L’enoteca-gourmet
con ristorantino
a Concadirame
“C’è più filosofia in una bottiglia di vino che in tutti i libri del mondo”,
“Un barile di vino fa più miracoli di una chiesa piena di Santi”: sono due delle molte frasi che spiccano nella vinoteca, costruita con vecchie cassette dove, un tempo, si metteva l’uva. Segno che alla Piccola Bottiglieria il buon bere è una regola. Ma anche che, contrariamente a quanto può fare pensare il nome, qui la selezione della cantina è ampia e di qualità. Oltre 150 etichette che spaziano dalle più qualificate zone di tradizione vinicola italiane agli Champagne.
Aperto da poco più di un mese il locale si qualifica come “wine and food” (vino e cibo) ma anche come un ristorantino (che però ha saputo conservare l’aria della trattoria) con una cinquantina di coperti che abbina il bere di qualità a piatti ricercati, alla cui base sta lo stretto legame con il territorio.
A due passi da Lusia
“Siamo a due passi da Lusia, con il suo importante mercato di ortaggi freschissimi. Sarebbe un affronto se quanto viene usato in cucina non fosse di prima scelta”, dice Mattia Astolfi che con la fidanzata Silvia, sommelier conduce la Piccola Bottiglieria.
L’idea di aprire il locale, a fianco della chiesa parrocchiale, è stata proprio di Silvia. La passione per il buon vino, l’ha indotta a mettere le sue conoscenze a disposizione di quanti vogliono degustare un eccellente calice accompagnato da stuzzichini.
“Siamo partiti – spiega Mattia Astolfi – proprio con l’intenzione di offrire un happy hour ricercato. Poi abbiamo visto che la sola bruschetta anche se ben farcita o gli affettati non bastavano più”.
La scelta di preparare dei piatti è stata quasi obbligata, ma con una variante rispetto al classico ristorante. “Ci definiamo un’enoteca-gourmet – aggiunge Astolfi – in quanto il menu, quattro antipasti, altrettanti primi e secondi, è volutamente contenuto nella scelta delle portate. Ciò perché cambia continuamente seguendo la stagionalità dei prodotti.
Inoltre da noi non c’è l’imbarazzo che a volte si prova quando si è nel ristorante. Siamo aperti anche per eventi di famiglia o cerimonie varie”.
L'ambiente rustico dell'osteria
Ambiente rustico, caldo, accogliente, con una buona disposizione dei tavoli, la Piccola Bottiglieria ha mantenuto l’impostazione della trattoria. Anzi appena entrati si è l’impressione di trovarsi in un’osteria toscana: ogni dettaglio è curato. Al posto delle tovaglie la spessa carta gialla usata nelle vecchie botteghe di alimentari, tovaglioli rossi, un calice per il vino ed un bicchiere per l’acqua: l’essenziale per gustare i piatti che lo chef Cristiano Cusin, diploma all’alberghiero di Montagnana ed esperienze importanti, in Valle d’Aosta, al ristorante Trussardi La Scala di Milano, sotto la guida di Andrea Berton, allievo di Gualtiero Marchesi e al ristorante “Do ciacole” con lo chef Federico Moro. Quella di Cusin è una cucina, ricercata nelle materie prime, compreso il pane, ma al contempo semplice che punta alla valorizzazione dei gusti schietti. “Siamo in working progess”, ripete per sottolineare che i piatti che prepara non sono mai ripetitivi ma in continua evoluzione.
Ricerca creatività e un menù in continua evoluzione
Ricerca creatività e un menù in continua…
Da qui la volontà di studiare per la pausa pranzo un piatto unico, completo e leggero.
“La ricerca, la creatività in cucina – aggiunge Cusin – non si esauriscono mai”.
Per sperimentare questo assioma, tenendo a mente che il menu cambia, si può iniziare con la selezione di salumi toscani: prosciutto Pratomagno, finocchiona, capocollo con l’assaggio dei 5 pecorini toscani accompagnati dalle marmellate preparate dallo stesso chef, oppure se si vuole stare leggeri la bruschetta con prosciutto cotto alla brace. Fra i primi le fettuccine alle verdure di Lusia, o i bucatini con guanciale di Norcia, oppure gli gnocchi croccanti su fonduta di formaggio e carciofi. Fra i secondi spicca il filetto nobile di manzo in crosta di sale con verdure croccanti, la tagliata di Black Angus, da abbinare al Brunello di Montalcino, al Nobile di Montepulciano, all’Amarone della Valpolicella; molto gettonato il pollo al curry con riso venere.
I dolci, come le paste sono fatti in casa. La selezione varia dal tiramisù, alla pana cotta al bicchiere con fragole, alla millefoglie con crema pasticcera, ai cantucci al vin Santo.
Il costo medio delle classiche tre portate è di 25 euro, vini a parte.
Il locale è chiuso il martedì ed il sabato e domenica a mezzogiorno, ma c’è la volontà con l’arrivo della bella stagione di aprire anche a mezzogiorno, come il desidero di aprire il giardino estivo.
Donato Sinigaglia
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