sabato 18 ottobre 2025

Turismo e ristorazione, poche nuove imprese

 

Turismo e ristorazione, più occupati ma poche nuove imprese

Secondo gli ultimi dati Istat sul 2023, il settore ha chiuso l’anno con un fatturato oltre i 116 miliardi. Su occupazione e investimenti, ma la ripresa è passata più dalla tenuta che dall’apertura di nuove attività, in un contesto segnato da costi elevati, margini sottili e consumi ancora altalenanti

Turismo e ristorazione, più occupati ma poche nuove imprese

I2023 ha riportato ossigeno al mondo del turismo e della ristorazionema non per tutti. Secondo gli ultimi dati Istatil settore ha chiuso l’anno con un fatturato complessivo di oltre 116 miliardi di euro, in aumento di circa il 16% rispetto al 2022. I numeri sono buonima non raccontano solo una crescitadietro la ripresa del giro d’affari restano le ferite di anni complicati, fra costi in aumento e tante attività che hanno dovuto abbassare le serrande.

Turismo e ristorazione, più occupati ma poche nuove imprese

Turismo e ristorazione: i numeri del 2023

Il quadro generale, però, ha confermato la capacità del comparto di resistereriorganizzarsi e ripartire. Le imprese sono cresciute di poco, ma hanno lavorato meglio, con più occupatipiù investimenti e un valore aggiunto in aumento.

Alloggio: più addetti e più fiducia, la crescita è nella stabilità

Il comparto dell’alloggio - che comprende hotel, B&B, campeggi, agriturismi e case vacanza - ha chiuso il 2023 con 60.113 imprese e 326.431 addetti, di cui oltre 260mila dipendenti. Il fatturato ha superato i 36,6 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto ha raggiunto i 17 miliardi. Nel 2022 le imprese erano 57.363, gli addetti 300 mila e il fatturato 31,2 miliardi.

In un anno, gli addetti sono aumentati dell’8,8%, e il fatturato è salito del 17%. Gli investimenti, passati da 2,1 a 3,6 miliardihanno segnato un +67%, il dato più dinamico del comparto. Molti operatori, ricordiamo, hanno scelto di consolidare la propria attività anziché espandersipuntando su riqualificazionicomfort e sostenibilità. In poche parole, la crescita non è stata "euforica"ma ha mostrato un comparto più solido e consapevole, capace di investire per durare.

Ristorazione: meno imprese, più produttività

La ristorazione - che include bar, ristoranti, pizzerie, trattorie e servizi di catering - ha sì confermato (ancora una volta) il suo peso nella filiera turisticaanche se il numero di imprese è leggermente calatoNel 2023 se ne sono contate 269.338contro le 271.744 del 2022. Il fatturato, però, complice anche (va ricordato) l’inflazione, ha continuato a crescere, passando da 69,7 a 80,2 miliardi di euro (+15%), e il valore aggiunto è salito da 24,5 a 29 miliardi.

Gli addetti sono aumentati di circa 70mila unità, mentre gli investimenti sono calati a quasi 2,4 miliardi di euro (rispetto ai circa 2,7). Dietro la tenuta dei conti c’è stata una selezione naturaletante attività, come detto, non ce l’hanno fattama chi ha resistito ha lavorato di più e megliopuntando su qualità e personale più stabile. In molti casi, le chiusure hanno lasciato spazio a imprese più strutturatecapaci di reggere i costi e innovare l’offerta.

Un comparto resiliente, tra equilibrio e nuove sfide

Nel complesso, turismo e ristorazione hanno raccolto risultati incoraggianti. Le imprese sono aumentate di appena 344 unità rispetto al 2022, ma gli addetti sono cresciuti di quasi 96mila, e il valore aggiunto complessivo è salito di oltre 7 miliardi di euro.

La ripresa, insomma, non è passata dai numeri delle aperture, ma da una maggior capacità di tenuta. Dopo anni difficili, il 2023 ha rappresentato un momento di equilibrio: meno improvvisazionepiù sostanza. Un settore che ha smesso di inseguire la quantità e ha riscoperto il valore della continuitàin attesa di capire se i dati del 2024 sapranno confermare questa ripartenza paziente ma reale.

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