Il mercato del latte europeo continua a fare i conti con un'offerta debole e condizioni produttive complesse, mentre quello dello zucchero internazionale resta agitato da un'altalena di prezzi difficile da leggere. I dati più aggiornati, raccolti e diffusi da Areté, disegnano un quadro in cui le incertezze sanitarie, le scelte politiche e i timori climatici si intrecciano, rallentando la produzione e, in alcuni casi, alimentando rialzi inattesi.
Partendo dal comparto lattiero, la situazione in Unione europea si presenta tutt'altro che brillante. In attesa del picco stagionale di produzione, previsto per la primavera, i volumi continuano a essere contenuti. Secondo la Commissione Ue, le consegne di latte a gennaio 2025 sono risultate in calo dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2024. Il trend negativo è stato confermato anche nella seconda settimana di marzo, in particolare in Germania e Francia, dove i ritardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno hanno superato il 2%. Una frenata che, secondo l'analisi di Areté, non è solo ciclica: «Le consegne di latte, già strutturalmente rallentate dalle politiche ambientali Ue di riduzione delle emissioni, sono ulteriormente disincentivate da costi degli input produttivi elevati e dalla diffusione in Ue di blue tongue e afta epizootica».
Ed è proprio l'emergenza sanitaria legata all'afta epizootica a preoccupare produttori e operatori. Il primo focolaio è stato notificato il 10 gennaio in Germania, ma il virus si è poi esteso anche in Ungheria (7 marzo) e in Slovacchia (con tre focolai confermati il 21 marzo). Se è vero che né l'Ungheria né la Slovacchia rappresentano Paesi di grande peso nella produzione lattiera, la diffusione del virus ha comunque generato allerta in tutto il continente. Nel frattempo, il mercato spot mostra segnali interessanti: nonostante una lieve flessione stagionale, i prezzi del latte si mantengono su livelli più alti rispetto al 2024. A marzo, le quotazioni del latte spot intero in Germania risultano superiori del 23% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Quanto ai trasformati, anche qui si registra una sostanziale stabilità, con qualche timido segnale di aumento. Sulla piazza di riferimento di Kempten, il burro segna un +4% rispetto a febbraio, il latte scremato in polvere (Smp) flette dell'1%, mentre il latte intero in polvere (Wmp) e l'Edamer restano praticamente invariati.
Se nel latte a preoccupare è l'offerta in affanno, lo zucchero sta vivendo un momento di forti oscillazioni, che rendono difficile capire in che direzione si stia muovendo davvero il mercato. Dopo il trend ribassista che ha caratterizzato buona parte del 2024, nelle ultime settimane i prezzi hanno ricominciato a salire. Dall'inizio di marzo, lo zucchero grezzo è salito del 4,8%, quello bianco del 2,5%, secondo le quotazioni rilevate su The Ice. I movimenti degli operatori non-commerciali hanno amplificato l'instabilità: dopo un periodo di posizionamento in ipervenduto (tra gennaio e fine febbraio), ora si è tornati all'iper-comprato, sostenendo così i prezzi.
Dietro a questo rimbalzo ci sono soprattutto i problemi produttivi registrati nelle due principali aree mondiali di produzione e esportazione. Areté segnala in particolare due criticità: «Brasile: i dati Unica (associazione di produttori) indicano una produzione brasiliana 2024/25 a 40 Mio t al 16 marzo, -5,3% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna e decisamente al di sotto dei 44 Mio t delle anticipazioni Conab (Companhia nacional de abastecimiento)». Anche l'India non se la passa meglio: «Secondo i dati Isma (associazione di produttori), la produzione al 15 marzo aveva raggiunto 23,7 Mio t, -16% rispetto allo stesso periodo del 2023/24».
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