Dimore storiche private:
un motore culturale
ed economico per l’Italia
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| La deputata PD Irene Manzi |
Il 6° Rapporto dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato, presentato alla Camera dei Deputati, mette in luce l’importanza delle dimore storiche italiane come motori di sviluppo economico, coesione sociale e conservazione culturale. Promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (A.D.S.I.) in collaborazione con la Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale e con il sostegno di Confedilizia, Confagricoltura e Fondazione Pescarabruzzo, il Rapporto fotografa un patrimonio unico e diffuso, con oltre 46.000 beni culturali privati distribuiti su tutto il territorio nazionale.

La presentazione ha rappresentato un’occasione di confronto con istituzioni, operatori economici, culturali e del settore turistico, evidenziando il valore strategico delle dimore storiche come strumenti di crescita per il Paese. Alla presentazione hanno partecipato esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il senatore e presidente della Commissione Finanze del Senato Massimo Garavaglia, il deputato e responsabile del Dipartimento Turismo di Fratelli d’Italia Gianluca Caramanna, la deputata PD Irene Manzi, il deputato e responsabile del Dipartimento Agricoltura di Forza Italia Raffaele Nevi, il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, il direttore generale di Confagricoltura Roberto Caponi, il presidente della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale Paolo Marini e il Co-direttore scientifico della Fondazione Luciano Monti.
Distribuzione e caratteristiche delle dimore storiche italiane
Le dimore storiche italiane, tra palazzi, ville e castelli, rappresentano un patrimonio diffuso, presente in ogni regione e soprattutto nelle aree interne e nei piccoli comuni. Quasi il 30% delle dimore si trova in comuni con meno di 5.000 abitanti, con una media di oltre due beni storici per ciascun centro, a testimonianza della funzione di presidio culturale e identitario nei territori meno densamente popolati.
Turismo culturale e ospitalità nelle dimore storiche
Il settore turistico rappresenta uno dei principali ambiti di valorizzazione delle dimore storiche. Il 35% delle dimore è oggi destinato alla locazione turistica, con circa 3.700 strutture che offrono formule di ospitalità breve. Negli ultimi anni, questo segmento ha registrato una crescita significativa, pari al +46% nell’ultimo anno, confermando l’interesse crescente per esperienze autentiche e dirette di patrimonio culturale.

Le dimore storiche contribuiscono anche alla formazione scolastica, accogliendo studenti di ogni ordine e grado nel 58% dei casi e offrendo esperienze in ambito storico-artistico, educando le nuove generazioni alla memoria, all’identità e ai valori culturali del Paese.
Eventi culturali e aperture al pubblico completano l’offerta turistica: nel 2024 oltre 20.000 dimore hanno organizzato almeno un evento, accogliendo oltre 35 milioni di visitatori, di cui oltre due milioni nelle aree interne. Circa 17.000 dimore hanno promosso iniziative gratuite o sociali, confermando il ruolo delle dimore come leve di turismo culturale diffuso e sostenibile. L’80% dei proprietari ha rilevato un impatto positivo sullo sviluppo locale, grazie alla creazione di reti con produttori, guide turistiche, operatori outdoor e imprese agricole.
Conservazione e manutenzione del patrimonio culturale
La gestione del patrimonio architettonico italiano da parte dei privati rappresenta un impegno economico considerevole. L’85% degli interventi di manutenzione e restauro è autofinanziato dai proprietari, con una spesa media annua superiore a 50.000 euro per bene, mentre solo il 2% riceve contributi pubblici.

La spesa complessiva per interventi straordinari è passata da 836 milioni di euro nel 2017 a 1,2 miliardi nel 2024, mentre includendo gli interventi ordinari si supera 1,9 miliardi di euro. Questo valore corrisponde a oltre il 10% dell’aumento del PIL italiano registrato nel 2023, confermando l’importanza economica diretta del patrimonio privato.
Molte dimore hanno avviato progetti di efficientamento energetico, digitalizzazione degli archivi e manutenzione preventiva, integrando sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica nella gestione dei beni culturali. Questi interventi generano indotto per artigiani, restauratori e professionisti specializzati, contribuendo alla trasmissione di competenze e alla conservazione dell’identità architettonica italiana.
L’agricoltura nelle dimore storiche
L’agricoltura è un pilastro per il valore economico delle dimore storiche. Il 17% delle dimore svolge attività agricola, con prevalenza della viticoltura (25%), che sale al 36% se considerati solo i viticoltori. Seguono coltivazione di cereali e olivicoltura (21% ciascuna).
In molte dimore agricole, l’attività agricola rappresenta oltre il 75% del reddito annuo (39% dei casi) e tra il 50% e il 75% in un ulteriore 21%. Le dimore produttrici di vino offrono percorsi di degustazione, che nell’86% dei casi hanno generato un incremento delle visite nell’ultimo anno, in un terzo dei casi superiore al 30%. Le esportazioni coprono il 25-30% della produzione agricola, prevalentemente verso Paesi europei (80%), consolidando il legame tra patrimonio culturale e produzione enogastronomica. Il 34% delle aziende vitivinicole italiane afferisce a dimore storiche.
Potenziale di crescita e semplificazione normativa
Il Rapporto evidenzia come oltre 10.000 dimore storiche siano pronte ad avviare o ampliare attività economiche qualora il contesto burocratico e normativo fosse più favorevole. La semplificazione normativa, strumenti di sostegno continui e incentivi fiscali come l’Art Bonus e un’IVA unificata per interventi di restauro potrebbero liberare un potenziale di sviluppo significativo, soprattutto nelle aree interne e nei piccoli comuni.
Dichiarazioni delle istituzioni e dei rappresentanti
«Le dimore storiche rappresentano un presidio culturale, un museo diffuso e uno straordinario patrimonio per l’Italia - ha commentato il Vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè - Sono delle gemme sparse sul territorio che per storia, bellezza e capacità di conservazione costituiscono un tesoro da preservare. È dunque fondamentale valorizzare questo patrimonio riconoscendole la specificità e l’importanza nella tutela e valorizzazione della cultura italiana».
«Ringrazio il Vicepresidente Mulè per l’attenzione costante che dedica alle tematiche complesse legate alla salvaguardia delle dimore storiche - dichiara Maria Pace Odescalchi, Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane - Il sesto Rapporto dell’Osservatorio conferma come le dimore storiche siano una risorsa viva per il Paese: luoghi di cultura e bellezza, ma anche motori di economia e coesione».

«Il lavoro dell’Osservatorio nasce con l’obiettivo di fornire strumenti di analisi e conoscenza a supporto di politiche pubbliche più efficaci e di una maggiore consapevolezza del valore economico e sociale della cultura - sottolinea Luciano Monti, curatore del Rapporto e Co-Direttore Scientifico della Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale ETS - Misurare l’impatto delle dimore storiche sull’economia e sui territori consente di riconoscerne il ruolo strategico come motore di innovazione, sostenibilità e competitività».

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