giovedì 18 ottobre 2018

Per stare bene insieme ci vuole qualcosa di speciale

Per stare bene 
insieme 
ci vuole qualcosa 
di speciale


Per stare bene insieme ci vuole qualcosa di speciale, anzi, cose da mettere insieme che possibilmente siano molto particolari.

Il fenomeno ha radici antichissime, ma è nei tempi moderni che sta evidenziando un nuovo rilancio e una nuova fisionomia.
Non solo non c’è momento di aggregazione sociale,  dalla riunione di famiglia al grande evento, che non veda protagonisti cibi e bevande, ma mai come in questo periodosi registra una così alta frequenza di scuole per
imparare a scegliere bene, a creare matrimoni d’amore e a consumare con consapevolezza. E sulla base della conoscenza si innesta la creatività: un tempo riservata a chi sapeva usare
bene pentole e fornelli, oggi si manifesta attraverso abbinamenti di ogni tipo.
Tartufo o caviale sul gelato? Perché no! ?
Aceto balsamico sulla pasta? Si può provare. 
Un buon rosso con il sigaro? Secondo alcuni ci può stare.

C’è una ricchezza incredibile in tutto questo, ma ci sono pure insidie di
non poco conto. Per prima cosa occorre tenere presente che le esagerazioni non sono mai sinonimo di eleganza e di raffinatezza e che, se è vero che l’abbinamento migliore è con ciò che piace, quando si parla di collettività corre l’obbligo di proporre unioni che possano accontentare la maggioranza dei presenti.
Quindi occorre parlare di abbinamenti in modo nuovo, che tengano conto che l’organo di senso guida è l’olfatto, che esiste la sinestesia, che gli ingredienti sono cambiati, che il mondo si è globalizzato e che pure la gente sta mutando con una velocità sorprendente.
Diventi quindi necessario formulare nuove teorie, ma soprattutto metodi scientifici relativamente rapidi che consentano di innovare sempre nel segno dell’incremento del piacere e non sotto la spinta della voglia di sbalordire.
Se questo è importante per i cuochi e per i professionisti dell’ospitalità non lo è da meno per i tecnici che preparano gli ingredienti di base, tenuti più che mai a evitare le esagerazioni destinate a stupire ma contrarie al buon gusto: se un caffè sa di pattumiera è inutile nobilitarlo dicendo che deriva da
una surmaturazione delle drupe, se un vino è ossidato non è buono anche se
fermentato nelle anfore.
Insomma: per stare insieme occorrono compendi che stiano bene insieme, per
fare questo ci vuole studio, curiosità e ricerca della perfezione.

LUIGI ODELLO

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