sabato 2 marzo 2024

Dieta mediterranea, un'antica testimonianza

 

Dieta mediterranea, 

da Larino un'antica 

testimonianza 

del mangiare bene

L'antica testimonianza del mangiare bene a Larino - dove fu istituito il primo seminario d'Italia - si manifesta in una tabella dei cibi della dieta mediterranea, dove si celebrano i suoi principi salutari e la sua bontà

di Pasquale Di Lena

“Pio luogo” sta per seminario e, nel caso specifico, il primo istituito dopo l'approvazione - unanime da parte dei vescovi impegnati nel Concilio di Trento, 15 Luglio 1563 - del decreto “Cum adolescentum aetas”, che raccomandava la istituzione del seminario in ogni diocesi. A Trento, a rappresentare la diocesi di Larino (Cb) c'era l'allora vescovo Belisario Balduino, che, dopo il lungo viaggio di rientro, non perse tempo e il 26 gennaio 1564, cioè 53 giorni dopo la chiusura, aprì, primo al mondo, il seminario, anticipando di qualche giorno il suo collega di Milano. Larino, l'antica capitale del popolo frentano, culla (17 dicembre 1994) dell'Associazione nazionale delle Città dell'Olio e patria di ben tre varietà di olivo, tutte legate al suo nome, “Gentile, Salegna e S.Pardo”, che la rendono la “città, prima al mondo, della biodiversità olivicola”.

Dieta mediterranea, da Larino un'antica testimonianza del mangiare bene

A Larino è stato istituito il primo seminario d'Italia

Dieta mediterranea nel “Pio luogo” di Larino

Una premessa doverosa per entrare nel “Pio luogo”, che trova giusta rilevanza nell'interessante Museo Diocesano, sito nell'Episcopio a fianco alla stupenda Cattedrale, stile gotico-romano, del 1.300. Della tabella dei cibi, posta in una bacheca del museo, riferita al pranzo e alla cena consumati dagli allievi e dai professori del pio luogo, la cosa che sorprende è la carne, che torna a pranzo e a cena per ben tre giorni della settimana (domenica, martedì e giovedì), come pure il lunedì e il mercoledì, ma solo a pranzo. La frutta non manca mai, sia il giorno che la sera, ed il vino è sempre presente, però solo a pranzo.

Il pesce o, quando non c'è, il baccalà, cucinato e servito il venerdì e il sabato a pranzo e, al posto delle uova, anche alla cena dello stesso giorno. I legumi sono indicati solo per i venerdì della stagione invernale, mentre la minestra verde vale il mercoledì e il venerdì con l'insalata che torna a cena la domenica, il martedì e il giovedì. C'è anche il riso, ma solo il lunedì al posto della pastina, prevista anche il venerdì in alternativa alla minestra verde, con la pasta condita a cena nelle sere del lunedì, mercoledì e venerdì. I maccheroni al ragù allietano il pranzo del martedì, giovedì e domenica. E per finire la frittata, in alternativa al pesce durante il pranzo del sabato.

Dieta mediterranea: a Larino frugalità, ma anche qualità e diversità da sempre

Non è malignità la nostra se diciamo che molti dei seminaristi, anche in considerazione dei tempi che registravano la miseria più nera, erano presi per gola e convinti da un mangiare, sicuramente all'insegna della frugalità, a prendere i voti e continuare a vivere in piena beatitudine la loro vocazione.

Dieta mediterranea, da Larino un'antica testimonianza del mangiare bene

Al museo diocesano è conservata la tabella dei cibi

Frugalità certamente, ma assoluta qualità e tanta diversità, che spiegano solo in parte la dieta mediterranea, cioè il buon mangiare e, anche, il buon bere con la presenza costante di un bicchiere di vino a confermare il peso della ritualità nella liturgia che ha significato tanto dell'immagine e della continuità che il vino ha avuto sulla tavola del ricco come del povero, quale bevanda e alimento insieme.  Non è riportato il pane o le buone pizze (bianca o, in una teglia di stagno, al pomodoro), che servivano anche a stemperare il forno prima dell'infornata del pane. 

Dieta mediterranea a Larino: dall'antichità ai ricordi d'infanzia

La tabella ci ha riportato alla nostra infanzia quando il piatto a tavola, con delle piccole variazioni, scandiva il giorno della settimana e la stagione. Una regola da tener presente perché è quella che, insieme al movimento («ù ggìre du paèse»), esprimeva bene la mediterraneità, quale stile di vita prima ancora che una buona e corretta alimentazione.

Oggi la dieta mediterranea è posta, per il settimo anno consecutivo, sul podio più alto al mondo tra le sessanta selezionate. Un primato detestato dalle multinazionali del cibo e delle bevande, quelle che sono, da qualche tempo e non a caso in Europa, ben liete della protesta dei trattori (non agricoltori) che sono tanta parte (agricoltura industrializzata e allevamenti intensivi, secondi solo ai fossili) della situazione sempre più grave dei mali che vive il clima, e, tanta parte delle cause che hanno ridotto a poca cosa la fertilità dei suoli. Con la chimica, i prodotti farmaceutici e l'appropriazione dei semi, hanno attaccato la biodiversità, cioè la vita, rendendo la natura ostile all'uomo nelle mani del denaro.

Dieta mediterranea, da Larino un'antica testimonianza del mangiare bene

Molti dei seminaristi erano presi per gola

Il passato che ci racconta il documento esposto nel Museo Diocesano, come si può capire, è di grande attualità quando ci invita a correggere le nostre abitudini sbagliate o a non considerare il cibo, atto agricolo e della pesca, elemento decisivo per un Mediterraneo di pace e di benessere e per un mondo che vive la sobrietà e non più lo spreco imposto dal consumismo, tanta causa dei malesseri che l'uomo moderno vive e, con esso, il territorio.

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