Tappo di sughero
una storia infinita (2)
Per quanto la loro struttura chimica sia diversa, i vari composti sono
accomunati dal fatto
di formarsi - per intero o almeno per reazioni
parziali - soltanto tramite l'attività di microrganismi se i processi di
lavorazione comportano la probabilità dello sviluppo di organismi
microbiologici, questi si possono combattere con mezzi biologici.
L'inoculazione mirata dì determinati ceppi di muffe senza sentori
indesiderati - così risulta da questa relazione scientifica - inibisce
la microflora spontanea del sughero. Secondo quanto comunica l'Istituto
dì ricerca, questa pratica dell'ammuffamento mirato, nuova per
l'industria produttrice di tappi, sarebbe, nell'ambito della
biotecnologia alimentare, nient'altro che il ben noto principio di
evitare la proliferazione di germi indesiderati facendo ricorso ad una
coltura "starter" microbica. Sia i dati analitici che sensoriali delle
plance di sughero immagazzinate avrebbero registrato una riduzione
sensibile del "vero sentore dì tappo" ed una drastica diminuzione delle
anomalie gustative/olfattive comprese nel gruppo definito "alterazioni
simili al vero difetto di tappo".
Queste cognizioni recentissime
stimolano l'ottimismo, e si profilano anche i primi successi. Da una
ricerca dell'istituto Bavarese per "Viti e Orticoltura" di Veitshòchheim
risulta che, nel 1996, i difetti sensoriali imputabili ai sugheri sono
diminuiti del 0,7%, scendendo così all'1%.
Karl Weyand,
amministratore delegato della ditta WKI Weyand Korken und
lndustriebedarf, a Treviri, mostra ancora più ottimismo. Egli stima
l'attuale quota in Germania in circa lo 0,5% del totale dei difetti
sensoriali, sostenendo che in questo campo si sono conseguiti enormi
progressi, con "una forte riduzione del tipico sapore di tappo". Questa
tendenza viene avvalorata anche da Tonlus Rùckart, direttore tecnico
dell'azienda produttrice di articoli in sughero Heinrich Gùltig: le
statistiche aziendali sui reclami registrano una diminuizione del 60%
delle lamentele sui "sentori di tappo".
Il sughero che non c'è
Spesso
i reclami attribuiscono impropriamente le anomalie gustative al tappo,
che non c'entra affatto, sostiene Peter Pache, responsabile delle
vendite presso la ditta Greiner a Nùrtingen. Dello stesso parere è
Rùckart, il quale riconduce circa la metà di tutti i reclami concernenti
il tappo ad altre cause. Peter Hasselbach, junior-manager della ditta
KorkWinterholer di Niersteìn, rincara la dose: "All'incirca il 90% dei
vini contestati non sa assolutamente di tappo", dice, commentando che la
determinazione esatta dell'origine di anomalie gustative presenti nel
vino è spesso difficile anche per gli esperti. In questo contesto Dieth
rammenta i cosiddetti "sentori di muffa" per i quali troppo spesso si
attribuisce la responsabilità al tappo di sughero, nonostante essi
possano essere ricondotti con ogni probabilità alle tecniche enologiche
delle rispettive aziende e perciò al vino stesso.
Anche dal commercio
giungono conferme circa una diminuita tendenza al tappo difettoso. Per
fortuna oggi si registra "un numero minimo e trascurabile di reclami",
dice Ulrich Bremer, product manager della ditta Mùhlensiepen di
Dùsseldorf. E Oliver Hebert, della Garibaldi di Monaco, parla
addirittura di una "retromarcia verso lo zero". Anche il Dr. KadHeinz
Zerbe dell'amministrazione della domain statale Kloster Eberbach a
Eltville ha potuto constatare una "notevole diminuzione dei reclami" e
attribuisce il merito di questa inversione di tendenza e la migliore
qualità che ne consegue, ai nuovi metodi di trattamento per il materiale
suberoso, come la crescente rinuncia all'impiego di prodotti ossidanti a
base di ipocloriti nella fase di lavaggio-sbiancatura. Siegfried
Heimann, amministratore delegato della ditta Weinland keiler di
Dortmund, registrava l'anno scorso un numero di reclami circa i "sentori
di tappo" più alti che in precedenza, ma osservava che, rapportati ad
un fatturato annuale di 40 milioni di marchi, i costi "per tale voce non
meritano alcuna considerazione".
