domenica 7 dicembre 2025

Intolleranza al lattosio

 

Intolleranza al lattosio: 

che cos’è, perché compare 

e come gestirla

Un disturbo legato alla carenza dell’enzima lattasi, che modifica il rapporto con latte e derivati: comprenderne i meccanismi aiuta a riconoscerne le forme, gestire i sintomi e orientare l’alimentazione quotidiana


Lintolleranza al lattosio riguarda circa la metà degli italiani ed è una delle condizioni più comuni legate all’alimentazione quotidianaNon è pericolosama può essere decisamente fastidiosail corpo fatica a digerire completamente lo zucchero del latte a causa della scarsa presenza di lattasil’enzima deputato alla sua scissione. Il risultato è una serie di sintomi che possono compromettere il benessere e il piacere di stare a tavola - dal gonfiore ai crampi addominali, fino a diarrea, stitichezza, meteorismo e, talvolta, manifestazioni extra-intestinali come mal di testa o stanchezza.

Intolleranza al lattosio: che cos’è, perché compare e come gestirla

Tutto quello che c'è da sapere sull'intolleranza al lattosio

Che cos’è esattamente il lattosio?

Il lattosio, come scrivono gli esperti di Humanitas Salute, è il principale zucchero del latte e deriva dall’unione di due molecole più sempliciglucosio e galattosioNell’intestino tenue, la lattasi divide questo disaccaride nelle sue due componentirendendole assorbibili. Quando l’enzima è carente o insufficiente, il lattosio resta integro e arriva nel colon, dove viene fermentato dalla flora batterica: un processo naturale, ma responsabile dei sintomi più comuni. L’intolleranza, dunque, non è uguale per tuttidipende dal grado di insufficienza della lattasi e dalla quantità di lattosio ingerita.

Perché si diventa intolleranti?

Le forme riconosciute sono tre, diverse per origine e durata.

  • Intolleranza primaria (genetica): è la più diffusa ed è legata a una predisposizione genetica. Con la crescita, i livelli di lattasi diminuiscono fisiologicamente: nelle persone predisposte questo calo è marcato, e la capacità di digerire il lattosio si riduce in modo permanente. Non esiste una cura: è una caratteristica individuale, e l’adattamento passa soprattutto dalle scelte alimentari.
  • Intolleranza transitoria: è temporanea e compare dopo un evento che danneggia o irrita la mucosa intestinale: una gastroenterite, la celiachia non trattata, un intervento chirurgico, un’infiammazione. In questi casi, una dieta a basso contenuto di lattosio permette all’intestino di recuperare e ai livelli di lattasi di tornare alla normalità.
  • Intolleranza congenita: molto rara, è dovuta a una mutazione che impedisce completamente la produzione.

I sintomi: quando il lattosio “fermenta”

Quando il lattosio non viene digerito e resta nell’intestinola flora batterica lo fermenta producendo gas e richiamando liquidi nel colonEcco perché i sintomi compaiono rapidamente dopo l’ingestione di latte o derivatidiarrea o, al contrario, stitichezzacrampigonfioreflatulenza. In alcune persone compaiono anche nausea, cefalea, stanchezza o piccoli sfoghi cutanei. L’intensità dipende sia dalla quantità ingerita sia dal grado di deficit dell’enzima.

Come si diagnostica l’intolleranza

Il test più utilizzato è il breath testsi misura l’idrogeno presente nell’aria espirata prima e dopo aver assunto una dose di lattosio. Se l’organismo non lo digerisce e inizia la fermentazione, la quantità di idrogeno aumenta in modo significativoUn test genetico può invece identificare la predisposizione ereditaria e chiarire se l’intolleranza è primaria.

C’è modo di prevenirla?

Nonon esiste una strategia per evitare che si sviluppi. Si può però imparare a riconoscerla, gestirla e costruire un’alimentazione equilibrata, varia e piacevole anche senza lattosio.

Trattamento e gestione quotidiana

La prima forma di trattamento è la dietaridurre o eliminare le fonti di lattosio a seconda della propria sensibilitàQuesto non significa dire addio a tutti i latticiniAlcuni formaggi stagionati - come grana, parmigiano, provolone, pecorino - contengono quantità minime di lattosio grazie ai lunghi tempi di maturazione e sono spesso ben tollerati, salvo nei casi più severi. Più problematiciinvecelatte vaccino o di capraformaggi freschi come mozzarellacrescenza o formaggi molli, così come gelati, burro, creme, alcuni pani e prodotti da forno, cioccolato al latte. Per continuare a consumare questi alimenti esistono alternative:

  • latte e yogurt delattosati;
  • prodotti caseari con Lactobacillus acidophilus, che contribuisce alla digestione del lattosio;
  • alimenti arricchiti con lattasi o in cui il lattosio è già predigerito”.

È utile ricordare che il lattosio può comparire anche dove non ci si aspettainsaccatiaffettatipurè istantaneisughi prontidadi da brodoconserve e persino alcuni farmaci possono contenerlo come additivo. Infine, chi desidera consumare latticini pur essendo intollerante può assumere lattasi in compresse prima del pasto: non risolve il problema alla radice, ma aiuta a digerire il lattosio in quel momento specifico.

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