venerdì 21 novembre 2025

Vissani perde la stella

Vissani perde la stella 

ma non cade nella trappola 

della Michelin: 

«Non fa per me, va bene così»

La guida Michelin 2026 sorprende con declassamenti ed esclusioni eccellenti: Gianfranco Vissani, Philippe Léveillé e il ristorante storico Arnaldo perdono stelle, suscitando scalpore tra addetti ai lavori e appassionati

Fra le sorprese della Rossa edizione 2026 c'è la perdita della stella per Gianfranco Vissani e il suo Casa Vissani, di Baschi, sulle rive del Lago di Corbara in provincia di Terni. Una notizia che fa scalpore, a sei anni di distanza dal declassamento da due a una stella del 2019. Interpellato, lo chef umbro, certamente il cuoco italiano più noto degli ultimi decenni, si limita ad un quasi serafico «non fa per me, sto bene così. Non c'è solo la Michelin...», e si sottrae con abilità alla polemica che avrebbe fatto solo il gioco della Michelin...

Vissani perde la stella ma non cade nella trappola della Michelin: «Non fa per me, va bene così»

La Michelin declassa Casa Vissani, il Miramonte L‘Altro e Arnaldo-Clinica Gastronomica

Già, perché a conti fatti la Guida Michelin (un tempo la più prestigosa e oggi solo uno sbiadito ricordo della sua autorevolezza perduta) continua a giocare con l'Italia pensando di poter sempre fare il bello e il cattivo tempo con la nostra ristorazione grazie ai suoi coup de théâtre declassamenti o esclusioni clamorose. Tra i nomi più noti caduti quest'anno sotto la censura di stile transalpino, oltre a Gianfranco Vissani c'è anche  Philippe Léveillé del Miramonti l’Altro che scende da due a una stella, nonostante sia uno dei cuochi più ammirati d'Italia per la sua creatività e - pur francese - per la valorizzazione dei prodotti italiani. La Rossa ha spento anche la stella più antica d’Italia, quella dello storico Arnaldo-Clinica Gastronomica di Rubiera, presente quasi ininterrottamente dal 1959. Sono scelte come al solito incomprensibili e che suscitano scalpore e dibattito, evidenziando la discrezionalità della Michelin e il suo ruolo nel ridefinire la scena culinaria nazionale, anche a discapito di chef storici e locali simbolo della cucina italiana autentica e radicata nel territorio.

La stella Michelin persa da Gianfranco Vissani 

scuote la cucina italiana

Va anche detto che stavolta la Rossa ha sbagliato il colpo. Con grande abilità, e quasi in contrasto col suo stile sanguigno e molto concreto, Vissani, uno dei più grandi maestri della cucina italiana degli ultimi 40 anni, si è infatti sottratto al gioco della Michelin, che ovviamente puntava a provocare una reazione nello stile del cuoco umbro per far ancora una volta rumore con le sue discutibilissime (ma legittime, sul piano editoriale) scelte di declassare grandi nomi e al contempo spingere per altre realtà che magari non sono sempre allineate col progetto di valorizzare la tradizione della cucina italiana e dei suoi prodotti tipici. E, del resto, escludere le pizzerie dalle scelte è ancora una volta una conferma di come alla guida "francese" interessi solo tenere un coperchio sui valori della bistra cucina. 

Philippe Léveillé e Miramonti l’Altro declassato

Un giochino che ormai da tempo mostra la corda corta, e che oltretutto stavolta ha coinvolto un altro grande cuoco come Philippe Léveillé, del Miramonti l’Altro di Concesio (Bs), che da due stelle (conquistate nel 2009) è sceso a una. «Ho una grande amarezza - ammette lo chef francese - ma la vita continua. Non saprei nemmeno cosa dire. Ho molti colleghi, amici, giornalisti che mi stanno chiamando dicendomi che non capiscono questa decisione. Il giorno della Michelin solitamente è una grande festa o una grande amarezza. È andata così. Sono 24 anni che siamo tra gli stellati e da 16 avevamo le due stelle, siamo sempre stati orgogliosi di questo. Non ci resta che accettare questa decisione». E con signorilità, anche lui spegne ogni polemica ben sapendo che questa scelta non sposterà di una virgola il gradimento della sua clientela. 

L’addio della stella più antica d’Italia

E lo stesso si può dire anche per la perdita stella più antica d'Italia. Non figura più infatti tra gli stellati lo storico Arnaldo-Clinica Gastronomica di Rubiera (Re), una vera istituzione della cucina emiliana e che sulla guida Michelin era presente quasi ininterrottamente dal 1959. Aperto nel 1936 da Arnaldo Degoli, musicista e appassionato gastronomo, il locale ha mantenuto per decenni un’offerta culinaria autentica e fedele alla tradizione, tramandando ricette di erbazzone, ciccioli, cappelletti in brodo, bolliti e cotoletta alla bolognese. Qualcuno può seriamente pensare che questo tempio della cucina di territorio perderà un solo cliente?


La gestione attuale, affidata al nipote del fondatore e allo chef Roberto Bottero, ha continuato a valorizzare piatti e sapori tipici degli anni ’50 e ’60, preservando l’identità storica della cucina emiliana. Una caratteristica che fino alla guida dello scorso anno la Michelin indicava come ragione per andare in questo ristorante. Forse agli ispettori non piacciono più i bolliti che qui la fanno da padrone. 

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