Il sentore di tappo
Non è un
difetto del vino e non ha alcuna relazione con qualche innocuo frammento
di sughero nel bicchiere o nella bottiglia, ma viene causato da un
cattivo sughero. Il responsabile è una muffa (Armillaria mellea) che già
attacca la pianta, distruggendo le cellule della scorza. Accade
talvolta che un po' di questa muffa sfugga alla sterilizzazione e
provochi, restando viva nel tappo, lo sgradevole sentore nel vino. Dalle
ricerche risulta che anche altre funghine o batteri possono esserne la
causa. Altra fonte per lo spiacevole incidente sembra essere l'azione
concomitante di elementi di cloro presenti nelle soluzioni germicide che
dovrebbero evitare la formazione di muffe nel sughero e funghine
superstiti. Questo sapore "terroso" e talvolta anche amaro si diffonde
irreparabilmente nel vino rendendolo imbevibile.
Il cliente ha sempre ragione
Tuttavia,
se si dovesse riscontrare un reclamo giustificato circa vini con
sentori di tappi difettosi, le case vinicole si dimostreranno molto
comprensive e sostituiranno senz'altro il vino, soprattutto per
accontentare il cliente. In frangenti economicamente difficili come
questi, nessuno vuole scontentare i propri clienti, neppure se il
reclamo circa il "sentore di tappo" nel vino non corrisponde alla realtà
dei fatti. Lo stesso vale per la gastronomia di alta fascia.
Jan
Kallta, sommelier del ristorante Kronenschlòchen di Eltville, ammette
con franchezza che da lui "il cliente è re", seppure non sempre
particolarmente saggio, e commenta che spesso si accetta il suo reclamo
infondato solo per non irritano, contraddicendo la sua supposta
competenza.
Ma vi sono casi di produttori di tappi che hanno reagito
in modo singolare alla passata miseria dei tappi difettosi. L'azienda
francese Sabaté, per esempio, ha sviluppato un tappo in parte di materia
sintetica e in parte di sughero, sostenendo di aver in tal modo
"combinato i pregi di entrambe le materie" in un prodotto adattabile a
tutte le specifiche esigenze e i modi d'impiego, e difatti "superiore
sotto tutti gli aspetti" rispetto al tappo di sughero naturale. Resta da
vedere se si tratta di un compromesso ambiguo o dei giusto mezzo.
Negli
USA, in Australia e nella Nuova Zelanda queste "closures"
(artificiali), che a prima vista non si distinguono facilmente dal tappo
di sughero, sembrano fare faville, e perfino rinomati wine-makers
californiani non hanno timore di sostituire il sughero, materia che non
esclude del tutto qualche problema, con questo surrogato. Il colosso
australiano Penfols ha dotato un proprio vino, venduto al prezzo di 15
marchi, di questa nuova chiusura, accompagnando l'iniziativa con
un'indagine presso la propria clientela: le risposte sono state
prevalentemente positive.
Assai più critico nei confronti dei tappi
di materia sintetica è il giudizio degli enologi di Geisenheim, Rainer
Jung, Friedrich Zùrn e Helge Schneider. Dopo lunghe e approfondite prove
comparative, essi hanno rilevato notevoli inconvenienti tecnici e
sensoriali nei prodotti sintetici, pubblicando il riassunto della loro
esperienza sulla rivista specializzata "Das Deutsche Weinmagazin": "I
tappi sintetici non rappresentano... una alternativa al tappo di sughero
tradizionale".
Le fasi di produzione
Decortica della quercia da sughero con una frequenza controllata che va da 9 - 11 anni a seconda dell'andamento climatico.
Le
"plance" o "tavole" staccate dalla pianta vengono ammucchiate in
cataste all'aperto fino a sei mesi, evitando il contatto con il terreno e
assicurando una sufficiente aerazione.
Dopo il trasporto alle
industrie trasformatrici segue un ulteriore periodo di stagionatura
delle plance di almeno sei, ma preferibilmente nove mesi. Bollitura del
sughero stagionato a 100° C per circa due ore per la pulitura, che
provoca l'espansione delle cellule suberose. Immagazzinamento delle
tavole per un periodo di due - quattro settimane per raggiungere il
grado di umidità necessario per le successive lavorazioni e suddivisione
delle plance nelle diverse categorie di qualità e di spessore.Taglio
delle bande in strisce, dalle quali vengono ritagliati i tappi grezzi
con macchine fustellatrici. Lavaggio e disinfezione con soluzioni
speciali cui segue l'essicazione soffice. Cernita dei tappi greggi e
attribuzione dei tappi di commercio a sette-otto categorie. Invio dei
tappi greggi alle aziende rifinitrici, dove avviene l'immagazzinamento,
lo sporaggio (n.d.trad.: eliminazione della polvere dalle cavità
lenticolari) e le rifiniture e trattamenti di superficie in funzione di
tappi idonei per l'uso specifico.(2, fine IL PRIMO ARTICOLO E' APPARSO IL23 LUGLIO))
Sostene Schena
Nessun commento:
Posta un commento