondazione Alicia, centro di ricerca ad alta vocazione sociale dedicato all’innovazione tecnologica in cucina e alla salvaguardia e promozione del patrimonio agroalimentare e gastronomico.
Di recente è stato presentato il menu per la stagione estiva, alcuni piatti si modificheranno in alcuni componenti, un menu di coerenza con la struttura, tanta innovazione nel solco della sostenibilità in continuo divenire, come racconta Fabio ricordando i versi del poeta Nazim Hikmet: «Il piatto migliore è quello che non abbiamo ancora fatto». Un metodo fatto di piccoli passi condiviso dai 10 membri della brigata con il maître Mirko Feroce e i suoi 7 collaboratori per fare del Piano 35 un punto di riferimento a livello nazionale e poi europeo. Un obiettivo veramente ambizioso curato in ogni particolare dal direttore Adalberto Robbio con la collaborazione delle ragazze dell’accoglienza.
Impronta personale e giovane nel menu, che strizza l’occhio alla cucina piemontese e a quella romana; continua la collaborazione con “Wood*ing - wild food lab”, che raccoglie e seleziona erbe spontanee, radici, muschi, licheni provenienti dagli ecosistemi dell’arco alpino e della Sardegna. Tre offerte di menu degustazione di cui uno vegetariano, interessante anche per chi vegetariano non lo è. I prezzi oscillano tra 85 e 110 euro. Ed ancora, una mini carta per il business lunch con tre piatti al prezzo di 40 euro, quattro piatti invece a 50 euro, e poi la carta. Una cantina con oltre 600 etichette, ampia scelta al bicchiere e la carta delle acque minerali.
di Piera Genta
Per informazioni: www.piano35.com
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