Le temperature si sono abbassate e le giornate si stanno pian piano accorciando. Tutto intorno racconta ormai dell'autunno e, di conseguenza, fa capire come l'inverno sia ormai alle porte. Inverno che, per il turismo, significa montagna. Quella della settimana bianca è un'abitudine dura a morire, anche in Italia, e i numeri della stagione a cavallo tra il 2022 e il 2023 sono stati senza dubbio positivi. In prospettiva, però, incombono sulle montagne italiane moltissime incertezze, che potrebbero condizionare la stagione che a breve prenderà il via. Proviamo a capire qualcosa di più.
Turismo sulla neve: che stagione sarà?Vacanze in montagna: i numeri in Italia
Per avere chiaro il quadro della situazione è opportuno partire dai numeri. In Italia il mondo del turismo montano vale circa dieci miliardi di euro. Se si prende in analisi, per esempio, il primo trimestre 2023, stando ai dati di Federalberghi, quasi dodici milioni di italiani (6,9 milioni durante la settimana bianca classica e circa 5,1 milioni nei weekend) hanno trascorso una vacanza sulla neve. Questo ha generato un giro di affari complessivo di 9,6 miliardi di euro. Di questi, 5,2 miliardi sono relativi alle settimane bianche e 3,8 miliardi ai weekend. Numeri che fotografano perfettamente l'importanza del turismo della neve e che sono migliori anche del 2019, ultimo anno pre-pandemia. Nel complesso, le montagne italiane ospitano più di 3.500 piste da sci, per una lunghezza di circa 6.700 chilometri. Una piccola parte riguarda, invece, lo sci di fondo, che può contare su quasi 2.000 chilometri distribuiti tra circa 250 anelli. A supporto delle strutture ci sono, inoltre, più di duemila impianti di risalita.
La carenza di neve e l'aumento dei costi
Le cifre fornite da Federalberghi fotografano, quindi, un comparto che ha chiuso con uno stato di salute ottimo l'ultima stagione invernale. Allo stesso tempo, come già anticipato, ci sono alcune criticità che gravano sul turismo della montagna e che preoccupano in vista della prossima stagione. Una di queste, forse la principale, è la neve e la sua carenza, che negli anni sta diventando un problema cronico e la situazione non è di certo destinata a migliorare. La soluzione, anche se solo in determinate condizioni, è quella di sparare neve artificiale. Questo, però, porta in dote un aumento notevole dei costi. Un metro cubo di neve artificiale può arrivare a costare quasi quattro euro. Per intenderci, per innevare una pista lunga un chilometro, larga circa 50 metri e con uno spessore di 40 centimetri, il costo va dai 30.000 ai 40.000 euro. E, dicevamo, non si tratta di costi fissi o preventivabili, ma che variano, per forza di cose, al variare delle condizioni meteo: le condizioni ideali sono, temperatura -4/-5 gradi e umidità non superiore al 30%. Tutto ciò si riflette, chiaramente, sui prezzi degli skipass, che sono in costante aumento. La crisi energetica degli ultimi mesi, poi, ha ulteriormente aggravato la situazione perché, oltre a pesare sugli impianti, pesa anche sugli hotel e sui ristoranti, che in molti casi si sono trovati costretti ad aumentare i prezzi.
Pista chiusa per carenza di neveLa settimana bianca secondo Federalberghi costava per la scorsa stagione, in media, 751 euro a persona, con trasporto, alloggio, cibo, impianti sciistici, corsi di sci e attività di svago. Per un weekend sulla neve la cifra media scende a 403 euro a persona. È lecito attendersi degli aumenti.
Settimana bianca e weekend sulla neve piacciono ancora
Se, quindi, ci sono delle criticità evidenti, allo stesso tempo la vacanza sulla neve non sembra voler passare di moda. Ma cosa cercano gli italiani? Anzitutto, è necessario fare una distinzione tra la settimana bianca e il weekend sulla neve. Nel primo caso, le regioni preferite sono la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige, entrambe con il 13,4% delle preferenze, seguite dal Piemonte (12,9%), la Lombardia (10,2%) e l’Abruzzo (9,9%). Complessivamente, il 67,7% dei vacanzieri va in vacanza sulle Alpi e il 25,8% sugli Appennini. La quasi totalità sceglie di rimanere in Italia: il 96,5%. Per quanto riguarda l’alloggio, gli italiani continuano ad avere una preferenza per gli alberghi (27,9%), seguiti da case di parenti e amici (21%), bed & breakfast (14%) e rifugi alpini (12,9%). Interessante anche il dato sui metodi di prenotazione: il 59,7% contatta direttamente la strutture, sintomo anche di una certa fidelizzazione del cliente. La scelta della località si basa principalmente sulla bellezza naturale (49,5%) e sulla tranquillità della località (20,7%). Per quanto riguarda, invece, i weekend sulla neve, è la Lombardia a essere in vetta alla classifica con il 18,9% delle preferenze. Seguono il Piemonte (13,5%), il Veneto e l’Abruzzo (entrambi con il 10,3%). In questo caso, la soluzione migliore per il pernottamento sembra essere la casa privata, sia essa di famiglia o di amici, che copre il 30,2% delle richieste.
Tra le maglie di questi dati, emerge anche la preoccupazione di cui abbiamo parlato in precedenza. Come? Il 66,9% dei vacanzieri che ha optato per un weekend sulla neve, avrebbe fatto anche una settimana bianca, ma ha dovuto ridurre il periodo di vacanza a causa dell'aumento dei prezzi. Un dato emblematico e che rappresenta la vera sfida in vista della stagione ormai alle porte.
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