Pubblici esercizi
e fatture elettroniche
Come si deve
comportare
il ristoratore?
L'introduzione dell'obbligo di fatturazione elettronica interessa anche i pubblici esercizi, che si troveranno ad affrontare qualche difficoltà organizzativa, atta però al contrasto del fenomeno dell'evasione fiscale. La norma entrerà in vigore dall'1 gennaio 2019. A questo proposito Fipe si è già attivata a favore dei ristoratori.
I ristoratori, informati dalle proprie Ascom territoriali di riferimento, dovranno far fronte a partire dall'inizio del 2019 (1 gennaio) all'obbligo di fatturazione elettronica imposto dal governo a diverse categorie di attività con lo scopo di rendere tutto più telematico, contrastando così l'evasione fiscale che spesso deriva da fatture cartacee occasionalmente false, che hanno svariate volte portato a rimborsi/compensi o deduzioni di costi inestistenti.Per il ristoratore...
I problemi a livello di costi e a livello di organizzazione per un ristoratore medio non saranno di poco conto.
Reperire gli strumenti necessari: bisognerà equipaggiarsi della tecnologia necessaria (un computer con annesso programma utile alla compilazione delle suddette fatture) all'emissione di fatture telematiche e non più cartacee.
La formazione del personale: una volta superato questo primo step, il ristoratore, specialmente per quei momenti della giornata (viene in mente l'ora di pranzo) in cui le fatture verranno richieste per la maggiore, dovrà avere un personale preparato: il secondo problema quindi è quello della formazione, che oltre alle tempistiche comporterà anche un aggravio dei costi.
Adeguardi ai cambiamenti: è chiaro che la norma, destinata a ridurre l'evasione fiscale, non appena entrerà in vigore sconvolgerà quelle che per molti ristoranti sono abitudini ormai consolidate (vedi la fattura cartacea, utilizzata dai più).
La risposta di Fipe
Fortunatamente la Federazione italiana pubblici esercizi ha già in programma diversi incontri volti a formare il ristoratore, rispondendo a dubbi e perplessità, con lo scopo di rendere più semplice l'approccio ad una tecnologia alla quale in molti fino ad ora non sono stati abituati.
Di seguito alcuni chiarimenti precisati dalla Fipe che aiutano sia a distinguere la reale portata della norma sia a chiarirne alcuni passaggi.
In fase di "Cessione" - dal Pubblico esercizio al consumatore
Fatture e scontrini fiscali: la stragrande maggioranza dei corrispettivi di un ristoratore è documentata da scontrini fiscali (eventualmente anche parlanti) e da ricevute fiscali. In questo caso nulla cambia. Le fatture corrispondono a una percentuale decisamente più bassa, solitamente vengono richieste da quei clienti che devono contabilizzare il costo come spesa di rappresentanza.
In fase di "Acquisto" - quando il Pubblico esercizio acquista o retribuisceLa normativa si riflette anche però nelle fasi di acquisto, vale a dire quando il pubblico esercizio acquista della merce o retribuisce determinate prestazioni professionali. Questi casi non saranno più documentati da fatture cartacee (riepilogative o immediate), ecco allora che il ristoratore dovrà attrezzarsi per tempo, scaricare e documentare i suoi costi fatturati utilizzando il Sistema di interscambio (Sdi) gestito dal Fisco.
Lino Stoppani
«È un'operazione epocale, certamente complicata - spiega Lino Stoppani, presidente Fipe - ma che ha la sua motivazione nel constrasto all'evasione fiscale, eliminando le false fatturazioni che portavano a rimborsi, compensazioni Iva o deduzione di costi inesistenti, che non possiamo più tollerare».
A livello pratico: L'operazione che interesserà poi, a livello pratico, il pubblico esercizio è avvantaggiata dal fatto che ad oggi la stragrande maggioranza delle attività usufruisce di misuratori fiscali, nei quali basterà inserire una funzione aggiuntiva che il sistema associativo sta ultimando.
Spese e guadagni: L'onere aggiuntivo richiesto alle imprese per la gestione di questi nuovi strumenti è controbilanciato dalla semplificazione di altri adempimenti (ad esempio, l'eliminazione dello spesometro, l'eliminazione del visto di conformità nelle dichiarazioni dell'intermediario fiscale, etc.) e dalla riduzione del termine di prescizione delle dichiarazioni fiscali (da 5 a 3 anni), oltre ad altre migliorie fiscali che la Fipe e le associazioni di riferimenti avranno premura di comunicare ai pubblici esercizi prima dell'entrata in vigore effettiva della norma.
In conclusione...
Seppur il ristoratore qualche disagio dovrà affrontarlo, potrà contribuire insieme agli altri pubblici esercizi ad una complessiva semplificazione del sistema, dal 2019 più omogeneo e sistematico; ad una riduzione dell'evasione fiscale; alla creazione di nuovi posti di lavoro, ad esempio quelli per gli informatici.
Confcommercio intanto ha già fatto due edizioni convegnistiche sul tema, e le stesse associazioni provinciali di riferimento sono a disposizione dei ristoratori per eventuali necessità o chiarimenti.
Nessun commento:
Posta un commento