TI RACCONTO
L'ORO ROSSO,
LO ZAFFERANO
Quante sono le presentazioni capaci di banalizzare prodotti
pregiati? Vediamo di non caderci e di usare tecniche opportune per valorizzarli
Lo zafferano è un prodotto antico che ha percorso migliaia
di chilometri nella storia, partendo dall’oriente e arrivando in Italia: l’oro rosso, come viene chiamato, ha
sempre avuto un ruolo di prestigio nella storia, grazie alle sue peculiari proprietà non solo sensoriali, ma
anche farmaceutiche e terapeutiche. Il Crocus sativus L. ha sempre appassionato migliaia di persone,
trovando negli chef, nei gastronomi e nei lovers della gastronomia i suoi veri testimonial.
Ma quanto lo zafferano è conosciuto veramente dai consumatori dai ristoratori?
Quali sono le sue note aromatiche, importantissime, per capirne l’impiego in cucina?
Ma quanto lo zafferano è conosciuto veramente dai consumatori dai ristoratori?
Quali sono le sue note aromatiche, importantissime, per capirne l’impiego in cucina?
Come riuscire a far conoscere questo meraviglioso prodotto e
al contempo crearne affezione? Per
raggiungere un tale obiettivo non basta una serata con un
intervento frontale condotto da un esperto che escriva le caratteristiche del prodotto e che alla fine lo
faccia assaggiare in purezza o in un piatto
preparato ad hoc è indispensabile creare un vero percorso
formativo esperienziale e ludico, in grado di rendere protagonista il partecipante che, passo passo, arriva
a scoprire, divertendosi, il profilo sensoriale dello zafferano in assaggio.
La progettazione e la preparazione dell’evento Per realizzare un evento veramente efficace è importante fissare il livello di narrazione che si vuole raggiungere e definire gli obbiettivi dell’intero percorso formativo e delle singole attività. Sicuramente va pensato un evento dove il
La progettazione e la preparazione dell’evento Per realizzare un evento veramente efficace è importante fissare il livello di narrazione che si vuole raggiungere e definire gli obbiettivi dell’intero percorso formativo e delle singole attività. Sicuramente va pensato un evento dove il
prodotto di punta, ovvero lo zafferano locale, debba essere
confrontato con altre tipologie di zafferano che
arrivano da altre parti d’Italia e del mondo, così da
evidenziare al meglio le singole caratteristiche e le
possibili applicazioni di ciascuno nel campo culinario. Nel
momento dell’ideazione va anche valutata la
possibilità di assaggiare non solo lo zafferano in purezza,
ma anche alcuni piatti della tradizione
enogastronomica locale in cui il prezioso oro rosso viene
utilizzato e valorizzato. è importante infine
definire i migliori spazi in cui svolgere l’evento e i
corretti supporti per l’assaggio da impiegare.
L’attività L’evento deve essere caratterizzato da un
susseguirsi di attività divertenti e coinvolgenti che
permettano via via che si svolgono un’acquisizione sempre
più completa di conoscenze delle proprietà
dello zafferano, fino a sfociare in una consapevolezza di
come poter impiegare al meglio il prodotto. Il primo passo con i partecipanti è sicuramente quello di
allenare i propri sensi, nello specifico il sistema olfattivo, attraverso un gioco che metta in sana
competizione tra i giocatori ma al contempo permetta a chi lo esegue di misurarsi con le proprie capacità e conoscenze.
Di seguito vanno poi programmati tre differenti assaggi da condursi con tecniche diverse e sempre
più ludiche. L’allenamento è possibile utilizzare a tale scopo standard olfattivi (per esempio
Sensory box) oppure un kit con spezie, fiori, frutti ecc. con il quale i partecipanti cercano di associare a
ciascun aroma il proprio nome.
