giovedì 25 settembre 2025

No-show al ristorante...

 

No-show al ristorante: 

un cliente su 10 

non si presenta 

dopo aver prenotato

Secondo i dati Incremento, il 12,8% dei coperti resta inutilizzato perché i clienti non si presentano. Una piaga che pesa su margini e organizzazione e che obbliga i ristoranti a rivedere la gestione delle prenotazioni

Il 12,8% dei clienti prenota e poi non si presenta. È un numero che pesa come un macigno sui conti della ristorazione e che ha spinto molti locali a correre ai ripari con caparre e pre-autorizzazioni. A dirlo è l’Osservatorio Incrementoo, che tra gennaio e agosto ha analizzato oltre 212mila prenotazioni e quasi 800mila coperti in 300 ristoranti italianidal fine dining alle pizzerie gourmet. Il messaggio è chiaro: senza strumenti di tutelail rischio di tavoli vuoti resta altissimo.

No-show al ristorante: un cliente su 10 non si presenta dopo aver prenotato

Il 12,8% dei clienti che prenota al ristorante poi non si presenta

Caparre e reminder: l’impatto sui no-show

Infatti, dove invece si richiede una caparra - in media 20 euro a persona - o una pre-autorizzazioneil tasso di no-show scende al 5,4%con un calo del 58%Ancora più incisivi i reminder automatici inviati via smsWhatsApp o emailuna semplice notifica riduce del 32% le assenzeNon stupisce quindi che il 64% dei ristoranti chieda di cancellare almeno 24 ore primail 18% fissi la soglia a 12 ore e l’8% a 48Solo un 10% resta privo di policy. In genere la cancellazione è libera e senza penalima sempre accompagnata da conferme puntualiun promemoria due ore prima e un sondaggio dopo la visita. Segnali di una gestione sempre più attenta, che non si limita a contenere i danni ma punta a consolidare il rapporto con il cliente.

Come prenotano gli italiani

Accanto al tema dei no-showl’indagine mette in luce come gli italiani prenotino i ristoranti. Le piattaforme online guidano con il 38% delle prenotazioni, seguite da sito e Google (22%), telefono (21%), WhatsApp (9%) e walk-in nello stesso giorno (10%). Un’analisi su 100 ristoranti campione evidenzia che il web pesa per il 42,7%il telefono per il 33,7%Google diretto per il 17,6% e i walk-in per il 5,9%Dentro al “web” il traino principale arriva dal passaparola (43,7%), seguito da Instagram (14%), Google (9,5%), Facebook (4,7%) e TikTok (2,6%). Tripadvisorportali e altri canali incidono in maniera marginale.

Il dato interessante è che i socialpur restando ancora secondari rispetto al web strutturato e al telefonostanno crescendo in maniera costante e generano traffico reale. Non a caso il 57% dei ristoranti utilizza ormai una lista d’attesa digitale, mentre il 14% pratica un overbooking controllato. Nei casi osservati, la lista d’attesa si integra con automazioni che propongono alternative in caso di rifiuto e arrivano persino a inviare promozioni per convincere i clienti a tornare nei giorni successivi.

Marketing e fidelizzazione

Il marketing gioca poi un ruolo sempre più evidenteil 41% dei ristoranti dichiara di avere un CRM attivoil 27% un programma loyalty il 52% vende gift card. La differenza è tangibile: i clienti tornano entro 60 giorni nel 34% dei casi senza un sistema di loyaltymentre la percentuale sale al 48% con un programma attivocn un incremento di 14 punti. Le attività digitali - tra Google, social e campagne mirate - incidono ormai per il 31% delle prenotazioni, confermando che le strategie di marketing spostano non solo visibilità, ma prenotazioni concrete.

In definitiva, il quadro che si delinea è quello di una ristorazione chedopo anni di crescita disordinatasta imparando a gestire in modo più consapevole la domandaanche grazie agli strumenti digitali. «La ristorazione italiana sta entrando in una fase di gestione più matura della domanda. Caparre, reminder e liste d’attesa digitali riducono sprechi e migliorano l’esperienza cliente - spiega Stefano Visconti, ceo di Incrementoo. La vera frontiera competitiva è l’affiliazione: CRM, loyalty e formule club spostano il focus dal singolo scontrino al valore nel tempo».

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