L'Alchimia
di Alberto Tasinato
Cucina e mixology
al passo con i tempi
Alberto Tasinato |
L'ex F&B manager del Mandarin Oriental Milano fa i conti con quella che lui stesso definisce «la sfida più grande da quando ho iniziato questo lavoro» dopo l'apertura a Milano di L'Alchimia Ristorante & Lounge.
Questo il nome del nuovo progetto di Tasinato, in viale Premuda 34, nei locali che precedentemente ospitavano l'Enoteca Gaboardi Pogliani.Il locale
Non un semplice ristorante, dove Alberto Tasinato stavolta ricopre il ruolo di patron, ma un locale polifunzionale all'interno del quale l'ex manager del Mandarin ha voluto due talenti: in cucina il cuoco romano Davide Puleio, mentre come direttore e responsabile del bar Valerio Trentani, già con lui nella struttura milanese della nota catena alberghiera. Un trio di esperienze ma anche di motivazioni e carattere che ben rappresentano lo spirito del locale.
Il locale doveva essere, per Tasinato, diverso dal più blasonato ristorante gourmet o dal classico format del bistrot. Per questo Alberto si è messo in gioco per soddisfare la clientela puntando su tutto ciò che ha «imparato in questi anni, grazie a tutte le persone che mi hanno formato». Il risultato è un'accoglienza che è prima di tutto confortevole, una cucina rassicurante ma d'autore, un servizio presente e curato e un'atmosfera rilassata, easy, familiare. Ma di alto livello e senza alcuna concessione all'improvvisazione. Insomma, offrire un prodotto per «far sì che ci sia un motivo affinché gli ospiti abbiano voglia di venirci a trovare».
Ben equilibrata anche la struttura del locale, diviso in due parti distinte. Bar e ristorante. A cui si aggiunge il terzo spazio della cantina di altissimo livello (per concezione e contenuto di etichette) che occupa l'interrato. Uno spazio destinato a crescere per diventare una nuova opportunità di accoglienza.
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Il Lounge Bar
Nel primo spazio, a sinistra entrando, c'è il Lounge Bar, diviso in due sale, la prima con tavoli e sedute alte per una trentina di coperti e un balcone dal fascino retrò (con dietro al bancone un'ottima selezione di distillati); la seconda, più appartata, con un piccolo camino e dei comodi divanetti. Questo è il regno di Valerio Trentani che spiega come la sua filosofia si rifaccia alla storia antica degli alchimisti, di quelli che idealmente (sfumando un po') potremmo chiamare gli antenati dei bartender di oggi: «In passato erano soliti cercare di tramutare i vili metalli, in particolar modo il piombo, in oro. Provavano insomma a trasformare qualcosa di impuro in qualcosa di puro. Noi facciamo una cosa molto più banale: proviamo a trasformare qualcosa di normale in qualcosa di magico».
Valerio Trentani
Con queste parole Valerio fa riferimento al gioco dietro al bancone, a quanto la mixology possa rivelarsi un mondo affascinante anche per chi osserva, se il barman conosce a fondo gli ingredienti e le loro peculiarità. Spiega ad esempio la sua ricetta di "Alchimia": «Infondiamo nella vodka Belvedere un tè malesiano, il Butterfly», che a contatto con determinati acidi «ne cambia il colore, da blu intenso si trasforma in viola. Poi aggiungiamo una punta di rum, sciroppo di zucchero, soda, acqua di credo e limone».
di Alberto Lupini
direttore
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