Al termine dell’attività viene corretta la sequenza degli aromi e proclamato il vincitore assoluto. Un altro gioco di allenamento riguarda i meccanismi che regolano la percezione degli aromi in bocca. Con l’impiego di caramelle aromatiche ben definite e con una semplice tecnica di assaggio, è possibile fornire ai partecipanti la consapevolezza di come, attraverso il sistema olfattivo, si percepisca a livello retrolfattivo il complesso aromatico di un prodotto. Il primo assaggio - le parole dello zafferano
La prima di attività di assaggio dello zafferano viene svolta in purezza ovvero con il prodotto diluito nell’acqua e a ciascun partecipante vengono servite tre tipologie differenti (per origine o per qualità). In questo primo passo del percorso viene richiesto al gruppo di assaggiare uno alla volta i prodotti proposti e di segnare su un’apposita scheda le caratteristiche visive, olfattive e retrolfattive, tattili e gustative che vengono percepite. Il conduttore attraverso la tecnica della tavola rotonda raccoglie in plenaria tutti i descrittori percepiti dall’intero gruppo e ne realizza a voce un profilo sensoriale condiviso. In questo modo si definiscono i primi parametri organolettici del prodotto che scaturiscono dall’intero gruppo. Il secondo assaggio - quale zafferano nel risotto?
Al termine dell’attività viene corretta la sequenza degli aromi e proclamato il vincitore assoluto. Un altro gioco di allenamento riguarda i meccanismi che regolano la percezione degli aromi in bocca. Con l’impiego di caramelle aromatiche ben definite e con una semplice tecnica di assaggio, è possibile fornire ai partecipanti la consapevolezza di come, attraverso il sistema olfattivo, si percepisca a livello retrolfattivo il complesso aromatico di un prodotto. Il primo assaggio - le parole dello zafferano
La prima di attività di assaggio dello zafferano viene svolta in purezza ovvero con il prodotto diluito nell’acqua e a ciascun partecipante vengono servite tre tipologie differenti (per origine o per qualità). In questo primo passo del percorso viene richiesto al gruppo di assaggiare uno alla volta i prodotti proposti e di segnare su un’apposita scheda le caratteristiche visive, olfattive e retrolfattive, tattili e gustative che vengono percepite. Il conduttore attraverso la tecnica della tavola rotonda raccoglie in plenaria tutti i descrittori percepiti dall’intero gruppo e ne realizza a voce un profilo sensoriale condiviso. In questo modo si definiscono i primi parametri organolettici del prodotto che scaturiscono dall’intero gruppo. Il secondo assaggio - quale zafferano nel risotto?
A questo punto si
propone un assaggio di un piatto cucinato(semplice come un risotto) preparato con le tre tipologie di
zafferano utilizzate nel primo assaggio.
Il conduttore chiede al gruppo di provarli uno alla volta e di associare i campioni di zafferano in purezza dell’assaggio precedente con i tre piatti di risotto spiegando anche le motivazioni della propria scelta.
Il conduttore chiede al gruppo di provarli uno alla volta e di associare i campioni di zafferano in purezza dell’assaggio precedente con i tre piatti di risotto spiegando anche le motivazioni della propria scelta.
L’obiettivo di questa attività è di riflettere ancora sulle
caratteristiche organolettiche dello zafferano di qualità e di come queste peculiarità vengano trasferite
anche nei piatti cucinati. La naturale conclusione di questo gioco è proprio il concetto della differenza tra
campioni di zafferano e della presenza delle caratteristiche del prodotto di qualità quali sapidità,
intensità olfattiva, note floreali e note speziate come il legno.
Il terzo assaggio - le olimpiadi del piacere e del lusso
Ultimo assaggio e chiusura dell’evento è
un’attività legata alla percezione di tipo edonico dove si
chiede ai partecipanti, dopo aver assaggiato tre dolci identici, ma preparati con le tre tipologie di
zafferano, di posizionare su un podio immaginario del piacere e uno del lusso i campioni di dolci, evidenziando
quale conquista il primo posto, quale il secondo e quale il terzo.
