domenica 8 maggio 2016

ANNIE FEOLDE in difesa dell'extravergine

Annie Féolde in difesa 

dell'extravergine 
«Non ancora tutelato 

dalle istituzioni!»

Annie Féolde lamenta una mancanza di tutela
nei confronti dell'olio extravergine italiano. D'accordo con la chef-owner dell'Enoteca Pinchiorri anche Rocco Pozzulo, presidente della Federazione italiana cuochi: «L'olio è prodotto bandiera della nostra cucina, le istituzioni sensibilizzino ristoratori e consumatori»

L'olio extravergine d'oliva non è abbastanza tutelato dalle istituzioni. Questa l'"accusa" di Annie Féolde (nella seconda foto), che lancia un appello a suo nome e a quello del suo ristorante Enoteca Pinchiorri a Firenze (3 Stelle Michelin), nella speranza che finalmente anche l'oro verde italiano venga riqualificato. 



«L'olio extravergine è ancora in pericolo - dice la chef fiorentina d'adozione - perché le leggi italiane non lo tutelano. E anche nella ristorazione mi fa rabbia vederlo in altri locali svilito. Bisogna far assaggiare tanti oli, far vedere le etichette e avere un carrello degli oli, tanto più ora che in Italia sono stati fatti molti progressi per la qualità olivicola, e ci sono le monocultivar. Chi è in sala deve saper raccontare il prodotto, e tutto quello che c'è attorno all'olio, in termini di tutela del paesaggio, di gusto e di tradizione produttiva». Questo il grido d'allarme lanciato tramite Ansa dalla lady pluristellata in occasione delGourmet festival, promosso da Relais & Chateaux con 43 cene a quattro mani in 24 ristoranti associati.

L'extravergine è una costante anche nella cucina di Anthony Genovese da Il Pagliaccio di Roma, unico due Stelle Michelin della capitale, sia nelle espressioni più vicine all'esperienza lavorativa a Tokyo come il Fegato grasso al miso, ricciola e mela, sia nei piatti più di tradizione italiana con gli Spaghetti di grano arso, ricci e lumachine di mare. Insieme all'impegno di valorizzazione di altri due patrimoni nazionali, il vino con una cantina ricca di rarità enologiche e le acque minerali, con tanto di idrosommelier in sala. Da qui l'appello dei due chef pluristellati, in linea col Manifesto associativo, a «preservare le tradizioni culinarie di tutto il mondo» e a «instaurare un dialogo con i protagonisti della filiera agricola e produttiva anche al fine di proteggere la biodiversità».

Annie Féolde
Annie Féolde
Dalla parte di Annie Féolde anche il presidente della Federazione italiana cuochi Rocco Pozzulo (nella terza foto) che si erge a rappresentanza di tutta l'associazione, sperando che questo prodotto bandiera italiano trovi un suo spazio nella cultura enogastronomica del Belpaese. «È necessario che l'olio extravergine venga rivalorizzato - afferma Pozzulo - e per fare questo bisogna informare il consumatore su quanto vasta e di qualità possa essere la sua produzione. Il problema purtroppo ha radici profonde: molto spesso anche alcuni ristoratori non lo utilizzano in cucina per contenere le spese, e questo è sbagliato. L'olio è uno dei prodotti bandiera del Made in Italy».

Pozzulo ha molto a cuore la qualità dei prodotti scelti, sia in cucina che nelle iniziative della federazione: «Per svariati anni - ricorda il presidente - abbiamo risentito nelle gare e nei concorsi internazionali, a cui abbiamo preso parte come associazione, dell'uso dell'olio extravergine: molto spesso le giurie prediligevano il burro. Abbiamo lottato, tenuto alta la qualità dei nostri prodotti».

Rocco Pozzulo
Rocco Pozzulo

E per quanto riguarda le istituzioni, «sono le prime che dovrebbero muoversi, dando importanza a questo prodotto. Prima di tutto - conclude Rocco Pozzulo - perché l'olio viene prodotto su tutto il territorio nazionale, rappresenta la nostra identità. In secondo luogo perché i ristoratori potrebbero godere di un plus nel proporre una carta degli oli o comunque oli di qualità, se ne fosse fatta sufficiente informazione. Se le istituzioni per prime promuovessero le produzioni del territorio, facessero conoscere con eventi e tutelassero con norme gli oli italiani, quelli artigianali in particolare, sicuramente questi sarebbero più apprezzati dal consumatore e serviti con più frequenza nei ristoranti».

I discorsi della Féolde e di Rocco Pozzulo, sono perfettamente in linea con le esigenze del fare impresa. Un'esigenza ora compresa dal sindaco di Firenze Dario Nardella: «Recentemente il sindaco - ha raccontato Annie Féolde - aveva proposto l'obbligo di utilizzo per il 70% di prodotti locali. Abbiamo spiegato quel che serve a una realtà come la nostra Enoteca che ha 45 dipendenti, dei quali 20 in cucina, e ha recentemente aperto a Dubai, oltre che a Nagoya in Giappone».

«Con Nardella ci siamo capiti, l'obbligo - conclude Féolde - avrebbe reso impossibile l'attività di ristorazione, ed è stato chiuso il malinteso. Una legge può stimolare l'educazione alimentare, e su questo ho fiducia. Non può tuttavia imporre limiti, e io non voglio morire di cinta senese se posso scegliere la mora romagnola, una carne più costosa ma ne vale la pena». 

Ricordiamo che Annie Féolde è stata uno dei principali relatori al talk show“L’ospitalità e lo stile italiano motori del turismo e della filiera agroalimentare” svoltosi a Firenze nell'ambito del Premio Italia a Tavola. Dopo il convegno le è stato consegnato il premio speciale Pegaso del Consiglio regionale Regione Toscana “per 40 anni di stile e alta cucina”, e infine ha coordinato la super-brigata di chef durante la cena di gala, svoltasi a Palazzo Borghese.
Italiaatavola

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