martedì 1 dicembre 2015

VINO: UNA CONFERENZA DI EDMONDO DE AMICIS NEL 1880



VINO: CONFERENZA TENUTA 
ALLA SOCIETÀ  FILOTECNICA 
DA EDMONDO DE AMICIS 
A TORINO NEL  1880

Edmondo de Amicis, che tutti conoscono
per aver scritto il libro Cuore, è noto anche per essersi interessato al vino e ai suoi effetti sull'uomo; riportiamo qui l'inizio di una sua conferenza tenutasi il 15 aprile del 1880 a Torino e che introduceva una serie di articoli sugli "effetti psicologici del vino" (DONNeDIZIOINI) 


        Studiato il vino nella vite, considerato nella leggenda, nella poesia e nei costumi, visto come si compone e come si traffica, in che maniera opera sull'organismo, e per che via conduce al delitto, alla pazzia e alla morte, non resta che a trattare dei suoi effetti psicologici: dire, cioè, come agisca sull'intelligenza, sull'immaginazione e sul sentimento, fin che si rimanga, bevendo, molto di qua da quel limite funesto, varcato il quale bevitore cade nelle mani del professore Lombroso.
         Riguardo agli effetti generali e ordinari del vino non potrò dir nulla che la maggior parte degli uditori non abbia osservato e non sia in grado di 
 esprimere.
A ciascuno, almeno una volta in vita sua, dopo un banchetto geniale d'amici, nel quale si sia troppo spesso affacciato, come disse un poeta, al finestrino rotondo del calice, sarà occorso di riandare tra sé, il giorno seguente, i diversi periodi d'alterazione per cui passò la sua mente, il suo cuore e il suo linguaggio; di fare uno sforzo per
rendersi conto della progressione dell' ebbrezza, di studiare quell' io fittizio ch'egli è stato per qualche ora, curiosamente,
come avrebbe fatto uno sconosciuto. 
        
E 1'argomento è degno di studio, infatti, almeno quanto una qualunque delle così dette malattie mentali, poiché se l'ebbrezza non è che una malattia di poche ore, e di guarigione sicura, è però importantissima, perché ci occorre ogni momento di vivere e di trattare con essa, di frenarla e di persuaderla. di ve d erla dovendo mostrare di non riconoscerla, e di circoridarla di riguardi, per non inasprirla, e qualche volta di servircene. 

Edmondo de Amicis
E lasciando pure da parte le sue conseguenze, quella alterazione crescente di sentimenti e d'idee, quella successione continua di stati diversi della coscienza, per cui si arriva dalla serenità tranquilla che segue i primi sorsi all'esaltazione ardente e  tumultuosa degli ultimi brindisi, è per se stessa un avvenimento psicologico così strano e così fecondo per lo studio della natura umana, che non sarà mai meditato abbastanza né dal filosofo. né dall'artìsta.



Nessun commento:

Posta un commento