lunedì 17 aprile 2017

Non sono a dieta, mi curo con il cibo

Non sono a dieta, 
mi curo con il cibo

Il principio di Ippocrate rivisto e applicato dal dottor Alberico Lemme

Dott. Alberico Lemme
 Come non mai prima d’oggi impazzano sui mass media programmi sul cibo. In particolare nel web e dintorni, in portali tematici, siti internet, blog, social network, youtube…ognuno vuole “venderci” la sua proposta culinaria del giorno, dalla più elaborata per far colpo su parenti e amici alla ricetta sprint per l’ospite inatteso. Poiché è una gara a chi riceve più visite nel proprio diario elettronico, quasi tutti i suggerimenti da gourmet sono ben curati e dettagliati con profusione di immagini di pietanze che solo a guardarle fanno venire l’acquolina in bocca. Ma nella maggior parte dei casi queste delizie per il palato sono altamente incompatibili con il mantenimento della buona salute laddove la combinazione dei cibi mal si concilia, solo per dirne una,  con il livello ottimale del nostro ph sanguigno affinché il nostro organismo non vada incontro a fenomeni di acidificazione, aumento di radicali liberi e conseguente invecchiamento precoce.
Sembra oramai abbastanza ampia la platea di persone consapevoli su come ci si debba nutrire per stare bene, eppure le statistiche impietosamente avvertono che per esempio in Italia 4 persone su dieci sono obese.
Un recente servizio della tv pubblica “Sazi da morire” nell’ambito del programma Presa Diretta (Raitre) proponeva la teoria del ricercatore Valter Longo, italiano trapiantato negli Stati Uniti  (Longevity Institute della University of Soutern California a Los Angeles), che prevede di guarire dai chili di troppo e da
conseguenti patologie attraverso un (quasi) digiuno terapeutico periodico a base di tisane, brodi di verdura e varie erbe medicinali ma, si badi bene, si affrettavano a puntualizzare i conduttori del programma, solo dietro stretta prescrizione medica! Il servizio continuava illustrando le proprietà terapeutiche di alcuni integratori

alimentari avvalorati da Longo immessi sul mercato dalle startup della Silicon Valley e si concludeva esponendo le recenti linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che invitano tutti i paesi aderenti, ma l’Italia in particolare, a voler ridurre fino ad un massimo di 5 grammi il consumo giornaliero di zucchero.

Ma esiste qualcuno che ha studiato e verificato scientificamente che anche mangiando a sazietà si può non morire, star bene anzi guarire dalle malattie più diffuse incombenti nella società del cosiddetto benessere nella quale siamo immersi? Noi, nel nostro piccolo, senza scomodare l’Oms né i ricercatori della Silicon Valley l’abbiamo trovato e a dire il vero è un personaggio ben conosciuto dai media come persona “eccentrica” e per taluni “ingombrante”. E’ un italiano, anzi abruzzese tiene a sottolineare, e vive in Italia. 

Il dottor Alberico Lemme sui danni dello zucchero e parimenti  sui danni del sale, di cui poco o nulla si parla nel nostro paese, ha molto da aggiungere.
“Curarsi con il cibo” è il motto del dr. Lemme. Fondatore nella sua Desio (MB) di Filosofia Alimentare e curatore del sito omonimo www.filosofialimentare.it  già negli anni ’90 “predicava al vento” il suo credo: la fondamentale importanza di “leggere” tutte le sostanze nutrizionali in chiave biochimica. 

Dottor Lemme, alla luce di tante teorie che ogni giorno ci vengono presentate, a volte come l’innovazione scientifica del secolo e che promettono di farci guarire da obesità, diabete, ipertensione e
quant’altro, lei “si permette” di contestarle tutte e contrapporre inascoltato (o ascoltato da pochi) la sua. In cosa consiste e cosa propone di così rivoluzionario?

“Prima di tutto bisogna bandire il concetto di ‘caloria’ dal campo dell’alimentazione. Il concetto di ‘caloria’ applicato al metabolismo non ha nessun fondamento scientifico ed è obsoleto, antiquato, errato. Bisogna valutare l’effetto biochimico del cibo nel nostro organismo, come si fa già da più di un secolo con i farmaci dei quali si studia a fondo l’effetto biochimico che hanno nel metabolismo umano”. 

In ogni suo intervento televisivo e non, lei vede come il fumo negli occhi la cosiddetta “dieta mediterranea”, cosa c’è di sbagliato nella cucina dei nostri padri e vanto del made in Italy?