Non è detto che per entrambi i podi si raggiunga il medesimo risultato. Il conduttore chiede al gruppo quale sia la classifica per entrambi i podi e si apre la discussione sulle motivazione delle diverse classifiche o meno di ciascun partecipante, il tutto richiamando le caratteristiche delle tipologie di zafferano e mettendo l’accento su come uno stesso prodotto possa influire in modi diversi se viene impiegato per realizzare un piatto salato come il risotto oppure un dolce. Inoltre è possibile, basandosi sui giudizi dei partecipanti, mettere l’accento sulla piacevolezza di alcune caratteristiche di un particolare zafferano e di come chi assaggia voglia quale soddisfazione in tutti i piatti (antipasti, primi, secondi e dessert) in cui viene impiegato il medesimo zafferano.
Conclusioni Il Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila Dop, nel mese di luglio 2018, ha realizzato - in collaborazione con Quidanoi cooperative agricole e Scuola del Gusto Abruzzo e condotto dai Narratori del gusto e dal Centro Studi Assaggiatori - due workshop informativi-formativi rivolti principalmente a ristoratori, coltivatori, esperti del settore, ma anche alla cittadinanza e ai consumatori, con l’obiettivo di scoprire attraverso l’analisi sensoriale le peculiarità organolettiche dello Zafferano dell’Aquila Dop. A tale scopo è stato utilizzato il format appena descritto che ha portato al coinvolgimento di circa quaranta partecipanti e che ha permesso di mettere l’accento sul come poter narrare questo splendido prodotto in modo alternativo e come siaimportante impiegare nei proprio locali e nelle proprie ricettazioni lo Zafferano dell’Aquila Dop, non solo
Non è detto che per entrambi i podi si raggiunga il medesimo risultato. Il conduttore chiede al gruppo quale sia la classifica per entrambi i podi e si apre la discussione sulle motivazione delle diverse classifiche o meno di ciascun partecipante, il tutto richiamando le caratteristiche delle tipologie di zafferano e mettendo l’accento su come uno stesso prodotto possa influire in modi diversi se viene impiegato per realizzare un piatto salato come il risotto oppure un dolce. Inoltre è possibile, basandosi sui giudizi dei partecipanti, mettere l’accento sulla piacevolezza di alcune caratteristiche di un particolare zafferano e di come chi assaggia voglia quale soddisfazione in tutti i piatti (antipasti, primi, secondi e dessert) in cui viene impiegato il medesimo zafferano.
Conclusioni Il Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila Dop, nel mese di luglio 2018, ha realizzato - in collaborazione con Quidanoi cooperative agricole e Scuola del Gusto Abruzzo e condotto dai Narratori del gusto e dal Centro Studi Assaggiatori - due workshop informativi-formativi rivolti principalmente a ristoratori, coltivatori, esperti del settore, ma anche alla cittadinanza e ai consumatori, con l’obiettivo di scoprire attraverso l’analisi sensoriale le peculiarità organolettiche dello Zafferano dell’Aquila Dop. A tale scopo è stato utilizzato il format appena descritto che ha portato al coinvolgimento di circa quaranta partecipanti e che ha permesso di mettere l’accento sul come poter narrare questo splendido prodotto in modo alternativo e come siaimportante impiegare nei proprio locali e nelle proprie ricettazioni lo Zafferano dell’Aquila Dop, non solo
per le sue caratteristiche organolettiche di eccellenza ma
anche per ciò che la percezione dei sapori e degli aromi di questo prodotto rievoca del territorio
nell’individuo che lo assaggia e lo degusta. Il risultato di questi momenti formativi è stato sicuramente un’importante
affezione verso lo Zafferano dell’Aquila Dop e una maggior voglia da parte di tutti di raccontarlo, di
viverlo in prima persona e di farlo vivere ai visitatori di queste bellissime zone in cui viene coltivato
il prezioso oro rosso.
Annalisa Renzi
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