domenica 16 novembre 2025

A Cortina rifugi chiusi per le Olimpiadi ma...

 

A Cortina rifugi chiusi 

per le Olimpiadi... 

ma non quello del compagno 

della Santanchè

Le Olimpiadi invernali del 2026 porteranno vantaggi solo a pochi. Il ristorante El Camineto rimarrà aperto, mentre altri rifugi dovranno chiudere. Intanto, Ista stima una perdita di 9 milioni per gli impianti delle Tofane

LOlimpiadi invernali di Cortina 2026 stanno ridisegnando l’economia e la geografia turistica della conca ampezzana. Mentre cresce l’attesa per l’evento, aumentano anche le preoccupazioni degli operatori locali, in particolare dei gestori di rifugi e impianti. Nell’area delle Tofane, cuore delle competizioni, gran parte delle strutture dovrà chiudere per oltre due mesi a causa delle limitazioni imposte dalla preparazione delle piste. L’unica eccezione sarà il ristorante El Camineto, diventato nel tempo punto di riferimento per la clientela vip e che, durante i Giochi, resterà aperto come sede di incontro per organizzatori e ospiti internazionali.

A Cortina rifiugi chiusi per le Olimpiadi. Ma non quello del compagno della Santanchè

El Camineto rimarrà aperto durante le Olimpiadi

Parallelamente, la società Ista, che gestisce gli impianti del versante Tofana-Falzarego, ha stimato una perdita di oltre 9 milioni di euro, a cui si aggiungono costi extra per la manutenzione e l’innevamento artificiale. In questo scenario, tra ristori insufficienti, lavori infrastrutturali e criticità ambientali, Cortina si prepara a vivere un’Olimpiade che promette visibilità globale, ma anche forti squilibri economici e gestionali per chi opera nel turismo di montagna.

Le Olimpiadi e la montagna “off-limits” 

per (quasi) tutti

A Cortina d’Ampezzo cresce la preoccupazione tra i gestori dei rifugi nell’area delle Tofane, che da metà gennaio a metà marzo 2026 saranno chiuse al pubblico per la preparazione delle gare olimpiche. L’unica eccezione sarà il ristorante El Camineto, acquistato un paio d’anni fa da Flavio Briatore e Dimitri Kunz, compagno della ministra del Turismo Daniela Santanchè, anche se oggi le quote di Briatore sono state rilevate dal kazaco Andrey Alexandrovich Toporov. Secondo quanto confermato in città, El Camineto resterà operativo e diventerà uno dei punti di riferimento per gli organizzatori delle Olimpiadi, ospitando turisti vip e incontri ufficiali. Tutti gli altri rifugi, invece, saranno costretti a chiudere o a ridurre drasticamente l’attività a causa delle restrizioni d’accesso alle piste e agli impianti.

La situazione è fonte di crescente tensione tra gli esercenti. Gianluca Lancedelli, titolare del rifugio Duca d’Aosta, spiega al Fatto Quotidiano: «Al momento non sappiamo niente di niente. Non ci viene detto che dovremo chiudere forzatamente, ma ci dicono che non faranno salire la gente. Se teniamo aperto come servizio forse ci danno qualcosa». Una prospettiva che, secondo molti, non copre nemmeno i costi minimi di gestione. Gli incontri avuti durante l’estate con Michele Di Gallo, direttore generale di Fondazione Cortina, non hanno dissipato i dubbi. La comunicazione resta frammentata e l’incertezza si riflette anche sulla pianificazione della stagione invernale.

Perdite stimate per 9 milioni di euro

Le difficoltà non riguardano solo i rifugi. La società Ista, che gestisce gli impianti del versante Socrepes-Pocol-Tofana-Falzarego, ha quantificato in oltre 9 milioni di euro la perdita di fatturato legata allo stop forzato delle attività sciistiche nel periodo olimpico. Nel bilancio approvato il 30 settembre 2025, la società sottolinea che gli impianti saranno fermi dal 12 gennaio al 15 marzo 2026, con una spesa aggiuntiva di oltre un milione di euro per la preparazione delle piste. «Fondazione Mico aveva dichiarato che si sarebbe fatta carico dei costi - scrivono gli amministratori - per poi ritrattare, affermando che dovrebbero essere sostenuti dalla Regione Veneto».

Su richiesta del Comune, Ista ha fornito una stima dettagliata dei costi per energia e personale, pari a 806mila euro, ma il rimborso riconosciuto ammonta solo a 611mila euro, escludendo gli ammortamenti. La Regione Veneto ha previsto un fondo da 1,5 milioni di euro per i ristori alle realtà locali, ma non è chiaro quale quota sarà destinata a Ista. La società, assistita da un legale, ha inviato una lettera agli enti competenti per sollecitare un confronto urgente sulla questione.

Un nuovo bacino per l’innevamento artificiale

Nel frattempo, la corsa contro il tempo per le infrastrutture olimpiche include anche la realizzazione di un nuovo bacino di accumulo in località Po’ Drusciè, con capacità di 85mila metri cubi, per garantire neve artificiale durante i Giochi.

A Cortina rifiugi chiusi per le Olimpiadi. Ma non quello del compagno della Santanchè

I rifugi dell'area delle Tofane saranno chiusi al pubblico per la preparazione delle gare olimpiche

Il progetto, affidato al Commissario straordinario Fabio Massimo Saldini, ha incontrato criticità ambientali sollevate dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali. Per rispettare i tempi, si è deciso di realizzare una condotta dal fiume Boite come soluzione temporanea. Il nuovo appalto, da oltre 7 milioni di euro, è stato avviato a fine settembre e prevede una conclusione parziale entro dicembre 2025, con l’ultimazione dei lavori prevista solo dopo le Olimpiadi.

Una montagna divisa tra attese e preoccupazioni

Mentre Cortina si prepara ad accogliere il grande evento sportivo, la sensazione diffusa tra operatori e albergatori è quella di una montagna a due velocità: da un lato chi potrà beneficiare della visibilità e dei flussi organizzativi, dall’altro chi subirà le conseguenze economiche di chiusure e limitazioni. Per molti imprenditori locali, la speranza è che il grande investimento olimpico non lasci un’eredità di squilibri, ma rappresenti un’occasione per ripensare il turismo montano in chiave sostenibile e coordinata.

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