“Nella cucina dei nostri padri non c’è nulla di sbagliato, è la Dieta Mediterranea che è sbagliata. Infatti, se l’obesità e il sovrappeso sono in continuo aumento è colpa dei concetti errati su cui si basa. La Dieta Mediterranea non ha nulla di scientifico, di sperimentato e provato, sono solo false supposizioni, è stata coniata solo per propagandare prodotti dell’agricoltura italiana in un progetto di marketing mal riuscito”.
Perché la sua teoria e pratica, considerati gli incontestabili numerosi successi portati a casa, non vengono applicate, anzi sono altamente contestate da dietologi di conclamata fama, che vediamo
praticamente “abitare” in tv? Qualcuno però, se ne sarà accorto anche lei, comincia a introdurre il concetto di “cibo come farmaco”. Non è che la stanno scopiazzando senza riconoscerle i diritti d’autore?

“Sì, mi hanno già scopiazzato e mi scopiazzano alla grande, ma faccio presente che: ‘il passato si può solo copiare, ma il futuro bisogna inventarlo’ ”


Lei sostiene che i grassi non fanno male e non fanno ingrassare, ma come la mettiamo con il cosiddetto colesterolo cattivo determinato dagli acidi grassi saturi?

“Il concetto di ‘cattivo’ e ‘buono’ non esiste nel corpo umano, la sintesi del colesterolo viene attivata dall’insulina e la molecola di partenza è il glucosio, quindi una molecola zuccherina, non del grasso. Detto questo, affermo e dimostro che ad alzare il colesterolo è l’uso spropositato di frutta e di pomodoro. Inoltre, al contrario di quello che pubblica l’OMS, il limite del valore di colesterolo totale fisiologico, normale, non è 200 mg/dl ma è 240 mg/dl. Hanno abbassato la soglia per vendere integratori e farmaci, non certo per la salute pubblica”.

Con la sua proposta per perdere peso, lei ha anche la presunzione di guarire il diabete alimentare, malattia sempre più diffusa in Italia anche tra i giovanissimi e che rischia di dissanguare le già scarse
risorse del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Se il suo di “sistema” funziona perché non viene preso in considerazione? Ha provato a chiedere udienza alla ministra Lorenzin?

“Sì ho provato quando sono stato ospite con lei a Porta a Porta da Bruno Vespa.  L’ho chiesto a lei come a tanti altri, ma nessuno mi dà retta. Le faccio un calcolo veloce: i diabetici in Italia sono 2 milioni, ognuno costa 4500 euro all’anno alla spesa pubblica per un totale 9 miliardi di euro all’anno spesi solo per i diabetici. Ha idea di quante persone ci mangiano? Adesso capite?  Con il mio metodo, che metterei a disposizione gratuitamente al Sistema Sanitario Nazionale, si potrebbe guarire dal diabete alimentare e
curare anche le casse dello stato italiano. Per non parlare poi dell’ipertensione, il mio metodo risolve ANCHE quella”.

Lei contesta pure l’attività fisica, che in una persona obesa, dice, aggrava la situazione perché, spiega nel suo libro L’uomo che sussurrava ai ciccioni (ed. Filosofia Alimentare, 2008), anche l’acido lattico aumenta il tasso glicemico e si metabolizza in grasso. Ma tutti sostengono che il movimento serve a bruciare le calorie in eccesso. Come la mettiamo?

“Se noi consideriamo che non va presa in considerazione la caloria, l’assioma è errato in partenza”.  


Visitando il suo sito mi sono divertita a sfogliare le immagini delle pietanze elaborate da lei stesso che si possono acquistare online belle e confezionate per consumarle in tranquillità sapendo che non solo non ci faranno ingrassare di un grammo anzi che perderemo peso e ne godremo per il gusto? Come è possibile, dov’è il trucco?

“Non c’è trucco e non c’è inganno. Cambiando i paradigmi dell’alimentazione, basandosi sul fatto che le ‘calorie’ applicate all’alimentazione sono una bufala, che i grassi non fanno ingrassare e non aumentano il colesterolo, e via dicendo, la composizione della ricetta è formulata in maniera diversa, ricca, gustosa e salutare”.  



È vero che da Lei si rivolge il jet set, attori, cantanti e personalità politiche?

“Sì è vero, l’ultima mia opera d’arte da vero bioscultore, è Flavio Briatore. Vi cito anche Paola Perego, Lucio Presta, Lorella Cuccarini, e mi fermo qui per riservatezza”.


Paola Navetta

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