L’influenza di Masterchef sui giovani, soprattutto con l’exploit dei social network, negli ultimi anni, è stata molto forte, anche se ha creato qualche dibattito nell’opinione pubblica per il format offerto al pubblico. Un "effetto", però, che per Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confersercenti del Trentino, è stato un «disastro dal punto di vista mediatico, soprattutto rispetto alla comunicazione su quello che i giovani si troveranno ad affrontare». Come spesso accade, gli studenti, influenzati dal programma e da quella voglia di essere sin da subito “qualcuno”, si iscrivono agli istituti alberghieri proprio perché «c’è Masterchef» ha poi affermato Federico Samaden, dirigente dell’Istituto di formazione professionale alberghiero di Levico Terme (Tn), a Il Dolomiti. Dicesi, in sostanza, un mito da sfatare.
L'influenza negativa di Masterchef sui giovani
Mondo lavorativo e scolastico,
in Italia c'è ancora molta distanza
Per il preside, infatti, questi, poi, «si scontrano con un sistema che incomincia a chiedergli di fare le cose con passione, con quest’ultima però che non si compra al mercato». In Italia, uno dei problemi principali tra il mondo lavorativo e quello scolastico è che c’è ancora molta distanza. Da un lato, infatti, c’è una carenza di personale impressionante che costerà caro all’economia del Paese nel corso della prossima alta stagione, dall’altro c‘è un sistema che fatica a colmare il vuoto tra aziende e studenti.
In Italia il rapporto fra azienda
e scuola deve essere migliorato
A questi problemi, poi, si aggiunge quello relativo alla poca conoscenza da parte di ragazzi e ragazze nel conoscere da vicino il mondo del lavoro. «Non è pensabile - sostiene il vicepresidente di Confesercenti del Trentino, Massimiliano Perlana - che la formazione non sia connessa al lavoro. Il rapporto fra azienda e scuola deve essere migliorato perché non si è ancora strutturato un rapporto biunivoco e sinergico tra i due mondi. Scuole e aziende - conclude - dovranno lavorare insieme, ancora di più adesso».
Istituti alberghieri, è necessario investire
su una formazione dell'alunno più completa
Per questo è necessario investire maggiormente su una formazione dell’alunno più completa. Su tanti giovani che terminano gli studi professionali, infatti, «solo una percentuale bassa fa quel mestiere. L’altra parte - sostiene il dirigente scolastico Samaden - o si disperde o non si colloca in maniera stabile nel settore oppure cambia lavoro perché non regge ritmi e fatica del mondo dell’ospitalità. La radice sta nella struttura dei ragazzi, nel loro rapporto con la fatica, i sogni e l’ambizione. E se facciamo una fotografia degli istituti alberghieri - che, purtroppo, sono spesso dipinti come scuole di Serie B - notiamo che c’è una certa povertà su questo». Iat
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