L'apprezzamento dei prodotti
alimentari italiani all'estero è direttamente correlato
con la capacità del
consumatore di "leggere" il codice sensoriale del cibo o della
bevanda che gli viene proposta cogliendone la straordinaria complessità e
relazionando il percepito alla storia culturale e tecnologica del prodotto,
nonché al territorio di origine. Un percorso davvero complesso nel quale
molti potenziali clienti si smarriscono facendoci perdere affari preziosi.
Per ovviare all'inconveniente l'analisi sensoriale risulta
provvidenziale non solo nella fase di verifica del livello di gradimento
finalizzato alla selezione dei prodotti da dirigere su un determinato
mercato, ma anche e soprattutto per comunicare l'alimento o la bevanda agli
utenti in modo efficace.
Di tutto ciò e di molto altro si è parlato a Napoli,
all'Università Federico II, in un convegno organizzato da Consvip, aperto dal
direttore del dipartimento di Agraria Paolo Masi e moderato dal presidente
dei formatori della Campania Alfredo Losi.
Nell'intervento introduttivo il presidente di Consvip,
Raffaele Fabbrocini, facendo appello allo storico generato da oltre vent'anni
di operatività della società, ha messo in evidenza come alla base
dell'internazionalizzazione ci sia la formazione, sia dell'esportatore, sia
dell'importatore e sia dell'utente finale. In questo percorso, per i prodotti
alimentari, l'analisi sensoriale diventa strategica per garantire il successo
dell'operazione.
Dello stesso avviso si è dimostrato José Luiz Tejon
Megido, guru dell'agribusiness in Brasile e direttore del dipartimento di
agroindustria della prestigiosa Università Espm di San Paolo. Il relatore ha
messo in evidenza come il potenziale di esportazione dei prodotti italiani in
Brasile sia enormemente più ampio di quello registrato al momento attuale,
sia per la presenza di trenta milioni di discendenti di nostri connazionali,
sia perché l'Italia rappresenta comunque ancora l'eccellenza mondiale per la
gastronomia, la moda e lo stile di vita.
Gli oltre sessanta imprenditori campani presenti in sala hanno
vissuto la giornata come una vera boccata di ossigeno intrattenendosi al
termine con i relatori fino a pomeriggio avanzato, per chiedere lumi, per
provare a fare progetti. E questa è stata la fase più bella: potrebbe nascere
un centro di eccellenza sensoriale sulla costiera amalfitana, nuove
certificazioni per i prodotti tradizionali e innovazioni importanti
nell'ambito della collocazione sui mercati della frutta e della verdura, ma
soprattutto l'opportunità di andare a esplorare il Brasile.
|
Nessun commento:
Posta un commento