venerdì 14 novembre 2025

Julia e Karoline Walch brindano con il "Moncalisse

 Julia e Karoline Walch 

brindano con il Trentodoc 

"Moncalisse"



 
Le bollicine della nuova "maison" trentina nascono ai piedi del Monte Calisio e sono la realizzazione del sogno a lungo cullato dalle due sorelle altoatesine. "Chef de cave" l'enologo trentino Stefano Bolognani affiancato da un famoso winemaker della Champagne, Odilon de Varine.

di Giuseppe Casagrande


Il Trentodoc ha un nuovo gioiello: Moncalisse. Nasce a Seregnano, minuscola frazione del comune di Civezzano, sulle pendici del Monte Calisio, ed è il frutto della visione imprenditoriale delle sorelle Julia e Karoline Walch della storica famiglia vitivinicola altoatesina di Termeno. 
Moncalisse già nel nome riflette l’anima del luogo da cui prende vita: il Monte Calisio. La conformazione del terreno - con vigneti che si estendono in collina a 600 metri per un totale di dodici ettari - si unisce al clima fresco, caratteristico delle vigne d’altura che, circondate dalle montagne, rappresentano quel terroir ideale per dare vita a bollicine d’eccellenza. 
 

Julia e Karoline Walch: "Un sogno che è diventato realtà nel 2016"

Moncalisse rappresenta una realtà autonoma all’interno della famiglia Walch, con un nome e un’identità distinti rispetto al marchio Elena Walch, a testimonianza della volontà di aprire un nuovo capitolo dedicato esclusivamente al Trentodoc. 
"Il nostro sogno è diventato realtà - hanno dichiarato Julia e Karoline Walch - quando nel 2016 abbiamo visto il terreno ed è stato amore a prima vista. Abbiamo capito subito che era il luogo ideale per realizzare una delle espressioni più autentiche e raffinate del Trentodoc. L’altitudine, la varietà geologica e il microclima fresco rappresentano condizioni ideali per creare degli spumanti Metodo Classico strutturati, ma al tempo stesso eleganti e che sfidano il tempo grazie ad una straordinaria potenzialità di invecchiamento."

Il vigneto di Seregnano, un luogo ricco di storia e di fascino

Il vigneto di Moncalisse è anche un luogo ricco di storia e di fascino: "Un dettaglio ci ha profondamente colpite – confessano Julia e Karoline Walch – la presenza, all’interno dei vigneti, delle cosiddette Coppelle, incisioni rupestri risalenti all’età del Bronzo e del Ferro e legate a simboli esoterici e riti sacri. Questi segni millenari conferiscono al luogo una dimensione simbolica e culturale unica. Per noi rappresentano un messaggio forte, ovvero l’idea che questo fosse un territorio straordinario sin dall’antichità. Con Moncalisse vogliamo proseguire nel dialogo tra tempo e terra, reinterpretandolo in chiave contemporanea."  

"Chef de cave" il trentino Stefano Bolognani affiancato da Odilon de Varine

"Chef de cave" di Moncalisse è l'enologo trentino Stefano Bolognani che porta con sé grande dedizione, estrema precisione e molta sapienza nel suo lavoro. Entusiasta della qualità dell’uva della zona che permette di creare vini di intensa mineralità e salinità unite ad un’elegante freschezza del frutto, Bolognani ha posto il sigillo a due Riserve della nuova "maison".
Al progetto Moncalisse la "maison" si avvale della collaborazione di un famoso enologo della regione dello Champagne, Odilon de Varine. "Partecipare alla nascita di Moncalisse  - ha dichiarato - non era una sfida nel vero senso della parola perché le premesse erano ottime, a partire dal vigneto che presentava vecchie viti, fondamentali per donare complessità e profondità al vino, per non parlare dell'esperienza dell’enologo della famiglia. Piuttosto - ha aggiunto - volevo vivere una nuova, entusiasmante avventura insieme a Julia, Karoline e Stefano per realizzare un progetto ambizioso. Insieme, abbiamo creato un’alchimia perfetta che proietta nel futuro nuovi traguardi nell‘interpretazione delle bollicine di montagna targate Trentodoc."

