Comunità Energetiche Rinnovabili
e Green Communities.
Per entrambe saranno
fondamentali le foreste!
introduce in Italia le “Comunità Energetiche Rinnovabili” apre a grandi opportunità per
“territorio come quello bellunese che già oggi produce 2,5 volte l’energia che consuma e lo fa
attingendo unicamente da fonti rinnovabili”.
Angelo Bellati sottolinea che serve “gioco di squadra per affrontare temi grandissimi e
importantissimi che sono quelli, tradotti in gergo europeo, del Green Deal: la sfida ambientale”.
Si è tenuto venerdì 29 luglio dalle 9.30 alle 13, a Longarone Fiere Dolomiti il convegno
organizzato dal Consorzio BIM Piave Belluno in collaborazione col Centro Studi Bellunese dal titolo
“Le Comunità Energetiche Rinnovabili. Un’opportunità per il territorio bellunese”.
Infatti, con il Decreto-legge 162/2019 sono state introdotte anche in Italia le “Comunità Energetiche
Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE). Per Comunità Energetica Rinnovabile, in acronimo CER, si intende un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Per il Consorzio si tratta di un importante passo avanti verso un nuovo scenario energetico basato sulla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti. Il Presidente, Marco Staunovo Polacco ci spiega che “l’incontro vuole introdurre il tema per tutti gli attori potenzialmente coinvolti in vista dell’emanazione dei prossimi bandi a valere sulle risorse del PNRR, evidenziando quali possono essere le opportunità per un territorio come quello bellunese che già oggi produce 2,5 volte l’energia che consuma e lo fa attingendo
unicamente da fonti rinnovabili”.
Presente anche il Presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin: (nella foto)“In un periodo di rincari e prezzi folli per luce e gas, il tema delle comunità energetiche è quanto mai attuale. Una necessità, che un territorio montano come il nostro ha il dovere di far diventare una
opportunità, visto che le dimensioni ridotte dei Comuni possono rappresentare una condizione ottimale per sperimentare forme particolari di produzione e autoconsumo di energia”.
A moderare l’incontro sarà Fabio Armanasco, RSE Ricerca Sistema Elettrico. E a parlare per prima la
professoressa Gabriella De Maio dell’Università Federico II di Napoli che ha approfondito l’inquadramento normativo in cui sono inserite le Comunità Energetiche Rinnovabili. Seguiranno le presentazioni di tre progetti pilota in corso c he potranno fornire i primi feedback a supporto delle prossime progettazioni.
Nello specifico Simone Canteri ha parlato de “Il progetto pilota di Primiero San Martino di Castrozza”, Laura Borsieri de “La Comunità Energetica Rinnovabile di Riccomassimo” e Sergio Olivero de “L‘evoluzione della
CER di Magliano Alpi”. Ha chiuso il convegno Giovanni Piccoli che, come Bim Belluno Infrastrutture, ha presentato lo scenario attuale della provincia di Belluno e le prospettive che il nostro territorio potrà avere
nel costruire Comunità Energetiche Rinnovabili.Il Presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Gian Angelo Bellati, ha evidenziato invece la disponibilità della Fiera. Il suo ruolo di servizio per le comunità del territorio, a partire dai Comuni. Così come ha avuto modo di
ospitare il convegno sulle Green Communities organizzato da UNCEM, con il supporto del GAL Prealpi
Dolomiti, lo scorso 15 luglio. “Convegni fondamentali, perché da una parte si parla di ambiente, dall'altra
parte di lavorare insieme. Gioco di squadra per affrontare temi grandissimi e importantissimi che sono
quelli, tradotti in gergo europeo, del Green Deal: la sfida ambientale. Sfida che noi come Longarone Fiere
Dolomiti affrontiamo anche il 9-10-11 di settembre in occasione di Fiera e Festival delle Foreste. Cosa
c’entrano le foreste con l’ambiente? Agricoltura e foreste sono gli attori fondamentali per riuscire ad
arrivare agli obiettivi del Green Deal, della sfida ambientale che ci si è posti per il 2050. Quindi vogliamo
come fiera lavorare insieme con tutti, Ministeri, Commissione Europea, UNCEM e tanti altri. Un gioco di
squadra per vincere la sfida ambientale che riguarda tutti noi, che riguarda i nostri figli, che riguarda in
particolare le montagne”.
