Nel 2026 raddoppia
la tassa di soggiorno
negli hotel e b&b di Milano
Nel 2026 Milano accoglierà atleti, delegazioni e appassionati da tutto il mondo per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Sarà quasi sicuramente un anno segnato da una spinta straordinaria al turismo, con un flusso di arrivi che la città non vede spesso, e proprio in vista di questo scenario la Giunta comunale ha dato il via libera all’aumento dell’imposta di soggiorno. Un provvedimento discusso per settimane, ora ufficiale: le tariffe raddoppieranno, ma solo per dodici mesi.

Le nuove tariffe per hotel e b&b
La decisione nasce dalla possibilità introdotta dal decreto Anticipi di ottobre, che consente ai comuni della Lombardia e del Veneto entro 30 km dalle sedi di gara di rincarare la tassa fino a cinque euro a notte. È una facoltà pensata per sostenere i territori durante un evento che, fra infrastrutture, manutenzioni e servizi, richiede attenzione e investimenti continui. Milano l’ha colta senza esitare, considerata la mole di visitatori attesa e la pressione che inevitabilmente ricadrà sulla città.
Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026 il nuovo tariffario sarà netto: 10 euro a notte per gli hotel a quattro e cinque stelle, 7,4 euro nei tre stelle, 5 euro nei due stelle e 4 euro nelle strutture a una stella. Per case vacanze, affitti brevi e b&b l’imposta arriverà a 9,5 euro, mentre le case per ferie si fermeranno a 7 euro. Ostelli e campeggi resteranno più bassi, a 3 euro. Metà dell’incremento finirà comunque allo Stato, con modalità operative ancora da definire, mentre il resto rimarrà al Comune per interventi legati al turismo, dalla manutenzione dei beni culturali ai servizi pubblici.
Le reazioni degli operatori: hotel e affitti brevi in allarme
Un aumento che, però, scontenta tutti. Dai turisti agli albergatori. Dura, ad esempio, la posizione di Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano, che a Il Sole 24 Ore ha ricordato come la città abbia faticosamente costruito negli anni la propria reputazione internazionale legata ai congressi e ai viaggi business, due segmenti fondamentali per l’economia milanese anche nelle stagioni non turistiche: «L’aumento della tassa di soggiorno a Milano per il 2026 ci preoccupa perché rischia di distruggere quello che si è costruito in 25 anni per rendere la città una destinazione mondiale per i congressi e per il turismo business, quindi serve un’esenzione per il turismo congressuale».

Sul fronte degli affitti brevi il clima non è diverso. Marco Celani, presidente di Aigab (Associazione italiana gestione affitti brevi), ha aggiunto come un rincaro all’ingresso possa scoraggiare una fascia significativa di visitatori, con ricadute ben oltre il comparto ricettivo: «L’aumento dell’imposta di soggiorno a Milano avrà un effetto depressivo, con ricadute negative in tutti i settori, dalla ristorazione ai commercianti, dai trasporti (pubblici e privati) agli eventi. Con un dazio all’ingresso si rende meno conveniente venire a Milano a tutti, con esclusione dei ricchi».
Un 2026 che andrà oltre le tre settimane dei Giochi
Le Olimpiadi, ricordiamo, dureranno dal 6 al 22 febbraio, ma l’effetto sulla città si estenderà ben oltre quelle tre settimane. L’imposta raddoppiata accompagnerà tutto il 2026 e renderà possibile valutare non solo l’impatto diretto dell’evento, ma anche ciò che succederà nei mesi successivi, quando Milano tornerà alla sua normalità. Sarà allora, con i dati completi di un intero anno, che si potrà capire se il rincaro avrà inciso sulle presenze, sui ricavi del settore e sulla capacità della città di sostenere un grande appuntamento internazionale senza alterare in modo duraturo l’equilibrio del mercato turistico.

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