Le vecchie viti e i nuovi impianti di Chardonnay e Pinot Nero

Chardonnay e Pinot Nero sono i vitigni messi a dimora nei vigneti di Moncalisse, ma il cuore della proprietà è costituito da una "parcella nobile" di un ettaro, caratterizzata da vecchie viti di Chardonnay esposte a Sud e allevate, ancora oggi, con il sistema a pergola grazie ad un’accurata ristrutturazione realizzata dall’attuale proprietà. I vitigni della cantina sono concepiti come un luogo protetto e silenzioso, nato per celebrare l’unione tra la sapienza tecnica e l’amore assoluto per il territorio e le sue peculiarità. 
Qui, il vino può sviluppare pienamente la propria identità grazie a un approccio votato alla sostenibilità, a partire dalla salvaguardia della biodiversità. Il microclima è caratterizzato da forti escursioni termiche tra giorno e notte, favorite dalle correnti ascensionali delle montagne circostanti che conferisce da Sudovest una brezza pomeridiana: la famosa "Ora" del Garda. In inverno, la presenza del lago di Caldonazzo mitiga le temperature rigide. 

Le due Riserve: il Blanc de Blancs Montis Arcentarie 2017 e l'Extra Brut 2019

Moncalisse debutta sul mercato con due Riserve di grande complessità ed eleganza, autentica espressione dello spirito di eccellenza proprio del Trentodoc: il Montis Arcentarie Blanc de Blancs Extra Brut Riserva, annata 2017, un vino prodotto da una parcella nobile di vecchie viti di Chardonnay e il cui nome rimanda alle miniere di argento che caratterizzavano l’area del Monte Calisio nel Medioevo. La vinificazione avviene in acciaio con una piccola parte in barrique, cui segue un affinamento in bottiglia sui lieviti di 80 mesi. Dégorgement a gennaio 2025. 
La seconda Riserva è il Millesimato Extra Brut annata 2019. Un vino fresco ed elegante che esalta il territorio con 56 mesi di affinamento sui lieviti, fermentazione in acciaio per l’80% e il rimanente 20% in barrique. 

Nella primavera del 2026 l'inaugurazione della nuova cantina interrata

Il radicamento nel territorio trova espressione anche  nell’architettura della nuova Cantina interrata, la cui apertura è prevista per la primavera 2026 nel cuore del vigneto. Il progetto prevede anche un Bistrot e un’Enoteca concepiti per accogliere il pubblico in uno spazio che unisce ospitalità e identità. 
Firmato dall’architetto della Val Gardena David Stuflesser insieme alla socia Nadia Moroder, l’edificio si distingue per le sue curve armoniose, linee fluide e volumi sotterranei che reinterpretano in chiave contemporanea le forme tonde e morbide già presenti nel paesaggio e nella memoria storica del luogo. Con un riferimento visivo e concettuale alle antiche Coppelle – scolpite nella pietra e tutt’ora presenti nel vigneto – ma anche alle “perle bianche”, ovvero le bollicine, nasce così un linguaggio architettonico coerente, capace di unire passato e presente, materia e visione. 

L'architettura circolare della cantina ha ispirato anche il logo di Moncalisse

La Cantina ha anche ispirato il logo di Moncalisse che ne ha ripreso l’estetica circolare e simbolica: ispirato alla pianta architettonica della Cantina vista dall’alto, il logo rappresenta una doppia forma che richiama da un lato la lettera M per Moncalisse, dall’altro l’intreccio simbolico delle fondatrici del progetto, le sorelle Julia e Karoline. Un simbolo grafico essenziale, ma denso di significati che racchiude l’identità profonda di Moncalisse: origine e ambizione, precisione e profondità, passato e futuro.
In alto i calici. Prosit! 

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