Ad entrambi i convegni presente anche il Presidente di UNCEM Veneto, Ennio Vigne: “è il primo convegno
fatto nel Veneto per illustrare quelle che sono le Green Communities. Un convegno con i massimi esperti a
livello nazionale, perché questa è un'opportunità, soprattutto per i territori montani. Ricordo che nel
Veneto i comuni montani sono il 25% del totale, la montagna veneta conta circa 500.000 abitanti, però un
terzo della superficie della regione. Quindi un’attenzione particolare per queste opportunità, come lo sono
anche le comunità energetiche, che il territorio deve saper cogliere facendo rete. In questo caso nella
provincia di Belluno saranno le unioni montane, l'Ente Parco, il Consorzio BIM, che si impegneranno adesso
per costruire una prospettiva progettuale che possa valorizzare il nostro territorio”.
Mentre, nel ribadire quanto siano necessari per l’ambiente interventi straordinari e sempre più urgenti,
l’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin, in collegamento online, ha evidenziato che è una occasione da
non perdere, soprattutto per i territori montani: “Perché quando noi pensiamo ai boschi, all'acqua, al
paesaggio dell’ambiente montano, pensiamo a delle risorse che possono essere valorizzate, sfruttate nel
senso nobile del termine, preservate, conservate. Che poi è quello che il cittadino della montagna ha
sempre dimostrato di saper fare nel corso dei secoli”.
A sintetizzare bene cosa rappresentano queste comunità ci ha pensato il Presidente nazionale di UNCEM,
Marco Bussone: “Le Green Communities uniscono una grande necessità dei territori montani. Rimanere in
dialogo con le aree urbane, comporre un nuovo patto, intercettare opportunità e risorse che arrivano dal
PNRR con 130 milioni di euro in un bando che scade il 16 di agosto, ma soprattutto dal contesto nel quale le
Green Communities si muovono, ovvero la sfida alla crisi climatica. Un'emergenza gravissima che vede la
montagna, come anche la tragedia della Marmolada ha mostrato, protagonista è anticipatoria, sia nelle
sfide, sia nelle risposte che deve dare. Con le Green Communities ci proviamo e insieme ai sindaci
componiamo una strategia di futuro”.
Un bando a scadenza ravvicinata quindi. Il perché lo ha spiegato Giovanni Bocchieri, Coordinatore Nucleo
PNRR Stato-Regioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infatti, tra i vari progetti che verranno
presentati ci sarà tempo solo fino al 30 di settembre per individuare almeno 30 nuove Green Communities.
Ma garantisce una facilitazione nella parte burocratica e nella predisposizione delle proposte. Inoltre, le
risorse saranno ripartite utilizzando lo stesso schema del riparto FOSMIT. “Lo scopo è anche quello, in
questa regionalizzazione, di sollecitare appunto l'orizzontalità e cioè un coinvolgimento non soltanto
dell'aggregazione di comuni, che può essere estesa ad altri enti pubblici. Perché il PNRR è comunque un
piano tra amministrazioni e questo è un punto caratterizzante del PNRR regionale che secondo me deve
essere sempre valorizzato”.
Bocchieri ammette di non essere uno specialista di questi temi, ma ha potuto beneficiare dell’aiuto e della
tutorship dell'On. Dario Bond che in questi mesi lo ha introdotto in diversi ambiti che riguardano la
montagna. Proprio l’On. Bond, Presidente Fondo Comuni di Confine, ha chiuso il convegno con
un’indicazione rivolta agli amministratori locali e ai Sindaci. Consigliando “un assessorato alla transizione
ecologica, alle green communities in generale. Perché c’è tanta improvvisazione. Il tema sarà il tema del
futuro. C’è bisogno che i comuni abbiano un focus ufficializzato sul tema. Seconda cosa c’è bisogno di una
regia, quanto meno regionale. Anche nuova. Ci sarà un momento in cui finiremo le risorse del PNRR e
dobbiamo fare dei progetti che si autosostengano”. Per Bond è fondamentale coordinare le rappresentanze
del territorio. “Tenere in considerazione le nostre risorse, le foreste, le malghe, i pascoli, e cominciare a
valorizzarle per darci un futuro”. Riferendosi in particolare ai proprietari di boschi: privati, regole e comuni
insieme. Parla quindi di “cominciare a costruire dei tavoli territoriali per trattare questo tema. Per
affermare che per queste nostre risorse, se le manteniamo bene, se le valorizziamo, dobbiamo avere anche
qualcosa in cambio”. Su questo la legge sulla montagna ha aperto una finestra, per la quale ognuno potrà
essere padrone del proprio territorio e disporre delle risorse che gli vengono attribuite.
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